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Appelli di Mattarella e Grasso per un voto sereno e veleni sulle banche

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non perde occasione per invitare tutti ad un finale ordinato della Legislatura che consenta agli italiani di andare con la dovuta serenità al voto, il quale segue “un momento di confronto serrato di competizione“, ma è pur sempre “il momento più alto della vita democratica“. Altrettanto sta facendo il presidente del Senato Piero Grasso, anche dopo la sua decisione di impegnarsi nella prossima campagna elettorale al massimo livello, guidando la campagna elettorale di “Liberi e uguali“. Eppure sulla strada indicata dalle due prime cariche della Repubblica, ci sono e rischiano di esserci ancora i veleni diffusi che arrivano dalla commissione parlamentare sulle banche voluta, costi quel che costi, dal segretario del Pd Matteo Renzi e che, nei fatti, è diventata una delle arene più rissose di una campagna elettorale inziata troppo presto e male.

Eppure come ha ricordato Antonio Polito sul Corriere della sera di oggi era stato proprio Pierferdinando Casini (oggi presidente di quella Commissione) a osservare per tempo come le commissioni di inchiesta vadano “maneggiate con cura, evitando siano cassa di risonanza di polemiche tra i partiti o all’interno di essi“. Casini era andato anche oltre non nascondendo il rischio di “una campagna elettorale irresponsabile“. Purtroppo i fatti di questi giorni gli stanno dando ragione.
Così in questi giorni al centro della polemica tra i partiti è ritornata (ed era difficile prevedere il contrario, viste le querele annunciate e non fatte, ma trasformate in ulteriore annuncio di richiesta di risarcimento in sede civile dalla Boschi, con tutto il sostegno del giglio magico). Eppure le audizioni del ministro Padoan, del Governatore Visco e infine, oggi, dell’ex amministrazione di Unicredit Ghizzoni hanno confermato con qualche aggiunta (non solo Boschi, ma anche Renzi e Carrai) la petulante attenzione dello stato maggiore renziano alle vicende di quella piccola banca aretina.

E così, laddove la linea di attacco era stata: la Commissione spiegherà che abbiamo soltanto tutelato i risparmi degli italiani dalla disattenzione degli organi di vigilanza, la linea di difesa, dopo le audizioni essa si è trasformata in difensiva, diventatando: ma non ci sono state pressioni. Insomma, da una rissa politica si è passati a una disputa lessicale per evitare una sconfitta più evidente. Dopo di che c’ è da chiedersi se, al netto del vocabolo “pressioni“, sono invece giustificate e nobili: raccomandazioni, intromissioni e suppliche. Da parte di uomini di governo che le spiegano con l’esigenza di difendere gli interessi dell’artigianato orafo aretino.

Resta il fatto che Ghizzoni ha detto: “Boschi mi chiese di valutare l’acquisizione di Etruria da parte di Unicredit“. Laddove alla pagina 209 del suo libro de Bortoli aveva scritto che la Boschi aveva chiesto a Ghizzonidi valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria“. Difficile sostenere che Ghizzoni non abbia confermato quanto a suo tempo scritto dall’ex direttore del Corriere della sera. Dopo di che tanto meglio se Renzi e il Giglio magico sono soddisfatti per come andando le cose in Commissione. Contenti loro dovrebbe essere più serena la campagna elettorale.

Una campagna elettorale nella quale conterà soprattutto riportare la gente a votare. Dovrà essere, come ha detto il presidente della Repubblica, ritrovata “una strada per ridurre astensionismo e disaffezione della vita pubblica“. Una strada alla quale guarda anche il presidente del Senato Grasso, ormai entrato a pieno titolo nella battaglia politica. Tanto da non nascondere l’obiettivo di indirizzare la rabbia di chi magari ha votato, per i 5 Stellenell’ambito istituzionale”. “Vorrei – dice alla fine della sua intervista al Corriere della Serariportarli a casa“.
A conferma che, pur nell’infuriare dei veleni su Etruria e dintorni, c’è chi nelle istituzioni e nella politica lavora perchè la fine della Legislatura sia la più ordinata possibile e le elezioni possano davvero svolgersi con la serenità auspicata ieri dal capo dello Stato.

Foto di copertina: Il presidente del Senato Piero Grasso e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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