Matteo Renzi

Lascio un partito che non esiste più

Ho deciso di lasciare il Partito Democratico.
Il Partito in cui ho militato, in cui sono cresciuto, in cui ho vissuto alcuni dei momenti più importanti degli ultimi anni. Finalmente SUD!, Cortona, OfficinaPolitica, le assemblee locali, provinciali, regionali, la candidatura alle regionali siciliane del 2012, i congressi, le mozioni, Bersani, Cuperlo. Incontri, scontri, amicizie, conoscenze, delusioni, risentimenti, ripensamenti. Decisioni difficili da prendere, fino ad oggi.
Con risolutezza e non senza patemi, esco dal PD. Da quel PD che non esiste più. Perché non lo ritengo essere più casa mia, perché è passato da essere la Ditta di noi tutti alla Società Unipersonale del Capo. Perché in Europa guardo a Schulz e ad Hamon, non certo all’ En Marche di Macron. Perché non riesco a tollerare la piega personalistica e centrista nuova, né di sinistra e né di destra, che questo PD sta prendendo, le ricette neoliberiste e sempre a favore dei potenti, la mancanza di contenuti e le veline passate ogni mattina ai propri sottoposti (mi ricorda giusto un vecchio di Arcore).

Dopo mesi di lontananza dal Circolo locale, di totale disaffezione per una vita politica distante che non mi apparteneva e a cui non credevo più, ho ripreso a seguire e ad interessarmi. L’ho fatto con Enrico Rossi e con i democraticisocialisti, l’ho fatto con i tanti compagni e amici di questo nuovo percorso, con Gaetano, Antonio, Isa, Mirko, Gigi e tutti gli altri.
Oggi siamo ad una svolta, siamo alla nascita di una nuova forza di centrosinistra per il Paese e per tutti noi che ancora ci crediamo e non ci rassegniamo, che vogliamo una nuova casa ma con basi solide, forti e radicate.

Nella foto: Enrico Rossi alla presentazione di Articolo1-Movimento Democratico e Progressista

Nessuna amarcord rossa rossa, dobbiamo guardare con piacere, con rispetto e con affetto al nostro passato, ma lo sguardo, per forza di cose, dovrà essere al futuro e soprattutto al presente. Ai problemi reali, alle soluzioni possibili. Ai deboli e a chi soffre. Dovremo NON essere il partito degli eletti fini a se stessi, ma la mite forza popolare che sta dalla parte di chi chiede con forza giustizia sociale. Di chi soffre la concorrenza di una globalizzazione sfrenata, di un liberismo sordo, senza futuro e che ha creato un divario enorme tra chi sta troppo bene e chi ha problemi serii di sopravvivenza. Ripartiamo da territori, ripartiamo dalle esigenze reali, dalle competenze, dalle professionalità, valorizziamo non i gigli magici ma le tante belle menti che fanno grande questo Paese, ma che spesso restano in tribuna.
Tutto ciò ce lo chiede il Paese, Avanti!

Nella foto di copertina: Matteo Renzi

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