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Dopo le europee: il Pd ricostruisca un’alleanza con le persone

A pochi minuti dall’inizio degli scrutini delle elezioni amministrative in cui altre roccaforti storiche della sinistra sono in bilico, credo si imponga una breve riflessione su quanto accaduto ieri e sul risveglio di stamattina con la Lega al 34%.
La Lega che, appunto, stravince. Inutile girarci intorno. Vince la politica dei muri, della paura, del filo spinato. La politica dell’odio verso il diverso e del Crocifisso brandito per respingere e non per accogliere. Vincono le ricette semplici e spesso inattuabili a problemi maledettamente complessi. Non mi piace ma ne prendo atto e, come è giusto fare quando si fa politica, prendo il pezzo di verità che c’è in quella risposta.
Da oggi dovremo interrogarci a lungo su quali siano le paure dei cittadini italiani che li spingono verso la destra estrema anche in contesti tutt’altro che degradati. Quali i problemi delle imprese e delle famiglie a caccia di sostegno economico e di sgravi fiscali e su queste questioni approntare delle risposte di sinistra. Se possibile, smettere di parlare solo di Pil e di Spread e rientrare in ‘connessione sentimentale’ con le persone in carne e ossa. Almeno provarci.

Il PD, il mio Partito, tiene. Le cose però non vanno come avevo/avevamo immaginato. Il cambiamento di linea non si vede fino in fondo e molti elettori restano scettici e non ci votano. Continuiamo a vincere nei centri storici delle grandi città, nel benessere, e a perdere nelle periferie sociali e geografiche. Prendiamo più punti percentuali ma solo perché ha votato meno gente che alle politiche. Il numero dei voti assoluti è praticamente sovrapponibile a quello del 4 marzo scorso. Quel risultato disastroso.
È stato molto apprezzabile il tentativo del Segretario nazionale di una lista aperta e plurale ma non basta. Sarà bello vedere tra le nostre fila al Parlamento europeo un uomo come Pietro Bartolo ma non è sufficiente. Ora serve una nuova classe dirigente e servono proposte per l’Italia e per l’Europa e una linea che saremo chiamati a sostenere per i prossimi dieci anni e sulla quale dovremo dare battaglia alla destra più reazionaria di sempre e ai populisti che pure, arretrano.
Serve ricostruire un’alleanza con le persone. Con i moderati e con chi ha ancora come riferimento i valori della sinistra, senza steccati.

I 5 Stelle tracollano. Era ovvio. Pagano la totale incapacità e approssimazione nel governo del Paese. Il silenzio di Di Maio mi pare emblematico.
Sono stati fagocitati dalla Lega che ha esperienza e radicamento e che raggiunge sistematicamente ogni obiettivo, mediatico o legislativo, a cui ambisce. Per loro andrà sempre peggio perché ora avranno sulla testa la spada di Damocle delle elezioni anticipate che la Lega potrebbe invocare a ogni consiglio dei Ministri in cui ci sarà qualcosa che non quadra. Conviene forse a loro staccare la spina al governo e tornare a votare per salvare il salvabile prima di scomparire definitivamente.

La Sinistra (intesa come rassemblement) non ha raccolto nulla. Condivido le parole di oggi di Peppino Caldarola. Sono ormai esperienze fuori dalla storia, senza radicamento. Servono solo all’auto conservazione del personale politico che di volta in volta si ricicla ‘a sinistra’ con sigle sempre diverse, raccogliendo più o meno gli stessi consensi.
Per fortuna, però, in Europa (perché di elezioni europee si parlava e lì si fanno i conti) Salvini e i nazionalisti/sovranisti prendono solo il 7%. I gruppi più grandi restano i Popolari e i Socialisti, che stavolta non sono autonomi (per fortuna). Sarà obbligatorio aprirsi almeno ai Liberali e ai Verdi per costruire una maggioranza stabile al parlamento europeo. Proprio in questi ultimi, votati in larghissima parte dai giovani nel nord Europa, vedo una speranza di una nuova sinistra moderna e interessante. Lo sapremo presto.

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