European Commissioner for Agriculture and Rural Development, Phil Hogan (C) leaves following a meeting with a delegation of French farmers, along with the French Agriculture Minister, at the French annual farm show (Salon International de l'Agriculture) on March 2, 2016 in Paris. / AFP / Geoffroy Van der Hasselt        (Photo credit should read GEOFFROY VAN DER HASSELT/AFP/Getty Images)

L’Argine Mondo: la guerra del TTIP

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

TTIP. Negli scorsi giorni c’è stato un acceso scambio di e-mail fra gli Stati Uniti e l’Europa sul TTIP. La Commissione Europea avverte l’America: accettate compromessi o non ci sarà nessun accordo entro la fine del mandato di Obama. “L’Unione Europea – si legge in uno scambio di e-mail – non ha ancora visto progressi significativi su aree per noi importanti come l’agricoltura, le indicazioni geografiche dei prodotti, il vino e le barriere non tariffarie”. Intanto, il vicecancelliere e Ministro dell’Economia tedesco, oltre che presidente federale del Partito Socialdemocratico tedesco, Sigmar Gabriel, critica la Merkel per il TTIP, dicendo che non può preferire la velocità alla qualità dell’accordo (Politico)
Intanto, la Commissione Europea è sempre più scettica sul riconoscimento della Cina con economia di mercato, in linea con il voto – contrario – del Parlamento Europeo del 12 maggio scorso. Come scrivevamo il 13 maggio (L’Argine):

Il Parlamento Europeo ha votato ieri contro il riconoscimento, da parte della UE, della Cina come economia di mercato. Pechino afferma che l’accordo del 2001 per entrare nel WTO darebbe alla Cina lo status di economia di mercato entro il dicembre 2016. Questo status renderebbe più difficile per le imprese del blocco europeo la protezione delle proprie industrie da pratiche commerciali sleali. Le industrie europee lamentano che Pechino utilizza aiuti di stato per aumentare l’export e battere la competenza d’oltremare e che l’economia cinese è ancora controllata dallo Stato. La risoluzione di ieri del Parlamento Europeo – approvata con 546 voti a favore, 28 voti contrari e 77 astenuti – afferma che, a meno che non adempirà a tutti i criteri necessari per essere considerata un’economia di mercato, le esportazioni della Cina dovranno essere trattate come “non standard”. Questo voto sottolinea, ancora una volta, le difficoltà dell’Europa nel difendere la propria economia da un mercato globale sempre più aggressivo e che gioca al ribasso su tutto, tranne che sul profitto. C’è chiaramente un filo rosso fra la risoluzione votata dal Parlamento Europeo e lo stato di crisi in cui versano i colloqui sul TTIP.

Le truppe speciali irachene, con la copertura aerea da parte della coalizione internazionale, hanno lanciato l’attacco su Falluja, per tentare di strapparla allo Stato Islamico, che ne ha fatto uno dei suoi bastioni simbolo. L’esercito è entrato in città da tre fronti diversi. L’ISIS, al momento, resiste. (Al Jazeera)

Il Chilcot Report, ossia l’investigazione voluta dall’allora primo ministro Gordon Brown sulla guerra in Iraq, sarà pubblicato il 6 luglio. Tuttavia, Tony Blair rivendica l’intervento dicendo che, adesso, l’Iraq è l’unico paese della regione in grado di combattere il terrorismo. (Politico)

In pericolo i colloqui di pace sulla Siria dopo che il capo dei negoziatori dell’opposizione lascia, descrivendo il tutto come una perdita di tempo dal punto di vista della sicurezza e umanitario. Mohammed Alloush, un membro del gruppo di ribelli Jaysh al-Islam (Esercito dell’Islam) appoggiato da sauditi, ha condannato “l’incapacità della comunità internazionale di far rispettare le risoluzioni, in particolar modo quelle che riguardano le questioni umanitarie come l’interruzione degli assedi, l’accesso agli aiuti, la liberazione dei prigionieri e il rispetto del cessate il fuoco”. Inoltre, i ribelli giudicano la comunità internazionale troppo concentrata sulla rimozione dell’ISIS dalla sua capitale de facto, Raqqa, piuttosto che sulla transizione politica senza Assad – loro priorità. (The Guardian)

Hissène Habré, l’ex dittatore del Chad (1982-1990), è stato condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità, esecuzioni sommarie, tortura e stupro in un processo in Senegal. Habré è il primo ex capo di stato africano a essere condannato in Africa e il primo capo di stato in generale a essere condannato di crimini contro l’umanità dal tribunale di un altro paese. (Al Jazeera)

Germania, aumenta la violenza sui migranti. Dall’inizio del 2016 sono stati registrati più di 1.000 attacchi contro i centri di accoglienza e contro i migranti (Politico)

Intanto, la Bulgaria ferma, per la prima volta, 96 migranti che stavano cercando di attraversare il confine greco. I 56 afghani sono stati subito rispediti in Grecia, mentre i 40 siriani saranno respinti, probabilmente, la settimana prossima, dopo ulteriori controlli (Politico). In Grecia, dopo lo sgombero del campo di Idomeni, i rifugiati sono stati ridistribuiti in vari campi permanenti. Le prime testimonianze dei volontari raccontano di campi in cui manca anche l’acqua corrente e i livelli d’igiene basilare, oltre a medici, traduttori e molto altro ancora. La collocazione, poi, sono vecchie fabbriche e magazzini abbandonati, dove sono state installate file e file di tende in mezzo allo sporco e alle pozzanghere. I volontari descrivono le nuove sistemazioni “non adatte nemmeno per gli animali”. (The Guardian)

Belgio. Continuano le indiscrezioni pubblicate dalla stampa locale e riprese da Politico  sugli attentati di Bruxelles e sugli errori commessi dalle forze dell’ordine del Belgio. Gli agenti di polizia di servizio a Zaventem, il 5 dicembre scorso, avevano espresso preoccupazione per la mancanza di strumenti per garantire la sicurezza nell’aeroporto. Di conseguenza, il sindacato di polizia VSOA aveva avanzato la richiesta d’installare dei gate per controlli aggiuntivi sui passeggeri e scanner a raggi infrarossi per verificare i contenuti dei bagagli. Tuttavia, il capo della polizia aeroportuale si è dimenticato di dirlo alla direzione di Zavantem. La polizia federale ha risposto che non commenterà finché l’investigazione parlamentare sugli attentati non sarà conclusa.

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

Brexit, si allarga la spaccatura all’interno del Partito Conservatore. Andrew Bridgen e Nadine Dorries, due parlamentari conservatori filo-Brexit e da sempre ostili a Cameron, accusano il Primo Ministro britannico di avere mentito “profondamente” (Dorries) e di aver fatto delle “affermazioni scandalose nel tentativo di convincere gli elettori a restare” (Bridgen), e, per questo, di avere perso la sua maggioranza parlamentare. “Il partito è pesantemente diviso – ha detto Bridgen a BBC 5 Live – […] e onestamente penso che, probabilmente, abbiamo bisogno di tornare al voto prima di Natale e ricevere un nuovo mandato dalle persone”. Sempre secondo Bridgen, ci sarebbero almeno 50 parlamentari conservatori – il numero necessario a chiedere un voto di fiducia – che la pensano allo stesso modo e che, quindi, dopo il referendum, un voto sul futuro del primo ministro sarà molto probabile. (The Guardian)

Nella foto di copertina: European Commissioner for Agriculture and Rural Development Phil Hogan | Geoffroy Van Der Hasselt/AFP via Getty Images

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