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Il dovere di fare un partito. Il diritto dei nostri elettori ad averlo

Una lista che ottiene più di un milione e centomila voti ha il dovere di farsi partito. E’ qualcosa che quella lista, quei dirigenti che l’hanno prima promossa e poi, nel bene e nel male, guidata debbono ai propri elettori. E’ di qui che si riparte. Anche e soprattutto se dal risultato elettorale ci aspettavamo almeno qualcosa in più. Per farsi partito, un partito vero, qualcosa di solido e di reale, alla quale da molto tempo si è persa l’abitudine ci vuole un Congresso da fare nei tempi più rapidi possibile. Per quanto mi riguarda io auspicherei che si possa fare un Congresso alla vecchia, con tanto di delegati eletti dalle sezioni e accompagnato da quelle che una volta erano le commissioni paritetiche che accompagnavano il percorso congressuale.

Ieri si è svolta una importante riunione della direzione e dei coordinatori di Mdp Articolo 1. A quanto ho capito dalle informazioni ricevute dai compagni (i giornali non sono stati e non sono tuttora particolarmente generosi nel riferire delle nostre iniziative) è stato indicato un percorso (il più unitario possibile con le altre forze che si sono riconosciute in LeU): conovocazione da subito di un’assemblea nazionale da tenere ad aprile per aprire la fase costituente del nuovo partito che vedrà la conclusione a settembre. Io mi auguro con un congresso.

Un percorso politico, dunque con un obiettivo organizzativo da raggiungere con tappe che partano proprio dalla necessità di organizzarsi sul territorio e a livello nazionale. Il tutto senza perdere neanche un minuto di tempo. Ricordiamo quale grande danno hanno fatto alla nostra lista i lunghi tentennamenti e tira e molla attorno all’ipotesi (verificatasi alla fine impercorribile) della leadership di Pisapia. E’ un richiamo rivolto a noi stessi e alle altre forze che ci accompagneranno (è il mio augurio) in questo percorso costituente.

Naturalmente un partito non è soltanto uno strumento organizzativo. La sostanza gliela danno i contenuti politici, a partire dai valori e dalle idee forti. Se no non si fanno partiti ma agglomerati liquidi con obiettivi elettorali prima che politici. L’esperienza del Pd di Renzi ce lo ha insegnato. Indicherei tre punti prioritari: Lavoro, Socialismo, ed Europa.

1) Il lavoro vuol dire politiche che siano in grado di combattere le attuali diseguaglianze: lotta al precariato, rilancio forte della questione meridionale come ci impongono le disparità occupazionali tra Nord e Sud. Obiettivi, questi, che ci impongono di trovare un forte collegamento con i sindacati a cominciare dalla Cgil e dalla Fiom e di indicare la strada per concrete politiche attive del lavoro. Altro che riforma Renzi-Poletti!

2) Altrettanto chiaro dovrà essere il nostro richiamo al socialismo. Dobbiamo essere la sinistra riformista e il campo di questa è lo spazio socialdemocratico: quello che si richiamava a Brandt, Palme, Schmidt, senza deviazioni blairiste e senza mutamenti di rotta macroniani e con grande attenzione alla straordinaria attualità dei laburisti di Corbyn e deidemocratici americani di Sanders.

3) Quanto all’Europa dobbiamo avere l’obiettivo di una Europa che si richiami davvero al manifesto di Ventotene, che sia un’unione affidata alla politica e non soltanto alla finanza e alla Banca centrale europea. E’ davvero “europeista” un’Europa nella quale ad una Costituzione europea sovranazionale se ne è affiancata un’altra intergovernativa dopo che i parlamenti nazionali hanno sì conferito nuovi poteri all’Europa ma a patto di cogestirle attraverso i governi nazionali? Mi chiedo se in questo quadro la proposta di “più Europa” finisca per trasformarsi in una sorta di “Europa a prescindere“. Anche dall’europeismo.

Questi, secondo me, il percorso, i principi e lo spazio politico nel quale collocare il nuovo partito. A cominciare dalla fase costituente. La quale è nei fatti già cominciata. Anche su L’Argine con i contributi di collaboratori e militanti che in questi giorni, dopo un risultato elettorale non positivo, non si sono limitati a interrogarsi sulla ragioni di una sconfitta, ma hanno avanzato ipotes e proposte per andare avanti. Altrettanto sta accadendo sul Magazine on line di Articolo 1 dove su iniziativa del direttore Chiara Geloni si è di fatto aperta una sorta di tribuna congressuale tra i militanti dallo spiritoso titolo “Ricomincio da tre virgola qualcosa“, che richiama il fortunato film di Massimo Troisi.

Naturalmente Liberi e Uguali ha una sua presenza parlamentare e non può, quindi, non essere in campo nel complicato avvio della Legislatura. Non possiamo prescindere dal ruolo che gli elettori hanno affidato al Movimento 5 stelle, dal fatto che molti dei voti che noi ritenevamo di poter portare via dal bosco in realtà quel bosco lo avevano attraversato e in molti casi erano finiti in territorio grillino. Ebbene, io credo che abbia ragione Enrico Rossi. Dobbiamo discutere con tutti. Quindi anche con i grillini, sui quali però manteniamo un giudizio negativo per come abbiamo percepito la loro idea di democrazia. E allora (cito Rossi) dobbiamo incalzarli per chiedere loro cosa intendono per repubblica dei cittadini e democrazia diretta e come queste si concilino con la nostra Costituzione. Magari cercando di farci spiegare anche quali siano i rapporti con un’azienda privata che gestisce le elezioni on line del movimento.

Quanto al Pd massima attenzione e opportuna distanza. Qualcosa certo si muove. Basta vedere la reazione scomposta dei dirigenti renziani a molte delle cose emerse da una riunione di sinistra dem, alla quale ha partecipato anche il neocoordinatore Martina. Ma il nostro al momento è un altro percorso. E tende a fare un partito, magari piccolo, ma molto determinato a essere partito. E come tale a confrontarsi con altri (a sinistra soprattutto) da pari a pari. Naturalmente da partito responsabile e delle istituzioni faremo di tutto per facilitare il compito del presidente della Repubblica per individuare una soluzione in grado di far partire la Legislatura.

Foto in evidenza: Novembre 1972, delegazione vietnamita in visita a Venezia, PCI sezione “Alfredo Vivian” (San Barnaba) [archivio famiglia Vianello]

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