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Le elezioni tedesche viste dalla stampa tedesca

Proponiamo una breve rassegna delle analisi più interessanti uscite sulla stampa tedesca a commento dei risultati delle elezioni.

La Merkel ottiene il quarto mandato, ma a che prezzo? | Der Spiegel, Philipp Wittrock

[…] La Merkel può mantenere il suo lavoro di cancelliera, l’obiettivo strategico – come lo chiama la stessa Merkel – è stato raggiunto. Ma il prezzo da pagare è molto alto. Gli elettori hanno severamente punito i partiti dell’attuale coalizione di governo, e i conservatori hanno perso decine di posti in parlamento. I populisti di destra di AfD adesso andranno in parlamento con un forte risultato a due cifre. E sarà estremamente difficile per la Merkel costruire un governo di coalizione stabile per i prossimi quattro anni.

Inoltre, altri punti problematici sono rappresentati dal rapporto con la CSU e dalla questione del successore della Merkel:

[…] Il leader della CSU, Horst Seehofer, ha un’opinione molto chiara su come arginare AfD. Vuole “posizioni chiare” per “proteggere il fianco destro” della CDU e della CSU. Ma l’obiettivo di spostare i conservatori a destra potrebbe portare a nuove spaccature fra la CDU e la CSU.

[…] Chi sarà il successore della Merkel? Considerando il debole risultato, questa domanda, molto probabilmente, verrà posta prima del previsto. La Merkel potrebbe dover affrontare un dibattito all’interno del suo partito in merito alla direzione da prendere in futuro – e questo non solo a causa della CSU. Giovani e ambiziosi dirigenti di partito come Jens Spahn probabilmente domanderanno in che direzione deve andare il partito per tornare ai risultati elettorali a cui era abituato.

Per la Merkel inizia la fine dei giochi | Süddeutsche Zeitung, Kurt Kister

Quattro messaggi possono essere colti analizzando i numeri di queste elezioni.

1) L’Unione ha perso molto, ma è talmente tanto più forte rispetto agli altri partiti che Angela Merkel molto probabilmente otterrà il quarto mandato come cancelliera federale alla guida di una coalizione.

2) Non c’è una maggioranza di sinistra in Germania. Questo non è evidenziato solo dal terribile risultato dell’SPD, ma anche dal fatto che la costellazione rosso-rosso-verde è molto lontana dall’avere la maggioranza.

3) Non c’è nemmeno una maggioranza conservatrice-liberale.

4) Il sentimento anti-Merkel è così radicale che un numero spaventoso di elettori hanno scelto un partito di estrema destra per protesta.

[…] Proprio perché il sentimento anti-Merkel attrae così tanti voti, la Merkel sembra la vera perdente delle elezioni. […] Per lei inizia la fine dei giochi. Nel 2021 non correrà più. […]

L’opposizione non è una schifezza, ma un dovere | Süddeutsche Zeitung, Heribert Prantl

[…] Martin Schulz […] ha dichiarato che il suo partito andrà all’opposizione. Questo era ed è importante per l’SDP ed è la cosa giusta per il Paese. La Germania era un paese senza opposizione. AfD è il risultato di questa mancanza. […] Un’opposizione forte è vitale per la sopravvivenza del Paese, che ha bisogno di un’opposizione democratica. AfD non lo è, l’SPD sì.

[…] Ma forse Schulz avrebbe dovuto riflettere prima di fare questa dichiarazione – ossia sull’opportunità di restare o meno presidente del partito dopo una sconfitta di dimensioni storiche. La separazione fra presidente dell’SPD e capogruppo in Parlamento da lui annunciata non rende un partito d’opposizione più forte.

Immediatamente dopo l’annuncio della volontà di andare all’opposizione, è stato chiesto se l’SPD intendesse fuggito alle sue responsabilità democratiche. Questa è una domanda strana, perché dà per scontato che la responsabilità democratica si manifesti solo andando al governo. Questo è fondamentalmente sbagliato: la democrazia parlamentare dipende da un’opposizione efficace. […]

Il 12,6% di AfD è il risultato di un enorme deficit di opposizione nella passata legislatura. Una forte opposizione in democrazia non è una schifezza, ma un dovere. […]

L’SPD è un partito storico. Ci sono momenti della sua storia che insegnano come fare la storia dall’opposizione: Helmut Schmidt amava spiegare questo concetto portando l’esempio del suo maestro politico Fritz Erler, senza il quale il programma di Bad Godesberg, la Ostpolitik di Brandt, gli Accordi di Helsinki per i primi accordi di disarmo fra l’Est e l’Ovest non sarebbero stati possibili. Erler ha reso possibile che la Repubblica Federale diventasse una democrazia funzionante. Ha mostrato che si può essere uno statista senza essere al governo. Forse c’è ancora qualcuno nell’SPD che può fare lo stesso.

Una nuova Germania | Der Spiegel, Stefan Kuzmany

[…] AfD non è un partito ordinario. Fra le sue fila, e anche fra i suoi dirigenti, ci sono persone che hanno apertamente posizioni di estrema destra, che vogliono ricordare positivamente le azioni dell’esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale, che sminuiscono l’Olocausto e vogliono abolirne il ricordo. E quelle persone siederanno presto nel parlamento tedesco, il Bundestag.

Questo non è semplice populismo europeo di destra. Questo è un attacco alla nostra democrazia liberale – e gli altri partiti politici, come il resto della società, devono opporvisi. Questo sarà il nostro principale compito durante i prossimi quattro anni. […]

Ed è per questo motivo che l’SPD ha fatto bene a dichiarare subito che non intende entrare a far parte di un’altra Grande Coalizione con la CDU della Merkel. Si può solo sperare, per il bene del Paese e della stessa SPD, che il partito rimanga coerente con questa posizione senza ambiguità. Perché, se così non sarà, alle prossime elezioni i socialdemocratici saranno fortunati se saranno considerati degni di entrare a far parte di una qualsiasi coalizione. Non saranno più un partito rilevante. Adesso sono in una posizione in cui possono riscoprire il loro ruolo nella politica tedesca come un partito sinceramente socialdemocratico che rappresenta un “baluardo della democrazia in questo paese” contro l’estrema destra […]. Il fatto che l’SPD vuole andare all’opposizione è l’unica buona notizia di questa notte elettorale – perché questa mossa […] potrebbe riportare la Germania alla normalità politica.

Forse non è andata così male | Die Zeit, Bernd Ulrich

[…] All’opposizione, due partiti di sinistra possono assicurarsi che le persone restate escluse dalla globalizzazione e che di conseguenza rispondono in maniera aggressiva si rivolgano nuovamente a loro. Il compito dell’SPD e della sinistra è principalmente questo: assorbire le paure sociali e culturali prima che si trasformino in sentimenti razzisti. Anche una riconversione a medio termine dalle richieste identitarie a quelle sociali non è da escludersi. Inoltre, il fatto che sia l’SPD che la sinistra abbiano una radicata sensibilità anti-fascista può aiutare ulteriormente in questo nuovo contesto. È vero che AfD non è ancora un partito di destra pienamente formato, ma ci vorrà una grande opposizione, soprattutto in Parlamento, affinché non lo diventi. […]

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