Antonio_Costa

Anche il Portogallo ha superato l’Italia in termini di affidabilità. Sinistra italiana, prendere appunti

E’ accaduto venerdì 15 scorso: lo spread tra il BTP a 10 anni e l’analogo titolo di Stato portoghese si è azzerato; a fine giornata di lunedì 18 si è verificato il sorpasso con due punti base (149 e 147 sul Bund tedesco) a favore del decennale portoghese rispetto al BTP di pari durata.
La straordinarietà dell’evento è testimoniata dal fatto che appena nove mesi fa, cioè a metà marzo, chi avesse investito nel titolo portoghese avrebbe portato a casa un rendimento annuo del 4.14%, contro il 2.40% del BTP: 174 punti base di spread azzerati in poco tempo.

Cosa ha provocato un tale ribaltamento in una economia, a marzo considerata rischiosa poco meno di quella greca?
Sono stati i risultati del lavoro del governo del socialista Antonio Costa, col ruolo fondamentale del ministro dell’economia, Mario Centeno, che dal 13 gennaio prossimo presiederà l’Eurogruppo, l’organo che riunisce i 19 ministri dell’economia dei Paesi con la moneta unica.
Sulla figura di Centeno faccio rinvio al pregevole articolo, tradotto da Sara Ligutti per questo giornale: http://www.largine.it/index.php/chi-e-il-portoghese-mario-centeno-il-nuovo-presidente-socialista-delleurogruppo/

Da mesi si parla del modello portoghese come risposta efficace alle politiche di austerità. Il governo Costa, una coalizione tra il partito socialista con quelli di estrema sinistra, ha basato la sua rinascita sul programma economico di Centeno.
Lisbona è uscita dall’assistenza della Troika (UE, BCE e FMI) ed ha tagliato il deficit dal 4,2% al 2,2% del PIL, senza chiedere deroghe. Il governo lusitano, con un mix di austerità e redistribuzione (aumento salari minimi e pensioni, taglio investimenti pubblici e aumento delle imposte indirette) ha riconquistato la fiducia dei mercati; senza “guerre” con Bruxelles, senza populismi o movimenti euro-scettici.
Il contrario di quanto avvenuto in Italia, dove le differenze tra il reddito medio della fascia del 20% più alta rispetto alla fascia del 20% dei più poveri si è fortemente ampliata in questi anni di crisi. In sostanza il Portogallo ha riqualificato la spesa pubblica, spostando risorse ed entrate per far ripartire l’economia.
Nel risanamento il governo ha pure “sfidato” i vincoli di Bruxelles, ma alla fine ha innescato un circolo virtuoso grazie al quale l’economia lusitana potrà giovarsi del calo del costo del debito innescato dalla fiducia dei mercati.

Anche la Grecia sta lentamente tornando ai valori pre crisi. Il tasso del decennale titolo di Stato greco è sceso al 3,9%, il minimo dal novembre 2009 quando iniziò la lunga crisi che ha rischiato travolgere l’euro. Una svolta, simile a quella del Portogallo; entrambi governi di sinistra, favorevoli all’euro e al risanamento, con risultati positivi che hanno fatto ricredere gli investitori.
 In Portogallo sono stati determinanti il pragmatismo e la coesione nazionale. Illuminanti i risultati di un sondaggio che chiedeva ai portoghesi se fossero più fieri della vittoria agli europei di calcio, di quella al festival Eurovision o dell’uscita dalla procedura europea per deficit eccessivo; ebbene gli intervistati hanno scelto il riscatto economico.
Nonostante il governo Costa abbia smontato alcune misure di austerità del precedente governo, ha confermato sostanzialmente le riforme varate dal 2011 al 2015. I risultati sono stati: disoccupazione all’8,8%, deficit pubblico ai minimi da 40 anni, crescita sopra la media della zona Euro nei primi tre trimestri del 2017.

Non fosse stato per i salvataggi bancari a carico dello Stato, il Portogallo sarebbe riuscito a tagliare ancor prima il deficit pubblico.
Tutto questo mentre la Spagna (in un passato non lontano considerata meno affidabile dell’Italia) continua a presentare uno spread positivo dei Bonos decennali attorno a 30 punti del BTP e mentre l’Italia cresce meno della media dell’Eurozona, con una disoccupazione più alta e conti pubblici non solidi. E’ stato anzi calcolato che, senza il sostegno della BCE, il nostro deficit oggi sarebbe nettamente oltre il 3%.
 
Il rigore e la visione del governo portoghese hanno pagato pure in termini di consenso. Costa è l’unico premier della sinistra europea popolare tra i suoi elettori, tanto da aver vinto le elezioni amministrative di ottobre scorso, una vittoria persino troppo netta ed a scapito anche degli alleati. Da qui la reazione dell’estrema sinistra, che ha alzato il prezzo della sua alleanza, rilanciando gli obiettivi più estremi del suo programma (aumento spesa sociale anche per spingere di più la crescita del PIL), il che rappresenta un rischio non da poco.

Ora, anche per la complessa situazione politica italiana, per il possibile stallo post elettorale e per la presenza forte di partiti anti euro, il nostro Paese rappresenta il fattore di maggiore vulnerabilità dell’area euro.

L’esperienza di successo del Portogallo, partito da una situazione molto peggiore della nostra, può rappresentare un caso di studio importante anche ai fini della stesura del programma economico della nuova sinistra italiana.

Foto di copertina: Antonio Costa, leader socialista del Portogallo

Commenti