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Buone notizie da Bologna e non solo. Il centrosinistra svolta a sinistra

Doveva essere il week-end nel quale Salvini e la Lega sarebbero andati alla conquista dell’Emilia Romagna dove avrebbero dato a Bologna il primo attacco al “muro” (?) della sinistra. Invece è stato il contrario. Sono state, invece, le “sardine” stipate nella piazza grande della città a rubare la scena all’eroe del Papete che arringava i suoi in un PalaDozza, affollato, ma non troppo. Ma è stato anche il fine settimana nel quale Zingaretti e Speranza, nelle rispettive assemblee di partito, sono riusciti a proporsi, su binari paralleli non necessariamente uguali, ma seriamente convergenti, come interlocutori politici di quella piazza, proponendo una propria centralità anche nell’alleanza di governo, finora troppo spesso preda delle pretese dei Cinquestelle e di Italia Viva.

Riuscirà la sinistra o, se si preferisce chiamarla così, il centrosinistra, ad essere nello stesso tempo baricentro della maggioranza di governo e punto di attrazione della sua società civile di riferimento (la piazza di Bologna e non solo), e a far valere, quindi, la sua impostazione programmatica e identitaria nella difficile alleanza di governo? In fondo è su questa impostazione che deve misurarsi la sinistra con il suo partito o i suoi partiti.

Di certo Speranza e Zingaretti hanno messo le carte in tavola. E qui vale la pena partire proprio dalle conclusioni del segretario del Pd all’assemblea bolognese, nelle quali ha chiesto al governo Conteuna nuova agenda di governo“. Al centro della quale dovranno esserci anche la revisione dei decreti sicurezza del precedente governo e lo ius soli e ius culturae. Insomma, come ha spiegato anche il presidente del Pd Gentiloni: va bene sostenere il governo, ma non basta esserne “le cariatidi“, vale a dire coloro sulle cui spalle grava il maggior peso di un governo complesso, restando in atteggiamento più estatico che propositivo.

Nella foto: Roberto Speranza (Articolo 1)

Di certo le prime risposte soprattutto dal variegato mondo dei Cinquestelle sono negative. Il capo politico attuale Luigi Di Maio si è detto “esterefatto“, dinanzi alla riproposizione dei diritti, in un momento nel quale c’è il caso Ilva e l’Italia è sott’acqua. Come dire: “uno alla volta per carità“. Quasi che un politico di qualità non possa affrontare più temi allo stesso tempo. Ma io credo che quello che Zingaretti non possono assolutamente permettersi è di lasciare “esterefatti“, non Di Maio, ma coloro che si sono ritrovati, stipati come sardine, nella piazza di Bologna. Vedremo come evolveranno i fatti. E teniamo presente che i cinquestelle non sono soltanto Di Maio e che il loro dibattito interno deve essere all’attenzione, anche propositiva, delle forze della sinistra.

Nella foto: Le 15.000 “sardine” bolognesi

Ma c’è un altro fatto importante che si è manifestato nella svolta di questi giorni della sinistra. Ed è il ritrovato “feeling” che la sinistra e i suoi rappresentanti politici hanno ritrovato con la Cgil e i sindacati nel loro complesso. Sono lontani i tempi del “meglio Marchionne” di renziana memoria. A Bologna gli applausi più convinti sono stati per Landini e altri rappresentanti del mondo sindacale. E’ un fatto importante. Non c’è dubbio che a Taranto, come altrove, una ritrovata sintonia tra sindacato o sindacati, e partito o partiti di sinistra sia necessaria, anzi indispensabile per affrontare le probabili lotte contro le diseguaglianze e per i diritti dei lavoratori. Nel 2020, come ci ricorda la fondazione Nenni, ricorre il cinquantenario dello Statuto dei lavoratori. Quello di Giugni e di Brodolini.

Per ora siamo dinanzi a segnali incoraggianti. Ai quali si aggiungono, da parte del Pd, la dichiarazione statutaria di partito “antifascista” e la fine del postulato per il quale il segretario nazionale doveva comunque essere anche il candidato alla presidenza del Consiglio. A garanzia di una “vocazione maggioritaria” che non ha, purtroppo, trovato conferma nelle urne. Vedremo ora, a partire da subito, se questi segnali incoraggianti si concretizzeranno in una robusta svolta a sinistra. La prima prova sarà l’Emilia Romagna.

Foto in evidenza: Il segretario del Pd Nicola Zingaretti

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