campia07dic2017155019

La Sinistra nel Paese dal quale gli immigrati fuggono

In materia di immigrazione, come è noto, la percezione diffusa non corrisponde realtà dei fatti (e dei numeri). Sembrerebbe che il nostro Paese sia invaso da orde di immigrati che, quando non trascorrono il tempo a violentare le donne e a organizzare attentati terroristici, rubano il lavoro ai nostri figli, nipoti e vicini di casa. Nulla di più falso, ci dicono i dati.

Come scrive Karima Moual su La Stampa del 6 Dicembre, «negli ultimi 8 anni, le immigrazioni nel nostro Paese sono diminuite del 48% (da 527 mila a 273 mila arrivi), mentre sono quasi triplicate le emigrazioni (da 51 mila a 145 mila, +184%). Nel 2007, il saldo migratorio netto (differenza tra arrivi e partenze) era 476 mila, mentre nel 2015 si è ridotto a 128 mila (-73%)». Il nostro Paese, che la retorica populista dipinge come meta agognata di tutti i migranti, in realtà è un posto in cui arrivano sempre meno immigrati. Inoltre, gli immigrati che da tempo risiedono in Italia (che molto spesso, al termine di un lungo processo di integrazione, hanno ottenuto la cittadinanza italiana) si trasferiscono in altri Stati europei. Lo fanno alla ricerca di condizioni di vita migliori, di una società più dinamica che offre maggiori opportunità di lavoro e realizzazione umana.

Tutto ciò, a mio avviso, dovrebbe aprire una profonda riflessione perché apre spazi di azione politica inediti per una Sinistra moderna che, al di là del sensazionalismo della politica identitaria e reazionaria, intende governare il fenomeno dell’immigrazione. Ci sono, dunque, due questioni rilevanti. In primo luogo, si assiste a una diminuzione del numero di immigrati. In secondo luogo, viviamo in una società immobile, che offre sempre meno opportunità, soprattutto alle fasce deboli della popolazione (tra cui gli immigrati, ma non solo!).

Come dovrebbe rispondere la Sinistra alle questioni appena elencate? La prima soluzione che potrebbe venire in mente si può riassumere nello slogan “Aiutiamo prima i nostri a casa nostra!”. Questa strategia richiede che prima di pensare alle condizioni degli immigrati, bisognerebbe sforzarsi per migliorare le condizioni degli italiani creando una società più aperta ed equa. È una strada non percorribile perché, oltre a essere contraria agli ideali di solidarietà e inclusione propri della Sinistra politica, ignora che molti di coloro che cercano un destino migliore in altri Paesi europei sono cittadini italiani a tutti gli effetti, anche se di origine etnica differente. Inoltre, una soluzione come quella che qui si sta sommariamente delineando implicherebbe una irrealistica chiusura delle frontiere, temporanea o duratura che sia. Chiudere più o meno totalmente le frontiere allo scopo di creare una società più giusta porterebbe a credere che l’immigrazione sia la causa principale (se non unica) delle diseguaglianze sociali, quando invece è evidente che le cause della diseguaglianza hanno a che fare con aspetti più profondi e antichi (strutturali si diceva un tempo) dell’organizzazione sociale.

Una soluzione più adeguata per la Sinistra dovrebbe, a mio avviso, non separare i fatti che abbiamo sopra elencato, cioè diminuzione degli immigrati e società diseguale e priva di opportunità. Bisognerebbe sforzarsi di guardare a questi due fatti come a due facce della stessa medaglia, non come a due questioni isolate che richiedono soluzioni semplicistiche che fanno leva sulla distorsione della realtà e sulla paura. Alle Destre della paura e degli egoismi bisognerebbe contrapporre i valori di eguaglianza tipici della Sinistra, con tutto ciò che ne consegue in termini di redistribuzione della ricchezza e diritti sociali. Una società giusta, oltre ad essere apprezzabile per ragioni per così dire intrinseche, è anche una società che accoglie. Al contrario, una società diseguale, oltre a essere ingiusta perché non assicura condizioni di vita dignitose a tutti i cittadini, respinge e si mostra poco accogliente per coloro che cercano opportunità di vita e realizzazione professionale.

Sono, come è facile capire, questioni di enorme portata alle quali non si può trovare una soluzione immediata. Evidenziare il problema e invitare a sforzarsi in un processo di elaborazione collettiva è però un invito all’azione e alla riflessione politica che la Sinistra e i suoi militanti non possono declinare.

 

Domenico Melidoro, docente di Global justice alla LUISS, per L’Argine: il problema dell’immigrazione, in particolare alla luce dei dati secondo cui in Italia gli immigrati diminuiscono e vanno in altri Paesi europei. Un tema su cui la Sinistra deve riflettere

 

Commenti