Luigi_DiMaio

La “genialata” si sgonfia?

Come era facile prevedere, all’indomani del voto, più che il risultato elettorale – eccellente per i 5Stelle e la Lega – a dettare l’agenda politica è il calendario delle scadenze economiche. Primo tra tutti il DEF, che, salvo proroghe probabili, va presentato al Parlamento entro il 10 aprile per essere approvato e inviato alla Commissione Europea entro il 30 stesso.
Nel frattempo Gentiloni e Padoan si sono prudentemente tirati fuori da una questione molto spinosa, facendo sapere che il DEF che proporranno alle Camere conterrà indicazioni sull’andamento tendenziale dei conti pubblici a “legislazione vigente”. Senza, quindi, misure per disinnescare l’aumento IVA (attorno a 15 miliardi) che scatterà dal 1 gennaio 2019 e senza la “manovrina” di almeno 3,5 miliardi chiesta dalla Commissione Europea per conseguire gli obiettivi di deficit 2018.

Ho parlato nell’articolo dell’8 marzo su questo giornale della “genialata” con la quale il prof. Pasquale Tridico, si è guadagnato la nomina a ministro del welfare (per ora ombra) dei 5Stelle, http://www.largine.it/index.php/la-genialata-cosa-si-nasconde-dietro-al-reddito-di-cittadinanza/. In un post di stamane sul “blog delle stelleTridico precisa, e molto corregge, le sue idee bislacche volte ad aumentare nell’immediato la disoccupazione e così tentare di prendere in giro la Commissione Europea per ottenere la flessibilità necessaria a “finanziare” a debito il reddito di cittadinanza (in prosieguo RdC).
Della inconsistenza della proposta deve essersi accorto anche lo staff della Casaleggio & C. – vera padrona della politica pentastellata – poiché filtra già che il RdC starà “fuori” dal DEF, o, meglio, degli emendamenti che i 5Stelle proporranno al DEF “tendenziale” di Padoan. Piano piano il RdC tende a somigliare sempre più, nelle dimensioni e negli stanziamenti, al Reddito di Inclusione, per il quale sono stanziati 4 miliardi con la Legge di Bilancio 2018.

Ciò premesso, anche per comprendere la fantasiosità con la quale i 5Stelle cambiano le carte in tavola, è interessante quanto afferma oggi Tridico: “Lo Stato sosterrà economicamente chi oggi non raggiunge la soglia di povertà indicata da Eurostat, in cambio dell’impegno a formarsi e ad accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro, purché siano eque e vicine al luogo di residenza”.
Attenzione alle parole: “equo” e “vicino alla residenza”. Già smentendo quanto lo stesso Tridico e pure Di Maio, per la verità, affermavano di recente: “fino ad oggi domanda ed offerta si incontrano esclusivamente su base provinciale, o al massimo regionale. Non ci sono, se si escludono i Neet, banche dati uniche. Per fare un esempio i centri per l’impiego di Trento non dialogano con quelli di Napoli. Li metteremo tutti in rete…. Una volta trovato, anche su scala nazionale, un lavoro confacente alle caratteristiche del cittadino non si potrà rifiutare la proposta, pena la perdita immediata del sussidio”.
Nella nuova versione dell’economista grillino, l’obiettivo del chilometro zero entra a pieno titolo anche per il lavoro, non solo per il cibo.
Si provi ad immaginare quanti posti di lavoro “equi e confacenti alle caratteristiche del cittadino” potranno reperire al Sud e nelle Isole questi Centri per l’Impiego, riformati dopo i fantastici corsi di formazione (ovviamente con docenti pure loro a chilometro zero).
Grazie alla “genialata” di Tridico almeno 1 milione di “scoraggiati” che non cercano lavoro verranno spinti a iscriversi ai Centri per l’Impiego – condizione essenziale per ottenere il RdC – e andranno così ad aumentare la forza lavoro, nella quale entrano i disoccupati ma non gli “scoraggiati”. Questo farà aumentare l’output gap, la differenza cioè tra PIL potenziale ed effettivo, perché 1 milione di disoccupati saranno conteggiati nelle statistiche ISTAT. In tal modo, (uso le parole di Tridico che potrete trovare sul blog), possiamo mantenere lo stesso “deficit strutturale”, spendendo 19 miliardi di euro in più di oggi. E così pagare il RdC (17 miliardi) e i 2,1 miliardi per rafforzare i centri per l’impiego, cioè per assumere altre persone lì, a debito.

Da notare anche le copiature del non brillante programma del PD, quando il nuovo “guru” del lavoro parla di destinare almeno il 34% degli investimenti nel sud Italia. Aggiungendo, poi, la baggianata della Banca pubblica di investimento (non si può fare per le regole europee, ma questo è un dettaglio per i 5Stelle) che dovrebbe erogare credito agevolato (cioè in perdita) a micro, piccole e medie imprese. E infine non poteva mancare il salario minimo orario, presentato in pompa magna dall’ex segretario del PD, Matteo Renzi, peraltro ad un livello (9 euro l’ora) talmente elevato da incentivare – stavolta per legge – ancora più precarietà e lavoro nero.

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