Elezioni_2018

I panni della sinistra, oggi e per domani

Potere “al popolo”? Allora, viene da dire, potere al M5S, che raccoglie masse immense di “popolo“: come si fa a riconoscere “il popolo“, qual è “l’analisi del sangue” che può rivelare la natura delle moltitudini di persone che reclamano diritti e sono esasperate dalle difficoltà del vivere e che chiedono risposte ad un attore politico preciso ed a lui numerosi si affidano, respingendo con forza (e perfino con sdegno, a sentire tante testimonianze) coloro che innalzano vessilli polverosi e sdruciti che vorrebbero richiamare “il popolo” oppure la “classe” (degli operai, dei lavoratori di ogni tipo, dei sottoproletari, o comunque ci piaccia dire) e che non vengono riconosciuti come rappresentanti credibili ed affidabili, salvo che in minuscole, ed anzi ridicole, percentuali di adesione del 3% o perfino dell’ uno-per-cento (ed è bene non fare commenti, ad evitare ulteriori sanguinose lacerazioni, su chi esulta per quei microscopici risultati, scambiandoli per promessa di futuro, dimenticando che anche il moribondo emette qualche debole fiato, finché non esala l’ultimo definitivo respiro)?

Il dilemma enorme che sale poderoso da queste ultime elezioni: quale sinistra è ancora possibile; sotto quali panni e sembianze bisogna andarla a cercare per poter ancora sperare di tenerla in vita e, col tempo che occorrerà, farla crescere e darle poi (molto poi) il posto che merita, libera finalmente da maschere; a chi bisogna unirsi per poter davvero aiutare la sinistra ed i suoi ideali a non essere affossata per sempre? Possiamo storcere il naso, ma è questa la questione che richiede urgenti risposte. Urgenti: vuol dire giorni, non mesi e tanto meno anni. Il fiato è corto, cortissimo, ed i battiti deboli e radi: basta guardare l’unice vera realtà, quella dei numeri, come fa il medico serio quando misura la pressione e le pulsazioni vitali.

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