Lista_Unitaria_Centrosinistra1

Che cos’è l’unità del centrosinistra? Breve guida per i perplessi

Riprendiamo e pubblichiamo un post di Alfonso Musci sulla sua pagina Facebook:

L’unità di forze affini o vicine in prossimità di elezioni importanti è un “dover essere” auspicabile che serve anzitutto a non disperdere i voti. Nella circostanza più prossima a noi, inoltre, sarebbe utile per andare oltre impostazioni rigide e astratte. Ad esempio, la vocazione maggioritaria di un partito di relativa maggioranza all’interno di un’area. Oppure il frazionismo di forze di relativa minoranza all’interno di un’area. Nel quadro attuale, vale a dire quello del più grave arretramento politico ed elettorale del centrosinistra, il perpetrarsi di queste impostazioni aumenterebbe solo la dimensione del problema e della sconfitta, in una spirale di corporativismo e infantilismo.

Ci vuole unità, almeno come requisito, e anche lungimiranza e libertà da pregiudizi, meschinità e rancori. Occorrerebbe quella pienezza d’animo, che manca, per superare l’angustia dei calcoli retrospettivi e prudenziali; quella bramosia egocentrica che applicata alla politica distrugge ogni senso di comunità. Sono disturbi dilaganti nel campo nostro. Detto questo oltre a unità ci vorrebbe intelligenza e strategia.

Discorrere solitariamente non ha molto senso, tuttavia ci provo. La ricerca di questa unità andrebbe adeguata allo stato del paese. Alla geografia politica e sociale che sembra ancora caratterizzare l’Italia dal 4 marzo. Ci vorrebbe un’unità con due e più principi d’ordine, con due o più fuochi. Almeno uno da Roma in su e l’altro da Roma in giù. Non due liste ma due velocità, più passi, più dinamiche complementari e tenute assieme da una regia consapevole.

Da Roma in su una spinta e una capacità di penetrazione nell’area cattolico moderata, tendenzialmente secessionista che per ora si affida alla Lega di governo, anche se non mancano le prime crepe. Da Roma in giù una spinta e una capacità di penetrazione nella base elettorale del Movimento Cinque Stelle. Impresa che sarebbe anche meno ardua considerando la crisi vistosa che sta accompagnando la transizione di quel soggetto da movimento antagonista a forza di governo. Per il centro Italia ci vorrebbe poi un’ulteriore sforzo di interpretazione. Qui la Lega, priva quasi del tutto di una classe di governo, riesce tuttavia a insinuarsi nelle aree a maggior sofferenza, nei quartieri popolari un tempo solido ancoraggio della sinistra.

È evidente che per mettere in campo una strategia così articolata ci vorrebbe uno stato maggiore capace di analisi differenziate e di spiccate capacità organizzative e di selezione del ceto dirigente e dei candidati. In sintesi di una visione unitaria delle due questioni maggiori. Il dinamismo del nord e la questione meridionale. Quindi della più generale e ampia rottura dell’unità nazionale. Una lista unitaria che nascesse con questi caratteri per contrastare le spinte e le rotture centrifughe (vera pietra di paragone di questa “Italia populista”) sarebbe appunto la cosa migliore e anche la premessa per un lavoro più lungo di una campagna elettorale. Speriamo che questo senso del “tempo” possa ispirare gli attori del centrosinistra di questa stagione a superare la propria aiuola; “l’aiuola che ci fa tanto feroci”, quella in cui ciascun narciso vuole aver ragione della propria bellezza, quando ormai i tarli hanno divorato i fusti e le radici.

Commenti