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Il telefono “compagno”

Il 30 aprile 2017 non sarà ricordato come un giorno di festa e di partecipazione per il centrosinistra italiano. Al termine delle più tristi e insipide primarie dell’ultimo decennio, vincerà Matteo Renzi.

Vincerà proponendo un agenda sociale ed economica fotocopia di quelle dei partiti liberali e centristi di tutta Europa e dichiarando apertamente la propria indisponibilità ad una ricostruzione del centrosinistra italiano. Vincerà nonostante gli appelli di Giuliano Pisapia e delle sue ottime proposte unitarie. Con buona pace dei tanti che sono rimasti nel Partito Democratico per provare a condizionarlo dall’interno e ad orientarlo verso sinistra.

In questi anni abbiamo visto una mutazione genetica del centrosinistra italiano. Abolire l’imposta sulla prima casa anche per i ricchi, accettare l’idea del taglio indiscriminato della spesa pubblica promuovendo la politica dei “bonus” già inaugurata dalla destra negli anni di Berlusconi, privatizzare senza colpo ferire i servizi pubblici locali, considerare l’ambiente un ostacolo per lo sviluppo economico. Tutto é diventato normale, anche per gran parte dell’elettorato (residuo) del PD.

Oggi sarà il giorno in cui questo percorso avrà un suo definitivo e, probabilmente, irreversibile passaggio. É lontano il 2013, quando anche chi – come me – non votò per Renzi come Segretario del Pd, pensava comunque che il Partito potesse essere unito e plurale. É lontano il 2014, quando alle europee tanti elettori di sinistra contribuirono al famoso 40% che dette a Renzi la spinta propulsiva per governare nel biennio successivo. Stasera il risultato delle primarie darà un indirizzo chiaro e credo che tutti – oggi – siano consapevoli del fatto che questo esito sarà un vero e proprio sfratto alla sinistra. Del resto, é l’ultimo giorno del mese.

Ecco quindi che Articolo UNO, che in questi due mesi ha costruito in tutta Italia momenti di aggregazione e di incontri per riunire un popolo diviso tra diverse forze politiche, può diventare la struttura di base capace di riaggregare un vasto campo del centrosinistra italiano. Lo spazio per il successo di questo Movimento in un momento storico in cui la politica non versa in buona salute e non ha credibilità, esiste. Esiste se sapremo aprire le nostre sedi e le nostre porte a forze politiche organizzate ed a tanti elettori che avevano abbandonato il centrosinistra negli anni scorsi. Esiste se sapremo rinnovarci, definendo chiaramente un’identità a tre colori.

Il rosso, dei nostri valori e della nostra storia. Il rosso della rosa socialista e del garofano del Primo Maggio. Il rosso della bandiera del PCI e della CGIL, vessilli che hanno unito milioni di italiani in battaglie che hanno fatto la storia di questo paese: dallo lo Statuto dei Lavoratori fino alla recente campagna per abolire i voucher.

L’arancione, delle esperienze civiche progressiste nate in Italia nell’ultimo decennio e capaci di aggregare su singoli progetti amministrativi o politici un vasto campo di elettori che fatica a schierarsi nei partiti nazionali.

Il verde, di una politica ecologica moderna capace di mobilitare milioni di persone in battaglie fondamentali come quella del superamento dell’energia da fonti fossili, della lotta al consumo di suolo o della gestione pubblica di servizi fondamentali come la distribuzione dell’acqua.

Questi sono i colori che possono recuperare milioni di persone in un progetto che non deve fondarsi sulla nostalgia verso il passato ma in una aspettativa di cambiamento del futuro.

Per questo a Reggio Emilia abbiamo aperto una nuova di Articolo UNO che sarà aperta al pubblico proprio da domani, giorno della Festa del Lavoro. Lo sfratto alla sinistra fatto dal PD, domani diventerà esecutivo ed oltre ad una nuova casa – proprio di fianco alla piazza ed alle lapidi che ricordano i Martiri del 7 Luglio 1960 – abbiamo messo a disposizione dei tanti cittadini che si sentiranno smarriti un numero di telefono. Il “telefono compagno” una linea telefonica rossa, arancione e verde per coloro che cercano una nuovo spazio politico da abitare.

Pochi giorni fa abbiamo ricordato Antonio Gramsci, ad 80 anni dalla sua scomparsa. Gramsci – con la sua vita, con la sua prigionia e con la sua drammatica morte in carcere – ci ha insegnato che la politica può credere in sé stessa e diventare uno strumento del cambiamento nelle mani del popolo. Il “telefono compagno” di Reggio Emilia, la città dei Fratelli Cervi e dei Martiri del 7 Luglio, nasce proprio per questo: riaprire un canale diretto tra un intero popolo e chi si propone per rappresentarlo.

Nella foto di copertina: Il telefono compagno di Articolo 1-MDP di Reggio Emilia

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