Pietro Grasso

Lettera aperta a Piero Grasso da un convinto elettore di Liberi e Uguali

Caro Piero,

ho rinunciato a un viaggio che avevo programmato in Febbraio per raggiungere l’estate australe in Patagonia e in Terra Del Fuoco e lì cercare di finire un mio nuovo libro di viaggio. Ho rinunciato al viaggio perché voglio dare una mano a Liberi e Uguali in questa campagna elettorale che si presenta cosi difficile. Lo faccio con passione ed entusiasmo e tornerò per strada, dopo tanto tempo, per parlare con la gente. Ma vorrei maggiore radicalità nella nostra proposta politica.

Cerco di spiegarmi meglio: la parola d’ordine non è tornare a Prodi ma arrivare a Corbyn. Non sembri la mia affermazione un’arretramento e un rinchiudersi in una posizione un pò estremista ma esattamente il contrario. Aperta e inclusiva innervata da radicalità e passione. Alternativa però alle politiche fino ad oggi condotte dal PD. Ecco perché non mi convince l’eventuale alleanza elettorale in una regione come il Lazio con il PD, anche se il candidato è una persone per bene come Zingaretti. E meno che mai mi convincerebbe in Lombardia. Mi chiedo e ti chiedo come faremo a chiedere il voto, lo stesso giorno, per due politiche diverse, una per il Paese e l’altra per la Regione? Essere insomma alternativi al PD e votare contemporaneamente per candidati del PD. Vedremo dopo le elezioni se saranno in grado di confrontarsi con un programma di cambiamento, lì avremo la cartina di tornasole per costruire nuove alleanze. Noi siamo nati per dire no a un centro sinistra che si genuflette dinanzi ai profeti della diseguaglianza, della precarietà del lavoro, della privatizzazione dei beni comuni, della necessità delle trivelle, o del realismo del vendere armi all’Arabia Saudita o allo Yemen o del finanziare i lager per migranti in Libia e negare con i decreti di un ministro, una verità essenziale: ogni persona è una storia, nessuna persona è illegale. Poi, infine, la sceneggiata davvero vergognosa sullo Ius Soli.

Dobbiamo essere sinceri e leali verso gli elettori perché mi sembra essenziale che resti visibile il progetto, che non venga spezzato il rapporto tra la voglia di cambiamento e la costruzione di una nuova sinistra. Nessun regolamento di conti ma una linea chiara, alternativa alle scelte imposte in questi tre anni , fatta di contenuti ineludibili da mettere al centro dell’iniziativa politica: il lavoro, la sua precarietà, il suo futuro, il disagio di fette consistenti di popolazioni di fronte alle nuove povertà e alla domanda di salute, la mancanza di prospettive, l’unità che da sola non basta se non c’è discontinuità, se manca un progetto di cambiamento, se non si apre un’altra fase, se la scala delle priorità non si rovescia. Non è questione di Renzi, è questione di una parte del Paese che non segue più le politiche del governo e della sinistra, le ha bocciate e non intende proseguire ancora su questa strada.

Per questo parte Liberi e Uguali, per questo deve nascere un partito nuovo. Una bella iniezione di fiducia mi è arrivata dall’essere parte di un nuovo progetto della sinistra. Sulla politica a cui bisogna dare una nuova dimensione anche etica e culturale. Sulla sua riscoperta non come mito o come orizzonte irraggiungibile, ma come consapevolezza della propria vita, come la più grande passione laica, come costruzione di una nuova soggettività. Come uno sguardo più profondo attraverso il quale leggere le cose e quindi agire. Come fusione con la vita, come storia in atto. Ma soprattutto non c’è sinistra che possa permettersi di guardare al futuro senza ricostruire i valori e le ragioni di un nuovo “umanesimo”. Nuove culture dei diritti e dei doveri, nuova idea della cittadinanza. E, prima di ogni altra cosa, il diritto e la dignità del lavoro. Con stima caro Piero, Tito Barbini

Nella foto: Piero Grasso al presidio dei lavoratori Ideal Standard di Roccasecca, in sostegno degli oltre 300 operai il cui lavoro (produttivo e di qualità) è stato sacrificato sull’altare del maggior profitto

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