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L’Argine mondo: Realpolitik libica

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Libia. È in corso a Vienna la conferenza ministeriale sulla Libia, presieduta dal segretario di Stato degli USA, John Kerry, e dal ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni. Il premier designato libico, Fayez al Sarraj, chiede armi, niente “boots on the ground” occidentali. L’Italia non prevede l’invio di soldati, ma si dice disponibile “ad addestrare ed equipaggiare le forze militari libiche”. Inoltre, Kerry afferma che “cercheremo di revocare l’embargo di armi sulla Libia”, così da fornirle gli strumenti necessari per “contrattaccare Daesh” (Al Jazeera).
Sempre relativamente alla Libia, ma non solo, si segnala un articolo uscito sul Guardian sul caso Regeni, dal titolo “La realpolitik intralcia la caccia all’assassino del ricercatore italiano in Egitto“. L’articolo inizia così: “I tentativi da parte dell’Italia di fare pressione sull’Egitto per il brutale omicidio del ricercatore Giulio Regeni sono ostacolati dalla preoccupazione per la sicurezza nazionale: ottenere la cooperazione del Cairo in Libia“.

Siria. Secondo i mezzi d’informazione di stato siriani, i bombardamenti di Turchia e Stati Uniti hanno colpito degli avamposti di difesa dell’ISIS e ucciso almeno 27 combattenti. (Al Jazeera)

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

Francia. Una settimana di scioperi e manifestazioni per rilanciare il movimento contro la Riforma del Lavoro. (Le Monde)

Brexit. S’infiamma la campagna per la Brexit con Boris Johnson, il conservatore ex-sindaco di Londra, che paragona l’Unione Europea ai nazisti: «Napoleone, Hitler e altrre persone hanno provato a dominare il continente, ma è finita in maniera tragica. L’Unione Europea ci sta provando con metodi diversi». (Politico)

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