Rossi in uno studio Tv

Enrico Rossi: “Caro Renzi, al Pd serve un cuore più di sinistra”

E’ una domenica che mette fine ad una sorta di pausa (se mai c’è stata) della politica. Due lunghe interviste su due quotidiani apparse oggi danno, infatti, un’accelerata decisa al confronto politico. A pochi giorni dal pronunciamento, atteso per il 24 gennaio, della Corte costituzionale sull’Italicum. E tutto sembra ripartire proprio dalla legge elettorale sostitutiva dell’Italicum che il Parlamento dovrà approvare. Mattarellum, proporzionale, la Corte salverà il ballottaggio?

Ha rotto il silenzio post referendum il segretario del Pd, Matteo Renzi, con un’intervista rilasciata all’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro. Ma sempre oggi, sul Corriere della Sera, troviamo un’altra intervista, a Silvio Berlusconi.

Come se a monte ci fosse una regia, il segretario del Pd e il leader di Forza Italia dichiarano lo stesso giorno. A prima vista, nelle dichiarazioni di Renzi, che dice di voler ripartire dai propri errori, colpisce l’assoluta mancanza di novità di linguaggio e contenuti dopo le dimissioni da premier per la pesante sconfitta referendaria. “Noi guardiamo avanti, non indietro“; “Adesso c’è il presidente Gentiloni cui va tutto il nostro sostegno“; “Meno slide più cuore“, “Solo un vigliacco scappa nei momenti di difficoltà“, etc. Ma con quali programmi, con quali idee pompare questo cuore che dovrebbe pulsare al posto delle slide nulla. Solo una strenua difesa del passato, di tutte le scelte dei mille giorni di Governo. Come se il referendum costituzionale non ci fosse mai stato, come se alle ultime due tornate amministrative non si fosse mai votato e il Pd non avesse mai perso.

L’eterno ritorno“, titola il suo post su Facebook a commento delle interviste di Renzi e Berlusconi il Presidente della Toscana Enrico Rossi, che al prossimo congresso sfiderà Matteo Renzi per la segreteria del Pd.

“Si legge – scrive Rossi, su Facebook, il cui testo è stato poi pubblicato anche su Huffington Postche l’Italia aspetta, come si sapeva, la Corte Costituzionale per fare la legge elettorale, ma anche la Corte di Giustizia Europea, a cui Berlusconi chiede di essere riabilitato per poi candidarsi alle elezioni; disponibile, a seconda del risultato, a fare accordi con il PD per il governo del Paese“.

Per Rossi serve una dichiarazione pregiudiziale: “Io penso che il PD – è la richiesta – debba subito dichiarare la propria contrarietà a questa ipotesi di intese e di governo. Essa non riuscirebbe certo a risolvere i problemi dello sviluppo e della produttività del Paese, né a dare risposte ai bisogni dei giovani, dei precari, dei disoccupati, dei lavoratori dipendenti e dei ceti medi in difficoltà. Anziché una svolta a sinistra si otterrebbe proprio il contrario: un’ulteriore scivolamento a destra, a difesa degli interessi dei ceti dominanti e dei gruppi sociali più forti. Avremmo il governo delle ulteriori detassazioni generalizzate, dei tagli alla spesa sociale e delle riduzioni dei diritti dei lavoratori. Non può essere questa la nostra prospettiva“.

Il pericolo che si correrebbe con una prospettiva del genere è evidente: “Essa finirebbe – scrive Enrico Rossiper alimentare ancor di più il vento nelle vele della protesta e dei populismi, a cominciare dal M5s a cui si aprirebbero praterie per raccogliere a man bassa consensi“.

Cosa fare allora? Rossi propone un programma di sinistra “forte e radicale nei contenuti, incentrato sulla lotta all’evasione, sulla redistribuzione della ricchezza e sul lavoro, attraverso politiche di investimenti e di spesa pubblica. Un programma che parli alla sinistra e al centrosinistra e sia in grado di costruire una coalizione ampia di forze vincenti“.

Cosa avrebbe dovuto dire Renzi che invece non ha detto nell’intervista a Repubblica? “Renzi – secondo Rossi – non può eludere questi temi e deve pronunciarsi in modo esplicito, tenendo conto anche della possibilità che la proposta di future larghe intese non nasconda un tranello anche nei suoi confronti. Sarebbe davvero una grande delusione per tutti, anche per quella parte di sinistra che in lui ha creduto, se la spinta alla rottamazione finisse con un’intesa stabile di governo con Forza Italia e con Berlusconi“.
Quest’ultimo ci fa sapere che secondo lui la “Corte di Strasburgo dovrebbe tenere conto del fatto che non è in gioco solo il destino di un cittadino europeo – sarebbe comunque una cosa importantissima – ma la democrazia di un grande Paese europeo“.
In altre parole, il cavaliere chiede all’Europa una giustizia modellata sui suoi interessi. Noi continuano a pensare che la legge è uguale per tutti.

Nella foto di copertina: Enrico Rossi nello studio della Rai di Firenze

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