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Il successo di AfD dimostra che i partiti di sinistra devono diventare radicali

Traduzione dell’articolo di Paul Mason pubblicato sul Guardian con il titolo “The AfD’s breakthrough shows that parties of the left must get radical” (25 settembre 2017).

«Alcuni di noi iniziano a credere che sia la fine del progetto». Ecco come un dirigente socialdemocratico mi ha parlato del futuro del socialismo tradizionale la scorsa settimana. L’umiliante fallimento della SPD nelle elezioni tedesche di domenica avrà fatto ben poco per migliorare l’umore generale. Dopo 12 anni passati a fare gli assistenti della Merkel, andranno all’opposizione, privi di una strategia e giustamente preoccupati per i successi del partito di estrema destra AfD.

Se i leader della socialdemocrazia tedesca si sentono responsabili del proprio collasso e delle conquiste dell’estrema destra, possono almeno consolarsi col fatto che non sono da soli. Il partito socialista francese è evaporato durante la campagna elettorale per le presidenziali di quest’anno; il partito laburista olandese è scivolato al 5,7%, il partito socialista austriaco va verso la sconfitta nelle elezioni del prossimo mese – che molto probabilmente porteranno al potere la prima coalizione in UE di conservatori tradizionali e neo-fascisti.

La diagnosi condivisa all’interno dei partiti europei di centro-sinistra è che o sono stati troppo a lungo all’interno di grandi coalizioni o sono diventati blandi tecnocrati, facilmente superati da vivaci populisti di destra e di sinistra. Ma il problema è più profondo. Il modello economico neoliberista, che la socialdemocrazia ha cercato di ammorbidire e di umanizzare, non funziona più. […]

Come scrive William Davies – docente di economia politica alla Goldsmiths University of London – dopo il 2008 il neoliberismo è diventato “letteralmente ingiustificato” […]. È sopravvissuto attraverso una serie di azioni di Stato arbitrarie, senza nessuna ideologia a supporto. Da allora, la gente comune, in Europa, ha visto diminuire la propria ricchezza, il futuro dei proprio figli diventare sempre più incerto e una élite incentrata sulla finanza e lo sviluppo della ricchezza arricchirsi sempre di più. […] Le persone chiedono a gran voce risposte coerenti e, per alcuni, il nazionalismo economico e la xenofobia appaiono più coerenti di quello che offre il centro.

Finché la sinistra non imparerà a rompere con la logica del neoliberismo e a costruire un modello economico che subordina le forze di mercato ai bisogni umani, continuerà a fallire. L’obiettivo non è rammendare o modificare leggermente il modello economico neoliberista, ma rimpiazzarlo […].

Come prima cosa è necessario smetterla di dipingere i piccoli ma vibranti partiti di sinistra come “populisti”, o “pericolosi quanto la destra”. Invece, i socialdemocratici devono imparare dalla sinistra radicale e impegnarsi con loro sia dal punto di vista ideologico che da quello tattico. La coalizione che governa il Portogallo – formata dai socialisti e dai partiti di sinistra radicale – ha rivitalizzato lo stato sociale con un’iniezione di denaro, scongelando le pensioni, aumentando i sussidi per le famiglie e le persone disabili e rilanciando l’occupazione giovanile. Syriza, in Grecia, ha eclissato lo storico partito socialista, il Pasok, non solo con un momento, nel 2015, di eroica ribellione alla BCE e al FMI – ma anche dimostrando competenza al governo e una relativa immunità alla profonda corruzione che pervade il resto della politica. In Irlanda, lo Sinn Féin e sei parlamentari della coalizione di sinistra radicale sono diventati una voce molto più forte in difesa della giustizia sociale rispetto al pallido partito laburista.

Solo un partito tradizionale della socialdemocrazia europea ha iniziato la trasformazione necessaria: il Labour nel Regno Unito. Alla conferenza di quest’anno le strette strade di Brighton si sono trasformate in un turbinoso luogo di discussione sulle politiche del socialismo moderno. I pub, gli angoli delle strade, i bar, le file infinite per le iniziative a margine e, ovviamente, le spiagge si sono riempite di giovani militanti del Labour, entusiasti e colti, che si stanno preparando per la radicale trasformazione della Gran Bretagna. […]

Il marxismo è ovunque nel Labour moderno. Domenica sera c’era una fila che faceva il giro dell’isolato per ascoltare l’antropologo marxista David Harvey. In maniera più pervasiva, una forma gradualista di marxismo parlamentare basata sulle idee di Antonio Gramsci, resa popolare dal sociologo Stuart Hall, rappresenta l’ideologia politica di base di molti membri del Labour sotto i quarant’anni. E forma l’essenza ideologica della socialdemocrazia radicale che il Corbynismo ha creato.

Il deputato laburista Clive Lewis ha strappato molti applausi durante un altro incontro, quando ha fortemente criticato il settarismo del suo partito nei confronti di Caroline Lucas e dei Verdi. Molte persone vicine al Labour, me compreso, vogliono vedere un’alleanza strategica fra questo, i nazionalisti progressisti e i Verdi anche se il partito laburista dovesse avere la maggioranza assoluta. Allo stesso modo, l’entità della trasformazione necessaria in Europa avrà, bisogno di coalizioni progressiste il più forti possibile. […]

Nella foto di copertina: Illustrazione di Matt Chase

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