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Chi è Emma González, la diciottenne simbolo del movimento Usa contro le armi

Traduzione dell’articolo di Clara Ferrero pubblicato su El País con il titolo “Tengo 18 años, soy cubana y bisexual”: la historia de la adolescente que lidera el movimiento antiarmas (27 marzo 2018).

“Sei minuti e venti secondi”. Emma Gónzalez ha iniziato così il suo discorso alla marcia contro le armi (March For Our Lives) che si è tenuta il 24 marzo negli Stati Uniti. La diciottenne, sopravvissuta alla sparatoria in Florida, faceva riferimento al tempo in cui sono stati uccisi i suoi compagni di classe e i professori della scuola superiore di Parkland. Ha poi recitato i nomi delle vittime, con la voce rotta e le lacrime che le rigavano il viso, ed è rimasta in silenzio. Durante il suo silenzio, i presenti hanno ripetuto in coro il suo nome e slogan come “mai più”. La sveglia del suo telefono ha messo fine al suo pesante mutismo. “Da quando sono salita sul palco, sono passati sei minuti e venti secondi”, lo stesso tempo in cui l’assassino ha ucciso 17 persone e ne ha ferite altre 15. “Lottate per le vostre vite”, ha concluso la studentessa. Sono partiti gli applausi, come due giorni dopo la sparatoria, quando González ha impugnato un microfono e, visibilmente emozionata, ha dato il via al dibattito sulla necessità di aumentare i controlli per le armi negli Stati Uniti.

Frasi forti come “Trump, quanto prendi dall’NRA?” o “è il momento che le vittime si trasformino nel cambiamento che abbiamo bisogno di vedere” hanno reso virale all’istante il suo discorso. Un’adolescente sconosciuta di un metro e sessanta (è salita su una cassa per pronunciare il suo appello), con la testa rasata, si è accaparrata un titolo dietro l’altro sulle testate di tutto il mondo e si è trasformata nel volto del movimento anti-armi degli Stati Uniti. Durante questo mese, González ha scritto interventi sull’argomento su molte pubblicazioni, ha visitato lo studio di Ellen Degeneres, è stata protagonista della prima pagina della rivista Time assieme ad altri compagni ed è arrivata a quasi un milione e mezzo di follower su Twitter – più del doppio della NRA. Oltre alla sua presenza pubblica, ha convocato la March For Our Lives […] e si è riunita con i politici americani per trasformare l’hashtag #NeverAgain (“mai più”) in fatti concreti. Grazie all’attivismo suo e dei suoi compagni molte aziende hanno abbandonato l’NRA e brand di lusso come Gucci hanno donato 500.000 dollari alla sua campagna.

(Foto: Getty)

González […] ha confessato pubblicamente la sua bisessualità sulle pagine dell’edizione statunitense di Harper’s Baazar (“Ho 18 anni, sono cubana e bisessuale”, scriveva all’inizio del suo articolo) e presiede, da tre anni, l’associazione Alleanza Gay-Eterosessuale della sua scuola. Il repubblicano Leslie Gibson ha ritirato la propria candidatura nel Maine dopo averla chiamata “lesbica skinhead”. Si è ritirato dopo una valanga di critiche ricevute sia per quel tweet, sia per quello in cui chiamava “idiota” e “bugiardo sfacciatoDavid Hogg, compagno di González e a sua volta attivista.

Hogg, 17 anni, è uno dei giovani che compaiono sulla copertina del Time assieme a González, Cameron Kasky, Alex Wind e Jaclyn Corin, tutti leader del movimento. Sotto la parola “Enough” (Basta), gli studenti chiedono la fine delle sparatorie nelle scuole. […] La loro lotta vuole porre fine a quelle leggi che permettono che un ragazzo della loro età possa acquistare un fucile automatico […] in un paese in cui, paradossalmente, è illegale comprare alcolici fino a 21 anni. La campagna lanciata su Go Fund Me da González e dai suoi compagni ha già raccolto tre milioni di dollari.

Siamo stanchi dell’indifferenza che permea questo paese, siamo consapevoli che non dobbiamo aspettare che le nostre voci vengano ascoltate o che qualcun altro cambi le cose: dobbiamo essere noi il cambiamento di cui abbiamo bisogno”, ha scritto la ragazza in un lungo testo pubblicato su Teen Vogue […]. In quell’articolo, González critica la proposta di Trump di armare i professori e assicura che, sia lei che i suoi compagni, useranno le proprie voci affinché le generazioni che verranno dopo non dovranno subire una tragedia come quella che ha colpito la Florida e il mondo intero lo scorso 14 febbraio.

Nella sessione fotografica per il reportage pubblicato su Teen Vogue, González straccia un poster con il caratteristico bersaglio che si usa al poligono. Un fotomontaggio, che sostituisce il bersaglio con la Costituzione degli Stati Uniti e le incupisce lo sguardo, ha iniziato a girare sui social network per screditarla. Secondo il New York Times, l’origine dell’immagine non è chiara, però potrebbe essere attribuibile a gruppi di ultra-destra. Né l’immagine manipolata, né i commenti razzisti e omofobi che la perseguitano nelle ultime settimane riescono a fermarla. “Questa è la realtà che devono affrontare i giovani degli Stati Uniti oggi: il timore costante di essere assassinati nei luoghi in cui dovremmo sentirci più al sicuro. Siamo cresciuti in questo paese e siamo stati testimoni di una violenza senza fine. Abbiamo visto che le persone che hanno il potere e l’autorità per cambiare qualcosa non hanno fatto nulla”, scriveva la ragazza su Teen Vogue. “Per questo facciamo un passo avanti. Alcuni di noi sono nuovi in questa lotta, però negli Stati Uniti ci sono persone, giovani e più anziane, che lottano da tempo per la sicurezza delle armi e la fine della violenza armata di ogni tipo”.

Emma Gónzalez è il nuovo volto che guida il cambiamento: sei minuti e venti secondi virali affinché nessun altro adolescente perda la vita nello stesso tempo in cui dura il suo silenzio.

(Foto di copertina: Getty)

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