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Diario romano: i primi passi di “democraticisocialisti”

L’appuntamento è fissato in via Antonio Salandra, Roma. Un incontro tecnico per promuovere l’associazione “democraticisocialisti”. E invece no. Molta più gente del previsto e attesa, e dopo l’ottima introduzione di Peppino Caldarola, un uomo a cui la lunga e amichevole frequentazione di Massimo D’Alema gli ha trasmesso i pregi ma nessuno dei difetti, si trasforma in un confronto come da anni non succedeva in nessuna delle assisi, centrali o periferiche, del PD. La sensazione, allegra, positiva, è quella di un tappo del vaso di Pandora che salta e si sprigiona la voglia di Politica, il piacere per larga parte di una comunità di vivere la militanza nel PD non come tanti “Allegri chirurghi” che devono cercare e, soprattutto, selezionare ciò che di buono Renzi, la sua segreteria e il suo governo hanno prodotto, ma come donne e uomini che rivendicano con orgoglio la loro appartenenza ad un Partito che vogliono diverso, che deve tornare ad essere diverso, per non morire. Di un Enrico Rossi che, incredibile ma vero, fa quello che dice.

Infatti, qualche dubbio su un leader che annuncia di voler essere solo il “primus inter pares”, vista l’esperienza degli ultimi anni, è lecito. Invece no. Siamo stati chiamati a discutere e, se possibile, decidere insieme l’atteggiamento da assumere all’Assemblea nazionale convocata per il giorno seguente. Il risultato lo potrete leggere nell’ottimo articolo pubblicato dall’Argine sull’intervento di Enrico Rossi. Io vi dirò, invece, di compagne e compagni (si può dire, si può dire) confluiti lì da tutte le regioni. Vi dirò del giovanissimo compagno calabrese di Lamezia Terme a cui è stata negata la sede del circolo PD per la presentazione di “Rivoluzione Socialista”. Vi dirò della militante dell’Umbria che non si rassegna all’idea e al fatto che alcuni circoli nella sua regione sono da mesi chiusi per mancanza di militanti. Vi dirò di Francesco da Roma che ricorda a se stesso e a tutti noi che Renzi non è segretario, ed è stato Presidente del Consiglio, in virtù di un colpo di mano ma per precise responsabilità politiche che hanno nomi e cognomi noti e a cui non si può riconoscere alcuna verginità postuma. Vi dirò del militante pugliese, chi scrive, che condanna l’autoreferenzialità dell’attuale gruppo dirigente e della vitale necessità di trovare forme e modi di selezione e formazione di una nuova classe dirigente. Forme e modi che non possono e non devono esaurirsi unicamente nel meccanismo delle primarie. Vi dirò della voglia comune a tutti di confrontarsi in un congresso vero, su cui non penda la mannaia delle elezioni anticipate e che non può essere preceduto dalle primarie per la premiership, altrimenti non avrebbe alcun senso logico prima ancora che politico. Vi dirò di gente che è già classe dirigente, ma non gente di potere (a parte il sottoscritto che, nell’eventualità di vittoria, ha già promesso al fraterno amico e compagno Alessandro la poltrona di direttore di “Hurrà Juventus” ma non ha ancora trovato il coraggio di comunicarlo a Rossi!).

Insomma, quell’incontro ha dato a tutti noi, ma quel che più conta a Enrico Rossi, lo stimolo a continuare ad andare avanti. Perché quell’incontro ci ha dato la consapevolezza che la strada imboccata è quella giusta. La nostra offerta politica è in grado di incontrare una straordinaria domanda di rinnovamento. La domanda di chi è convinto che quando una fabbrica del sud decide che tutti i propri dipendenti abbiano diritto ad una sola pausa di pochi minuti per assolvere collettivamente le proprie necessità fisiologiche, quando ai lavoratori del Sulcis è negata alcuna certezza sul proprio futuro e su quello delle loro famiglie, quando un bambino, uno solo, muore ad Aleppo o in qualsiasi altra parte del mondo, il PD deve essere presente, deve far sentire la sua voce, deve mobilitare i suoi militanti.

E’ un incontro che ha lasciato una piacevole sensazione, quella che essere di sinistra ha ancora un senso. Un sapore buonissimo. Secondo solo a quello degli spaghetti alla carbonara gustati da “Sora Lucia”, nei pressi di Fontana di Trevi: 12 € di taxi per fare 500 metri! Non importa, il buonumore che questa giornata mi ha trasmesso non me lo ha rovinato neanche Giachetti.

Nella foto di copertina: l’assemblea fondativa di “democraticisocialisti”

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