I problemi tecnici che la legge elettorale lombarda pone ad Articolo 1-MDP
La legge elettorale lombarda ha caratteristiche che concretamente consegnano la possibilità di un solo eletto della sinistra unita (da essa si è auto-escluso Blocco progressista, che ha deciso di andare in unità a figure di PD o ex PD e che, forse, assumerà con esse forma di “lista del presidente”, cioè di lista del candidato PD alla presidenza della futura giunta). L’eletto della sinistra unita potrà essere una figura di Articolo 1-MDP o di una forza a esso alleata. E’ questa una possibilità che ha buone probabilità (richiede circa il 5% dei voti validi). Giova precisare che la conditio sine qua non della realizzazione di una sinistra unita è la non partecipazione alla coalizione di centro-sinistra: nessuno infatti degli alleabili ad Articolo 1-MDP è disponibile alla cooperazione elettorale con il PD.
Se invece ci saranno due liste di sinistra, e questo avverrà senz’altro se Articolo 1-MDP vorrà partecipare alla coalizione di centro-sinistra, è più che dubbio che esso, poiché si troverà isolato, riuscirà a eleggere un consigliere, ciò richiedendo il 3% dei voti validi. Nel 2013 SEL fece questa medesima operazione, prese il 2,8%; Etico a Sinistra (che comprendeva Rifondazione Comunista) lo 0,96%.

Torniamo alle prossime elezioni lombarde. L’altra lista, cioè quella esterna alla coalizione di centro-sinistra e non comprensiva di Articolo1-MDP, comprenderà Sinistra Italiana, Possibile, figure e gruppi legate ai referendari Falcone e Montanari, Rifondazione Comunista.
E’ da escludere una lista, dentro alla coalizione di centro-sinistra, che metta assieme Articolo 1-MDP più Blocco progressista e suoi alleati PD o ex PD. Questi hanno deciso a suo tempo e reiteratamente confermato di escludere ogni discussione al riguardo con Articolo 1-MDP.
Tutti questi calcoli muovono dal considerare sostanzialmente accertate due cose:

1. la vittoria della coalizione di destra;

2. la conquista da parte di questa coalizione di almeno il 40% dei voti validi;

3. ciò le consentirebbe il 60% dei seggi (cioè 48 seggi sugli 80 complessivi).

Se essa vincesse ma prendesse meno del 40% di tali voti conquisterebbe invece 44 seggi. Giova fare presente che i sondaggi danno alla coalizione di destra il 48% dei voti validi. Alle precedenti elezioni (2013) essa prese il 42,81% (la coalizione guidata dal PD il 38,24). I sondaggi, ora, invece portano il divario tra coalizione di destra e coalizione di centro-sinistra al livello del 20% dei voti. La Vandea lombardo-veneta è solo cresciuta in questi anni, grazie al PD e grazie all’esiguità organica della sinistra.
Infine, tutto questo ragionamento, come si è visto, ipotizza l’esclusione di risultati trionfali se Articolo 1-MDP facendo parte della coalizione di centro-sinistra andrà per conto suo e si presenterà in concorrenza con Articolo 1-MDP una lista di sinistra esterna a questa coalizione. La credibilità del complesso di queste forze sarebbe a zero o poco più. Di meriti politici o sociali di grande significato nessuna di queste forze appare portatrice. La gente di sinistra ne ha le tasche piene di risse e chiacchiere inconcludenti e spesso incomprensibili.
Non è questione della qualità delle persone impegnate direttamente nella faccenda, ci tengo a scriverlo: è questione dello sbriciolamento di lunghissima lena della sinistra, e, per quanto riguarda Articolo 1-MDP, della sua debolezza generale, dei tre mesi persi a correre dietro a Pisapia, della condizione estremamente stressata in cui questa rincorsa ha messo la militanza di Articolo 1-MDP in Lombardia.

I problemi politici che vanno affrontati in questo frangente elettorale
Occorre ragionare, oltre che su questi dati e su ciò che suggeriscono al fine di un decente risultato per Articolo 1-MDP (o forza alleata), su come collocarlo nelle elezioni lombarde dato il frangente politico. Anzi dovrebbe essere chiaro che questo è il ragionamento principale da fare, le tecniche elettorali debbono venire rigorosamente dopo. Le alternative sono dunque due: fare parte della coalizione di centro-sinistra; non farne parte. Esprimo la mia opinione al riguardo. So come la pensa la stragrande maggioranza dei compagni lombardi nonché quella delle figure preposte alla loro conduzione. Non so invece che cosa pensino i compagni che gestiscono il livello nazionale. Non sono a oggi riuscito a capirlo.
La mia opinione.

1. Fare parte come Articolo 1-MDP della coalizione di centro-sinistra non porta nessun vantaggio elettorale, anzi alza parecchio il rischio di non eleggere nessuno.

2. Né corregge di una virgola il risultato elettorale complessivo, data la distanza ormai abissale tra coalizione di destra e coalizione di centro-sinistra.

3. Parimenti fare parte della coalizione di centro-sinistra interverrebbe caoticamente sulle elezioni politiche nazionali, sia che si vada all’election day (cosa che pare certa) sia che non ci si vada dato che comunque sarebbero elezioni assai vicine tra loro e dato, soprattutto, che le elezioni lombarde, in assoluta analogia a quelle siciliane, hanno un forte significato nazionale.

4. Soprattutto, ancora, il candidato del PD alla presidenza della futura giunta si è dichiarato favorevole al cosiddetto referendum in tema di autonomia lombarda imposto dalla Lega. Il PD lombardo, fratto dappertutto al riguardo e quindi nel pallone, ha rinunciato a una sua posizione. Articolo 1-MDP può davvero allearsi a un PD che collabora con la Lega all’obiettivo della chiusura di ogni solidarietà fiscale della Lombardia con il Mezzogiorno? Allearsi a un PD che collabora con una forza il cui governo ha rovesciato la precedente posizione di accoglimento dei migranti in un loro massacro in Libia e nel Sahara? La parola sinistra non definisce univocamente la cosa: dobbiamo finalmente intenderci su che tipo di sinistra, se alla Corbyn o alla Pisapia, vogliamo essere, data la pluridocumentata alternatività delle due figure, dato che la prima fa risultati di consenso nel popolo e la seconda ci tiene lontani anni luce da esso.

5. Come pensiamo di gestire l’election day, o qualcosa che gli si avvicini, in Lombardia: pensiamo che sarà serio dichiarare nei comizi e nei volantini di votare per il consiglio regionale una coalizione capeggiata dal PD e per il Parlamento una coalizione di sinistra alternativa al PD su un’infinità di questioni di merito? Potrà funzionare una tale impostazione in termini di credibilità e di consenso?

6. Occorre comprendere come questo pasticcio potrebbe danneggiare la nostra campagna elettorale nazionale.

7. Occorre comprendere come questo pasticcio, poiché porterebbe (non c’è dubbio alcuno, ribadisco) alla separazione in Lombardia tra Articolo 1-MDP e il resto della sinistra, potrebbe rendere nuovamente faticoso (ciò era diventato in estate) il processo di riaggregazione della sinistra e addirittura danneggiarlo.

8. Occorre comprendere come il pasticcio aggiunga in Lombardia allo stress estivo dei nostri compagni una sua nuova puntata.

Si ascoltino di più i compagni, e si constati finalmente come dinanzi a una decisione di partecipazione alla coalizione di centro-sinistra perderemmo forze preziose, si constati come stiamo rischiando la passivizzazione di una quantità di compagni e anche, temo, fuoriuscite e rotture. C’è sempre più stanchezza, irritazione, delusione. Occorre finalmente comprenderlo. E cambiare per davvero e fino in fondo la rotta.

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