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Appello per una legge per legalizzare la cannabis

Proprio in questi giorni paesi come il Canada, per voce del proprio Ministro alla Salute o il Messico con il Presidente Enrique Penha Nieto hanno annunciato la volontà di legalizzare la cannabis per affrontare le devastanti conseguenze prodotte dalle droghe e dei crimini collegati. Un appello che dovrebbe trovare un eco corrispondente anche nel nostro Paese,

Le piante, in particolare quelle medicinali, hanno proprietà terapeutiche e numerose qualità anche farmacologiche, sono generosi contenitori di sostanze chimiche che variamente estratte, trattate ed assunte raggiungono ed attivano positivamente specifici ricettori. La cannabis è una pianta con queste caratteristiche, una delle migliori. Verde, completamente naturale e all’interno sono oltre 500 le sostanze che vi sono state individuate. Tra di esse, con le più importanti sostanze attive, troviamo i cannabinoidi ed in particolare il THC (Tetraidrocannabinolo) ed il CBD (Cannabidiolo). E’ ampiamente documentato che queste sostanze agiscono beneficamente sul sistema nervoso centrale, su quello immunitario oltre che sul sistema muscolare con azione miorilassante. Fu anche per questo che nel 2007 venne introdotto in Italia, dall’allora Ministro alla Sanità Livia Turco, l’uso terapeutico della cannabis. Per molti anni la sua utilizzazione però è stata sostanzialmente ignorata, complici le lunghe e farraginose procedure per l’approvvigionamento e somministrazione del farmaco, la sua non commercializzazione in Italia e la scarsa, spesso inesistente, conoscenza da parte dei medici che avrebbero dovuto prescriverlo. Una cura di nome Maria che offre beneficio a tanti ma tanti dolori, e che rischiava, insomma, di restare una chimera.

TOSCANA “TERRA DI DIRITTI” – Nel 2012 è la  Toscana, “terra dei diritti”, a scegliere di andare verso altre direzioni. Qui nasce la prima legge in Italia che regolamenta l’accesso all’uso terapeutico della cannabis e dei farmaci derivati.

Oggi sono migliaia i pazienti che nella nostra regione ricorrono alle sue potenzialità, molti provenienti anche da altre parti del Paese. Anche altre Regioni ci hanno seguito e hanno legiferato a loro volta.

Nonostante tutto, contro la cannabis, persistono decenni di proibizionismo legale culturale. Basti pensare alla Fini-Giovanardi, una delle leggi più ideologiche e dannose d’Europa, che aveva incluso la cannabis nella stessa tabella delle droghe pesanti.

Dopo 8 anni di disastri – tra i quali anche il sovraffollamento carcerario – e di vite rovinate o addirittura perdute, quella legge è stata finalmente dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale.

Ma il nostro strano Paese, grande consumatore di barbiturici, di composti chimici per dimagrire, per stare svegli, per stordirsi, per essere più tonici o dinamici, continua a considerare fuorilegge una pianta medicamentosa e naturale. Anzi, un ipocrita proibizionismo ne moltiplica l’uso illegale irrorando criminalità e evasione fiscale. Si continua ad alimentare il senso di trasgressione del proibito ed il pericoloso continuo intreccio tra giovani ed criminalità.

L’illegalità della cannabis, fra l’altro, favorisce la diffusione di sostanze di pessima qualità, antigieniche e geneticamente modificate, sì da potenziare le sostanze psicotrope a difetto di quelle terapeutiche. Uno strano Paese, ripeto, che con la proibizione è divenuto addirittura liberalizzatore. Oggi, infatti, è possibile acquistare qualsiasi droga a qualsiasi ora del giorno e della notte in qualsiasi strada e piazza, da una rete amplissima di esercizi commerciali criminali: gli spacciatori piccoli, medi e grandi.

RIPRENDERE LA PROPOSTA DI LEGGE – E’ anche da questa esperienza che circa 300 parlamentari, non solo del PD, hanno presentato una legge che chiede, per i derivati della cannabis, lo stesso identico regime che regolamenta sostanze incomparabilmente più nocive, come alcol e tabacco. Trattando la cannabis come le sigarette avremmo un prodotto controllato, fiscalmente regolamentato e anche prodotto nel nostro Paese. Un duro colpo alla criminalità ed alla illegalità, un concreto contributo all’economia.

Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, racconta che con la legalizzazione della cannabis il governatore del Colorado, dice di aver ottenuto due risultati: spezzato il ciclo dello spaccio e contrastato l’illegalità, e aumentato le entrate di 100 milioni di dollari, che sono serviti per potenziare il welfare. Quante altre tessere culturali, economiche e sanitarie potremmo aggiungere al mosaico della legalizzazione e della equiparazione ai maggiori Paesi della nostra civiltà. Ecco perché dobbiamo con forza riprendere la proposta di legge ed incardinarla ai lavoro del Parlamento, discuterla, magari migliorarla e approvarla. Sarebbe davvero una significativa risposta contro gli impalpabili poteri forti delle mafie e della criminalità che faranno di tutto per frenarla. Coltivare una pianta nel terreno fertile della legalità, anziché lasciarla crescere infestante fra gli appetiti del denaro illecito e della miopia di convenienza. Sulla pelle, spesso, dei malati e delle giovani generazioni.

E mentre i radicali hanno avviato la raccolta firme dei cittadini a sostegno della legalizzazione, abbiamo anche ascoltato le sollecitazioni all’Onu, da parte del Ministro alla GiustizIa Andrea Orlando, affinché, nella sfida globale della lotta all’abuso di droghe, si modifichino politiche nazionali e internazionali attraverso un approccio pragmatico ed efficace.

Un primo passo semplice ma determinato, in questa direzione, potrebbe essere calendarizzare subito la discussione in Parlamento della proposta di legge italiana.

 

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