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Il dovere di una generazione

Un disastro annunciato, non ci sono più argini che tengano alla crisi della Sinistra.

Le elezioni amministrative hanno visto una bassissima partecipazione al voto, quasi ovunque sono andati a votare meno della maggioranza degli aventi diritto, molti sindaci sono stati eletti con il 35/40 % di affluenza, un serio allarme democratico.

Il secondo dato è stato quello dell’avanzamento impressionante della Destra a trazione leghista, Lega ormai egemone nel centrodestra e anche sul movimento 5Stelle, Lega che non fa solo campagna elettorale sulle paure della gente, forzando i sentimenti del popolo contro gli immigrati o i rom, la Lega fa campagna elettorale sulla vita materiale delle persone, sulla questione sociale, sui diritti e le tutele del lavoro, sul welfare e sui servizi, sui prezzi dei beni essenziali e sul fisco, forza radicata sul territorio e ferma sui temi cari alla gente comune.

La destra trionfa nelle città della Toscana Rossa di Siena, Massa e Pisa, fortezze della sinistra, trionfa votata dagli operai a Terni capitale dell’acciaio in Italia, trionfa nelle cittadine di Ivrea in Piemonte e Imola in Emilia Romagna, governate dal dopoguerra da sindaci comunisti e poi ex comunisti.

Il centrosinistra ha subito un colpo durissimo, ha perso quasi tutte le sfide.

Tuttavia, nei pochi cadi dove prevalere sono le forze progressiste c’è un dato interessante che va sottolineato, la maggioranza delle vittorie del centrosinistra sono merito di indipendenti di Sinistra, civici che hanno guidato coalizioni aperte alla società e ai corpi intermedi.

In molti i casi, quindi, i partiti del centrosinistra come il PD ma anche LeU non sono stati in grado di aggregare e presentare ai cittadini un progetto convincente che aveva la sufficiente forza di rimanere estraneo all’andata nazionale in favore del centrodestra.

A Brindisi vince Riccardo Rossi, un ingegnere, un uomo simbolo della Sinistra della città pugliese che ha formato una colazione larga con un apporto fondamentale di molti giovani; a Roma, in entrambi i municipi in cui si è votato, vincono due candidati indipendenti del centrosinistra che precedentemente avevano sconfitto alle primarie i candidati ufficiali del PD: sono Giovanni Caudo per III Municipio e Amedeo Ciaccheri per l’VIII che aveva vinto al primo turno, entrambi provenienti da realtà associative di quei quartieri. Anche li ci sono state coalizioni ampie. A Teramo vince Gianguido D’Alberto, 41 anni: si dimise un’anno fa da Capogruppo del PD in consiglio comunale e lasciò quel partito, decise di candidarsi qualche mese fa, aggregando intorno a se mondi delle professioni, del volontariato e dell’attivismo cittadino, fu inizialmente osteggiato dal PD locale, che gli chiese di ritirarsi ma D’Alberto rimase, forte della comunità che aveva messo insieme, di cui facevano parte molti militanti dem, infatti il Partito poi scelse di appoggiarlo, e Gianguido D’Alberto ha trionfato contro il “Modello Teramo” che per 14 anni è stato il nome e della coalizione di centrodestra che ha guidato la città e anche per alcuni anni la Regione Abruzzo.

Il giovanotto novantaquattrenne Emanuele Macaluso ha scitto:

“Sono certo che in Italia la sinistra tornerà ad avere un ruolo determinante nella vicenda politica italiana. Ma io non ci sarò più. Vorrei, però, oggi vedere che ci sono dei giovani che non si rassegnano e decidono di agire politicamente, a combattere per costruire la sinistra, senza nostalgie ma con un senso della storia. E occorre intrecciare questa battaglia politica e culturale con un’opposizione incisiva nel Paese a questo governo e a questa maggioranza. E certamente in parlamento”.

Sono d’accordo con lui, la maggioranza della classe dirigente della sinistra ha fallito, non solo capaci di perdere le elezioni politiche, ma anche immobili per i mesi successivi, nessuna idea, poche e vaghe proposte, nessuno scatto in avanti degno di nota, nemmeno una battaglia o una campagna sulle politiche sociali, sulla povertà, sulla crisi industriale.

Tutto fermo, dopo anni di scelte sbagliate oggi quelle stesse persone non scelgono più.

Con i post su Facebook e i Tweet ci fai poco se non hai un messaggio chiaro da veicolare, bisogna stare FISICAMENTE nei luoghi della sofferenza, davanti ai cancelli delle fabbriche e li parlare con chi ci vive e lavora, diffondere un messaggio e un’idea di società, che precedentemente, con franchezza e chiarezza si è esaminata nelle dovute sedi.

Ora le centinaia di ragazze e ragazzi come me, che per anni hanno fatto i volontari nelle campagne elettorali, che si impegnano nei territori, che studiano sono chiamati a fare non uno ma 1000 passi in avanti per prendersi delle responsabilità e toglierne molte a chi ha fallito, da una nuova generazione che respira a pieni polmoni le incertezze, le ipocrisia, i malumori e le prepotenze di questa società deve partire una voglia di riscossa e lotta per un mondo migliore, per un’Italia diversa dove i ricchi e i prepotenti non la facciano da padroni, un’Italia dove il migrante e il disoccupato non si scannino per le briciole ma combattano per ottenere di più da chi tiene quasi tutto il pane per se.

La rottamazione non serve ma occorre dare l’occasione a una nuova generazione della Sinistra di fare di più, di correre dei rischi, di rappresentare un pezzo della società in un mondo che cambia.

Ci vogliono giovani in gamba, ribelli, appassionati e maturi, io ne conosco tanti, spero che escano presto allo scoperto.

Foto in evidenza: Gianguido D’Alberto, nuovo sindaco di Teramo, e la sua “squadra”

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