Salvini_Berlusconi

Dopo il secondo giro di consultazioni è ancora stallo. Mattarella si prende qualche giorno di riflessione per decidere

Due giri di consultazioni con i partiti, bloccati da una serie di veti incrociati, non hanno consentito al presidente della Repubblica di affidare l’incarico di formare il Governo per dare il via alla nuova Legislatura. Eppure, è proprio il presidente della Repubblica a sottolinearlo, al Paese “serve un Governo nel pieno delle sue funzioni“, visto che siamo nel mezzo di una “crisi internazionale in aree non lontane dall’ Italia” e mentre si avvicinano significative “scadenze europee“. Nonostante questo “emerge con evidenza che non ci sono stati progressi nel confronto tra i partiti“.

Dinanzi a questa chiara situazione di stallo il capo dello Stato non procederà, almeno per ora, ad un terzo giro di consultazioni. “Il tempo di sta esaurendo” ha ripetuto più volte Mattarella ai suoi interlocutori nei colloqui istituzionali. Al tempo stesso dinanzi all’aggrovigliato quadro politico, pur richiamando i partiti all’urgenza di trovare soluzioni all’altezza della situazione, ha deciso di prendere qualche giorno di riflessione prima di compiere passi ufficiali ulteriori. E’ ancora in piedi l’ipotesi di un incarico esplorativo a uno dei presidenti delle Camere, anche se, con il passare dei giorni e il permanere dell’urgenza, l’obiettivo principale che il presidente della Repubblica ha dinanzi è quello che i partiti superino i veti incrociati (in particolare tra Cinque Stelle e Forza Italia) e colgano il fatto che la crisi internazionale impone tempi più rapidi e non consente impropri surplace, magari per pur significative elezioni locali. Qualcosa potrebbe venire da un probabile incontro tra Salvini e Di Maio che domenica dovrebbero incontrarsi a Verona dove saranno per l’inaugurazione del Vinitaly.

Ma vediamo come si è arenato il confronto dei partiti. Lo stop è venuto soprattutto dopo che Berlusconi, intervenendo con un imprevisto colpo più di teatrino che di teatro, dopo che Salvini aveva già letto un complesso e complicato documento scritto dalla altrettanto variegata delegazione del centro-destra, mentre gli altri si erano ormai allontanati dai microfoni guadagnando l’uscita, ha chiaramente accusato i 5Stelle di non conoscere neanche l’ abc della democrazia. Quelli stessi 5Stelle con i quali, proprio il documento letto da Salvini e sottolineato con mosse di consenso addirittura esasperate da Berlusconi, quasi ne fosse il vero autore, sottilineava le sinergie istituzionali, indicandoli, quindi, come coloro dai quali partire per formare la maggioranza di governo.

A quel punto, subito dopo aver incontrato il capo dello Stato, arrivava la replica eguale e contraria di Di Maio il quale ribadiva che Berlusconi avrebbe dovuto fare un passo di lato per favorire la formazione del governo invece di esprimersi in una sede istituzionale con battutacce. Risultato: tavolo rovesciato dal Cavaliere con grande disagio non solo dei 5Stelle, ma anche della Lega e compito sempre più arduo per chi, come il presidente della Repubblica, era impegnato nel tentativo di risovere la difficile crisi. Di qui la scelta di Mattarella, dopo aver incontrato oggi anche Napolitano, la Alberti Casellati e Roberto Fico di concedersi ancora qualche giorno di riflessione prima di far conoscere le sue decisioni. Un modo di dare un tempo supplementare ai partiti per mettersi alle spalle veti e dispetti.

Ma i primi segnali sono tutt’altro che distensivi. Con Berlusconi che sentenzia: “Nessuno, nè tantomeno Di Maio mi può dire che cosa devo fare. Sono un leader politico con un programma“. A sua volta Salvini afferma: “Basta liti tra Forza Italia e 5 stelle, se no si torna al voto“. Aggiungendo, poi, sulla situazione internazionale di condividere la linea del governo Gentiloni, ma aggiungendo anche che “le sanzioni contro la Russia sono un’diozia e che il nemico non è Putin ma il terrorismo islamico“. E sulle ultime vicende internazionali va segnalato che nelle dichiarazioni al termine degli incontri con Mattarella, il più in linea con le tradizioni atlantiche dell’Italia è apparso proprio Di Maio. Almeno rispetto a Salvini e Berlusconi che si limitavano a evocare anche in questo frangente “lo spirito di Pratica di mare“, ovvero la ditensione tra Usa e Russia di quando il titolare della Casa Bianca era ancora Bush. Nessuna mossa per ora da parte del Pd, ancora fermo a quella che Renzi chiama scelta di opposizione e Martina condizione di minoranza.

Foto in evidenza: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

Commenti