Liberi_Uguali_Basilicata1

Confronti: Sinistra di Governo vs. autosufficienza

A sinistra del Pd (che di sinistra ha ormai ben poco) esistono due soggetti politici, o per meglio dire, ad oggi, due liste di coalizione: una è “Liberi e Uguali“, l’altra è “Potere al Popolo“. Chi voglia esprimere il suo voto da elettore di sinistra deve scegliere, è inutile nasconderlo, fra l’una e l’altra. Uno dei modi migliori per motivare una scelta che si fa – e che si invita a seguire – è quello di analizzare le parole, i testi prodotti da una forza politica, invece che basarsi su quello che ne dicono gli altri – che è sempre suscettibile di travisamento o di cattiva interpretazione -, dando modo a chi legge di poter controllare la veridicità ed esattezza di quanto viene riportato (verificabilità delle fonti).

In un’intervista molto recente [1] a Viola Carofalo, “capo politico” di Potere al Popolo, come lei stessa ha dichiarato di essere (“Abbiamo dovuto scegliere un capo politico perché questa legge elettorale ce lo ha imposto; la scelta è caduta su di me, e ne sono felice”: nella stessa intervista, all’inizio), si legge:

[Carofalo] … tra le classi popolari di questo paese si registra un tasso di rassegnazione enorme, che porta molte persone ad accettare le cose per come stanno. Questo senso di rassegnazione, però, si combatte proponendo pratiche diverse: progetti di mutualismo che oltre a risolvere un problema immediato (l’accesso ai servizi sanitari, il doposcuola, la raccolta di vestiti, o la consulenza legale per il diritto al lavoro), “educhi” quante più persone possibile, a rivendicare i diritti, chiederne di nuovi, e organizzarsi per cambiare realmente le cose, secondo quelle che sono le necessità che possono cambiare da territorio a territorio, da situazione a situazione. Potere al popolo ha proprio questo scopo: rafforzare questo tipo di coraggio, che esiste ma che troppo spesso non trova il il giusto spazio per esprimersi.

[Domanda] Potere al Popolo mette al centro della sua azione politica il mutualismo, cioè la realizzazione di pratiche di auto-organizzazione popolare per fare fronte ai bisogni essenziali – reddito/lavoro, salute, istruzione, casa, cultura, ecc. – che le strutture pubbliche, per una deliberata volontà politica subalterna alla voracità del capitale, non hanno più la possibilità di prendere in considerazione … Parte da qui la possibilità di una rivoluzione culturale e poi dunque politica anche in Italia? Ma come si fa a rendere di massa pratiche che al momento sembrano solo “di nicchia”, limitate a centri sociali che appaiono un mondo estraneo anche a larga parte dei ceti popolari?

[Carofalo] In realtà, lo sono già più di quanto noi crediamo. In questi ultimi tre anni di esperienza, attraverso la gestione del centro Ex-OPG Je so’ pazzo, abbiamo visto che esistono molte forze, alcune già attivate, altre da attivare. Ma in generale, non è raro trovare molti esempi di auto organizzazione alle conseguenze generate dalla crisi alla vita dei ceti popolari. I “nostri” sono dappertutto, e cercano di organizzarsi secondo i mezzi che hanno. Si trovano fuori alle fabbriche o ai posti di lavoro, si trovano nelle associazioni di volontariato per i migranti e i senza tetto, nelle lotte ambientali dei territori… se guardiamo a queste situazioni (siano esse più episodiche o più organizzate come ad esempio la lotta dei No TAV) abbiamo la visione di un paese tutt’altro che pacificato, dove i momenti di lotta, anche e soprattutto attraverso progetti di mutualismo, non sono così marginali. Spesso sono disorganizzati, a volte non riescono a entrare in dialogo tra di loro, ma rafforzarli, dare loro voce e contribuire affinché crescano ed entrino in contatto stretto e costante, è uno dei compiti che si è dato l’ex-OPG al livello locale, e Potere al popolo al livello nazionale. Credo che questo sia il modo per rappresentare queste pratiche, allargarle, generalizzarle e renderle sempre più egemoni nella cultura politica di ciascuno di noi. Potere al popolo non è una coalizione, non è nemmeno una semplice lista elettorale; è, in realtà, una vera e propria federazione di lotte, che cercano di organizzarsi al meglio per proporsi all’esterno come un’alternativa credibile e forte all’imbarbarimento di una classe politica che propone solo la guerra tra poveri … alleanze non ne faremo … Gli interlocutori saranno solo quelli che hanno creduto e costruito insieme a noi, fino in fondo, questo progetto. Saranno quelli che si metteranno a disposizione per proporre quotidianamente, e concretamente, un’alternativa di società basata sulla solidarietà, sull’uguaglianza, sul lavoro stabile e garantito… tutte le forze dei singoli, in questo senso, sono benvenute. I ravvedimenti di quei partiti politici che in questi anni hanno pensato solo a organizzare cartelli elettorali, francamente, non li crediamo possibili.

Già. In Italia, però, esistono (ultimi dati Istat, del 31 Gennaio scorso) 2.791.000 disoccupati ufficiali (dei quali 1,3 milioni fra 15-34 anni), ai quali si aggiungono 13.440.000 “inattivi” (dei quali 6,1 milioni nella stessa fascia di età), per un totale di oltre 16 milioni fra 15-64 anni che non lavorano; inoltre, esistono (ultimo Rapporto della Caritas, del novembre scorso, confermato dal Rapporto Istat del 6 dicembre) circa 17,5 milioni di persone a “rischio di povertà ed esclusione sociale” (che nel Mezzogiorno rappresentano il 46,9%), con oltre 7,2 milioni di “persone gravemente deprivate”.

E allora: aspettiamo che Potere al Popolo, che Carofalo afferma (forse un pò esagerando?) “essere dappertutto“, si dedichi ad “auto-organizzarli” (il compito che testualmente dice di essersi data) e che riesca ad arrivare al potere da sola, visto che “alleanze non ne faranno” essendo l’unica “alternativa credibile e forte“, come orgogliosamente (o un pò trionfalisticamente?) ha dichiarato la stessa Viola Carofalo? La quale però, in una trasmissione televisiva di martedi 6 febbraio, ha affermato che “le regole le fa la politica” (ovviamente: è stato un lapsus?): questo non vuol dire che, se non si va al Governo (un conto è non riuscire, un altro è non volere), le regole le fanno gli altri, quelli che al Governo ci stanno, come è avvenuto sempre e che ha condotto negli ultimi anni ad un deterioramento progressivo delle condizioni di lavoro e sociali?

Tornando ai “deprivati“: si può dire “abbiate un po’ di pazienza, finché non prendiamo il potere da soli (?), e intanto cercate di auto-organizzarvi” a questi milioni di derelitti, alcuni dei quali non hanno nulla da fare e niente da mangiare? Non sono queste le domande alle quali una forza politica deve rispondere: come e quando pensa di poter dare un contributo positivo e tangibile alla soluzione, o almeno ad un sensibile miglioramento, di situazioni così disperate? E se queste sono le domande, quali sono le risposte per il breve e medio termine, che non rimandino al “sol dell’avvenir“? Perché, come fu detto da un inglese molti decenni fa, “nel lungo termine saremo tutti morti“. Ecco, bisognerebbe sempre mettersi (o cercare di immaginarsi) nella condizione di chi ha la pancia vuota, quando si fanno (e, soprattutto, si indicano) le scelte politiche.

Per tutto questo conviene votare per una “sinistra di Governo” almeno nelle aspirazioni: che è quella rappresentata da “Liberi e Uguali“, il cui programma si può leggere a http://liberieuguali.it/programma/ e valutarne la realizzabilità, i tempi ed i modi di attuazione prevedibili, per confrontarli con le proposte alternative e da questo far derivare le scelte anche elettorali, in piena onestà con se stessi e verso coloro ai quali le si propone.

[1] https://www.sinistrainrete.info/politica-italiana/11506-viola-calofaro-potere-al-popolo.html?tmpl=component&print=1&layout=default

Foto di copertina: Matera, assemblea di Liberi e Uguali della Basilicata

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