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La proposta politica di Mdp per costruire il partito di Liberi e Uguali per rompere l’gemonia delle nuove destre

Con l’elezione (prevista e scontata) di Roberto Speranza a coordinatore nazionale si è conclusa l’assemblea politico organizzativa di Articolo 1 – Mdp. E si entra così nell’ultimo miglio per il processo costituente che ha l’obiettivo di mettere entro la fine dell’anno in campo il nuovo soggetto politico della sinistra, che tuttavia Speranza e gli altri dirigenti di Mdp, considerano già un partito politico vero e proprio che, con tutta probabilità, presenterà il suo simbolo alle prossime elezioni europee.

Un passo obbligato, come hanno spiegato Speranza e con lui Bersani, Rossi e altri dirigenti, per contrastare la concreta e pericolosa ipotesi di un’egemonia delle nuove destre che si prospetta dopo i primo passi del Governo cosiddetto gialloverde. Naturalmente in Mdp i conti si fanno con la realtà e con i numeri. E nessuno si nasconde il fatto che per realizzare questo obiettivo bisognerà realizzare delle alleanze (non dei fronti) da sviluppare nel corso del tempo. Magari anche con il Pd, anche se nel partito non più a trazione renziana, le resistenze e le difficoltà continuano a manifestarsi.

Il punto di attacco dovrà essere una piattaforma politica chiara e per certi versi “radicale e intransigente” che si rifaccia chiaramente al socialismo che rilanci il ruolo dello Stato soprattutto nelle politiche del lavoro e per il lavoro. E naturalmente neutralizzi le pulsioni sovraniste e razziste che prevalgono con grande evidenza nei primi comportamenti del Governo in carica. Vedi la questione migranti e gli scomposti attacchi del ministro dell’Interno allo scrittore Saviano.

Al centro comunque c’ è la questione del lavoro. E qui il nuovo soggetto politico non perderà al cuna occasione per contrastare con battaglie parlamentari adeguate la diffusione del precariato e la tentazione di riproporre i voucher. Obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere. Viste le posizioni di Lega, 5Stelle e anche di buona parte del Pd. “La sinistra – ha tagliato corto Speranza – non può rivolgersi a un giovane dicendogli di scegliere tra essere un precario o un disoccupato“. E qui francamente i problemi non vengono solo dalla maggioranza giallo verde. Visto che è di queste ore la notizia che il Pd ha presentato un emendamento al cosiddetto decreto dignità (che brutto titolo! ndr) per sopprimere l’articolo che aumenta le penalizzazioni economiche per chi licenzia i lavoratori. Un modo per essere anche più zelanti della Lega nel ridurre le tutele anche indirette per i lavoratori).

Come si vede al momento c’è la volontà per cercare di ampliare il più possibile il campo della sinistra, ma al tempo stesso come ha evidenziato anche Enrico Rossi, per il momento questo processo non sembra nè rapido nè facile. Rossi ha anche ribadito l’indispensabile ruolo dello Stato per tutelare ed emancipare i soggetti più deboli nel funzionamento del mercato del lavoro. Di qui la necessità di mettere in campo una proposta politica complessiva per incalzare sui temi costituzionali la maggioranza di governo e il Pd soprattutto sui temi del lavoro.

Molto la relazione di Speranza ma anche altri interventi hanno dedicato ai temi dell’Europa e alla necessità di mettere al centro dei valori del nuovo partito il sogno europeista messo da parte troppo spesso dagli europeisti di oggi per inseguire ideologie e feticci neoliberisti. Causa non ultima questa del fatto che in molti paesi proprio i meno abbienti abbiano cercato rifugio sotto le peggiori bandiere sovraniste, spesso degradanti verso veri e propri fenomeni xenofobi e razzisti.

E non a caso Pierluigi Bersani ha messo in guardia tutti da questa destra “non solo liberista, non solo sovranista, ma complicata e in grado di attrarre attenzione e simpatie da parte dei ceti popolari e dei giovani pure nel campo della sinistra“. Una vera grande “questione nazionale” che la sinistra deve affrontare con una adeguata piattaforma di valori e parole d’ordine per costruire l’alternativa a questa brutta destra.

Questi i contenuti e le buone intenzioni di una forza politica di sinistra, certamente non massimalista, che sa di essere minoritaria ma che ha ora il dovere di far contare quel milione e passa di voti che generosi militanti ed elettori le hanno affidato. Magari anche per costruire un campo più ampio in grado di contenere prima e battere poi le pulsioni di destra che ora prevalgono. Ma questo non dipenderà soltanto da Articolo 1 e neanche esclusivamente dal nascente Liberi e Uguali. Compito vasto e difficile, dunque, sul quale molti sono chiamati alla prova.


Foto in evidenza: L’assemblea politico-organizzativa di Articolo Uno-MDP

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