putin-assad1

L’asse Russia-Iran, un po’ di storia

La contrapposizione fra russi e statunitensi dalla fine della seconda guerra mondiale è sempre alla base degli equilibri geopolitici, soprattutto in Europa e Medio Oriente. In questa fase è la Siria ad essere sul tavolo dei negoziati. In particolare Aleppo è sull’orlo del collasso umanitario e una soluzione alla guerra civile è un obbligo anche per l’Unione Europea. Per comprendere meglio le forze in campo è però interessante osservare alcuni passaggi storici nello scacchiere mediorientale. Sono secoli che la contrapposizione Sunniti e Sciiti è alla base delle vicende dei governi arabi. I sunniti sono l’80% della popolazione mussulmana, gli sciiti il 20%, arroccati prevalentemente in Iran e Yemen ma nel recente passato anche al governo in Siria e Iraq.
Durante la guerra fredda il Medio Oriente, e quindi le due principali fazioni religiose si erano schierate anch’esse con le due superpotenze. I sunniti si avvicinarono al capitalismo statunitense e quindi alla Nato, gli sciiti al socialismo, all’Unione Sovietica e al patto di Varsavia. Non a caso, in Siria e Iraq si era diffuso il Partito del Risorgimento Arabo Socialista, meglio noto come Partito Baath, l’unico partito arabo di massa laico o, meglio, non confessionale. Al contrario del marxismo, il socialismo arabo non era collegato ad una visione materialistica della vita ma ad un socialismo “spirituale”, l’ateismo comunista era del tutto assente. Ad avvicinarsi cautamente all’Unione Sovietica fu, in seguito, l’Iran che, con la rivoluzione khomeinista, eliminò lo Scià filo statunitense per divenire nemico giurato degli USA. In quel periodo Vladimir Putin era un militare funzionario del KGB, il servizio segreto sovietico, ed intrecciava i rapporti con il Medio Oriente sciita. Ora Putin è fedele alleato e protettore di Bashar al-Assad, presidente siriano e successore del padre Hafiz al-Assad, di fede alauita – un gruppo sciita – funzionario del partito Baath. Putin, dopo 5 anni da spettatore nella guerra civile in Siria, ora rinforza l’asse Iran-Russia ottenendo da Teheran l’uso delle basi militari per i bombardieri di Mosca. L’asse di contrapposizione a questo equilibrio mediorientale sciita è però di più difficile interpretazione. Gli Stati Uniti hanno sempre più difficoltà a schierarsi con i governi sunniti come l’Arabia Saudita e, ancor meno, con gruppi terroristici sunniti come l’Isis alla base del terrorismo internazionale. A questo dobbiamo aggiungere la posizione della Turchia, ancora nelle file della Nato ma alla ricerca di una sponda russa per mantenere il suo ruolo strategico e rinforzarsi contro le opposizioni interne filo curde e Guleniane legate ai partiti di destra turchi. L’Unione Europea, dal canto suo, appena uscita dalla “Brexit” del Regno Unito, è debole per non avere un governo e una politica comune. Si aggrappa ai risultati della MogheriniAlto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri – che ha mediato la fine dell’embargo decennale al sempre oscurantista Iran. In ogni caso, un ginepraio dove la guerra in Siria non è altro che la punta di un iceberg alla cui base ci sono Paesi che fomentano l’odio razziale, religioso, violano i diritti umani e finanziano il terrorismo anche grazie al petrolio venduto in tutto il mondo.

Nella foto di copertina: Stretta di mano tra Bashar al-Assad e Vladimir Putin

Commenti