Nel Partito Democratico non ci sono solo gli entusiasti e sono in tanti ad avere delle perplessità su diversi aspetti di questa riforma.

Il Senato che sopravvive con una ripartizione dei poteri non chiara, la riduzione del ruolo delle Regioni, l’abbinamento tra la riforma ed una legge elettorale che mette nelle mani di un solo Partito la gran parte dei poteri.

Ciascuno farà un bilancio di queste valutazioni. Alcuni diranno che comunque nel complesso si può votare , altri voteranno No. Sono entrambe posizioni da rispettare.

Io voterò No. Lo farò per ragioni di merito e non condivido l’idea che un Governo metta la sua testa sul patibolo facendo del referendum un voto pro o contro l’esecutivo. Questo atteggiamento danneggerà il PD ed il Governo stesso.

Ho letto che alcuni propongono di aggiungere al nome “Feste dell’Unità” il sottotitolo “per il Si” ed ho visto le dichiarazioni di alcuni esponenti del Comitato per il Si orientate a delegittimare chi la pensa diversamente.

Mi sembra tutto eccessivo. Sarebbe anche opportuno lasciar stare i morti, il dibattito tra i vivi mi sembra più che sufficiente. Parallelamente non penso – come invece dicono alcuni sostenitori del NO – che chi vuole la riforma abbia in testa un regime autoritario.

Io non faccio gli esami del sangue a chi dice ed a chi dice No e credo che questo atteggiamento da guerriglia non aiuterà né la causa del SI né il centrosinistra quando – il giorno dopo il referendum – si dovrà pensare a come unire la maggioranza degli elettori su una proposta di Governo.

Con la delegittimazione sistematica di Cgil, ANPI, Arci, il Partito Democratico farà fatica a vincere le elezioni con un programma di centrosinistra. La rappresentante del Coordinamento per il Si della mia città è arrivata persino a definire “stupidi” coloro che votano NO. Per poi scusarsi a fronte delle polemiche. Forse sono un po’ stupido anche io, ma ricordo una battuta di Forrest Gump: “stupido é, chi lo stupido fa“.

Il giorno dopo il referendum, si parlerà di elezioni politiche. In Emilia-Romagna nel 2014 hanno votato il 37% degli aventi diritto. Tantissimi elettori si stanno allontanando dal Partito Democratico perchè trasformare una comunità politica ricca e plurale nel comitato elettorale del capo di turno, genera confusione e disaffezione. Se si vuole evitare una lunga stagione di governo della destra o la consegna del paese a grillo, servirà avere l’intero popolo del centrosinistra mobilitato nel giorno delle elezioni – soprattutto in quello del ballottaggio. Come é avvenuto in Austria.

Una Riforma Costituzionale difficilmente può nascere da un Parlamento che si regge su un equilibrio diverso da quello deciso dagli elettori. E ricordiamoci cosa ha significato, fino a pochi anni fa, avere un Primo Ministro che scriveva leggi per risolvere i propri problemi personale. Una simile stagione potrebbe ritornare e sarebbe favorita da questa Riforma.

In molti, anche per il clima che si sta creando, preferiscono non esporsi. É legittimo. Io – da componente della Direzione Nazionale del PD e da persona che milita in questo Partito – preferisco dire in maniera diretta quello che penso sapendo che a molti dirigenti questa posizione personale non sarà gradita. Se ne faranno una ragione e la rispetteranno.

Pur votando NO, la mia libertà di espressione sulla riforma non si trasformerà in un voto contro una parte rilevante della comunità politica di cui faccio parte. Non sarò tra coloro che useranno il referendum sulla Costituzione come un’arma per la resa dei conti interna ad un Partito. La Costituzione merita di più ed é su quella che esprimerò il mio voto.

Se la campagna referendaria avrà lasciato solo macerie, credo che vincere le prossime elezioni – per il PD – sarà davvero difficile. Temo che ci sarà un giorno in cui guardandoci indietro diremo: ma come abbiamo fatto, pensando che così si potesse vincere, a consentire così tanti abbandoni, a sposare proposte così distanti da quello che siamo sempre stati? A quel punto credo che capiremo che Berlusconi ha culturalmente vinto quando ha politicamente perso. E che la forza di determinati messaggi ha toccato anche noi, che ci ritenevamo diversi ed immuni.

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