All’inizio di questo mese, Papa Francesco e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo hanno ciascuno convocato accademici, scienziati e industriali, rispettivamente a Roma e ad Atene, per accelerare la transizione dai combustibili fossili alla sicura energia rinnovabile. Questi i punti salienti della riflessione di Jeffrey D. Sachs pubblicata su Project Syndicate con il titolo “Energy for the Common Good”, in italiano “L’energia per il bene comune” (18 giugno 2018).

La crisi climatica con cui dobbiamo ora confrontarci è il riflesso di una crisi più ampia: una confusione globale di mezzi e fini. Continuiamo ad usare combustibili fossili perché possiamo (mezzi), non perché siano un bene per noi (fini). […]

Oggi, in gran parte del mondo, i fini della politica, dell’economia e della tecnologia sono stati sviliti. […] In realtà […] abbiamo bisogno della politica, dell’economia e della tecnologia per servire uno scopo ben più grande del potere, della ricchezza e della crescita economica. Ne abbiamo bisogno per promuovere il benessere umano di oggi e le generazioni di domani.

L’esempio più eclatante è forse quello americano:

[…] Gli Stati Uniti oggi sono ricchi oltre ogni immaginazione, con un reddito medio delle famiglie e un prodotto interno lordo pro capite ciascuno pari quasi a 60.000 dollari. Gli Usa potrebbero avere tutto. E invece, quello che hanno è una vasta disuguaglianza tra redditi, un’aspettativa di vita in calo, un tasso di suicidi in aumento e un’epidemia di obesità, overdosi di oppiacei, sparatorie a scuola, disordini depressivi e altre gravi malattie. Gli Usa hanno registrato 300 miliardi di dollari in perdite dai disastri correlati al clima dello scorso anno, compresi tre imponenti uragani, la cui frequenza e intensità è aumentata a causa della dipendenza dai combustibili fossili. Gli Usa vantano un ampio potere, ricchezza e crescita, ma anche un ridotto benessere.

L’economia e la politica americana sono nelle mani delle lobby economiche. […] Trump e i suoi tirapiedi lavorano ogni giorno per compromettere gli accordi globali e le normative domestiche messe in atto per accelerare la transizione dai combustibili fossili all’energia rinnovabile.

Sì, possiamo produrre più petrolio, carbone e gas. Ma a che scopo? Non per la nostra sicurezza: i pericoli del riscaldamento globale sono già davanti ai nostri occhi. Non perché non ci siano alternative: gli Usa hanno ampie fonti eoliche, solare, idriche e altre fonti di energia primaria che non provocano il riscaldamento globale. […]

Ma la stessa “confusione di mezzi e fini”, spiega Sachs, riguarda anche molti altri paesi. Come l’Argentina, che insegue la “fratturazione del gas naturale, con tutti i rischi associati per clima e ambiente, invece che sfruttare il suo enorme potenziale in energia eolica, solare e idrica”. O il Canada, dove il governo garantisce “una nuova pipeline per esportare la produzione dalle sue inquinanti e costose sabbie del petrolio in Asia, sotto-investendo al contempo nelle vaste fonti di energia rinnovabile del Canada”.

Papa Francesco, quindi, nel suo incontro con gli amministratori delegati delle maggiori compagnie di petrolio e gas, ha affermato:

[…] “Il nostro desiderio di garantire l’energia a tutti non deve portare all’effetto indesiderato di una spirale di cambiamenti climatici estremi dovuti a un catastrofico aumento delle temperature globali, condizioni ambientali più agevoli, e maggiori livelli di povertà”. Esprime preoccupazione per “le continue esplorazioni per nuove riserve di combustibile fossile, allorquando l’Accordo di Parigi consiglia chiaramente di mantenere nel sottosuolo la maggior parte del carburante fossile”. E ricorda ai dirigenti che “la civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà!” […]

Per quanto riguarda il Patriarca Ecumenico, i 300 milioni di fedeli delle chiese occidentali da lui guidate

si trovano in terre che devono far fronte a pericoli estremi derivanti dal riscaldamento globale: intense ondate di calore, l’aumento dei livelli del mare e periodi di siccità sempre più gravi. La regione mediterranea è già dominata da sofferenze ambientali e dalla migrazione forzata dalle zone di conflitto. I cambiamenti climatici senza controllo – che hanno già contribuito al conflitto – sarebbero catastrofici per la regione.

La sua conferenza – racconta Sachs – si è aperta nel cuore pulsante dell’antica Atene, l’Acropoli, dove 2.300 anni fa Aristotele definì l’etica e la politica come perseguimento del benessere.

Aristotele era famoso per contrastare due tipi di conoscenza: techne (conoscenza tecnica) e phronesis (saggezza pratica). Scienziati e ingegneri ci hanno dato la conoscenza tecnica per muoverci rapidamente dai combustibili fossili all’energia a zero emissioni di carbonio. Papa Francesco e il patriarca Bartolomeo ci esorta a trovare la phronesis, la saggezza pratica, per reindirizzare la politica e le economie verso il bonum commune.

(sintesi a cura di Sara Ligutti)

Foto in evidenza di Doug Thompson

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