image

L’Argine mondo: 100.000 contro il jobs act francese

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Continuano gli scontri in Francia: 100.000 manifestanti a Parigi (secondo il sindacato) contro la riforma del lavoro (18.000 secondo la questura). E continuano gli scioperi che stanno bloccando il paese. Manuel Valls intanto apre a “modifiche” e “miglioramenti”, ma senza ritirare la legge, né tantomeno mettere in discussione l’articolo 2, “il cuore della riforma”, ossia quello che riguarda il far prevalere gli accordi aziendali su quelli di categoria per ferie e orario di lavoro. (Le Monde)

Secondo un rapporto dell’OMS 959 persone sono rimaste uccise a causa di attacchi agli ospedali negli ultimi due anni. E almeno 1.561 ferite. Fra gennaio 2014 e dicembre 2015 ci sono stati 594 attacchi agli ospedali in 19 paesi diversi. In almeno due terzi dei casi, gli attacchi erano intenzionali. (Politico)

Taavi Rõivas, il primo ministro estone, chiede truppe permanenti della NATO negli stati baltici come deterrente nei confronti della Russia. (Politico)

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

Il capo di gabinetto di Jean Claude Juncker, Martin Selmayr, twitta: «Il #G7 del 2017 con Trump, Le Pen, Boris Johns e Beppe Grillo? Uno scenario horror che dimostra molto bene perché vale la pena combattere il populismo. #conJuncker». (The Guardian)

USA, primarie. Donald Trump ha raggiunto il numero di delegati necessari per ricevere ufficialmente la nomination a candidato per il Partito Repubblicano. Alcuni dei delegati non vincolati hanno deciso di sostenerlo, dandogli così i numeri per la nomina. (The Guardian)

Vale davvero la pena combattere populismi e nazionalismi.

Commenti