Syrian security forces inspect the site of a suicide attack at a police officer's club in the Masaken Barzeh district of the capital Damascus on February 9, 2016.    
The Syrian Observatory for Human Rights said about 20 people had also been wounded, adding that policemen were among the dead and injured.

 / AFP / LOUAI BESHARA        (Photo credit should read LOUAI BESHARA/AFP/Getty Images)

L’ultima possibilità di salvare la Siria

L’ultima possibilità di salvare la Siria“. E’ l’esclamazione del segretario di Stato John Kerry alla definizione dell’accordo sul cessate il fuoco. Da marzo 2011, data di inizio del conflitto, ci sono stati numerosi tentativi per raggiungere una tregua: nel 2012 il piano di pace proposto dalla Lega araba e nel 2012, 2014 le conferenze di Ginevra. Nel 2016 qualcosa cambia negli scenari geopolitici e la Russia prende parte attiva nel conflitto in favore del governo di Bashar al-Assad. Gli Stati Uniti da sempre hanno cercato il minimo coinvolgimento possibile ma ieri, insieme alla Russia, sono riusciti nell’intento di far accettare una tregua dalle truppe governative di Damasco e dai principali gruppi ribelli. Ad esclusione degli jihadisti dello Stato islamico (Is) e del Fronte fatah al Sham (l’ex Fronte al nusra) che controllano l’80 per cento dei territori siriani dove si continua comunque a sparare.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito però che nel 20% dei territori restanti – quindi nell’area di Aleppo e in quelle meridionali ai confini con la Giordania – il cessate il fuoco sta tenendo. Questo, almeno, permette di portare aiuti umanitari per far fronte al dramma della popolazione. Nell’accordo di tregua si chiede infatti “un accesso umanitario senza limiti e durevole in tutte le zone sotto assedio o di difficile accesso, compresa Aleppo”.

Ma a fare notizia è, sostanzialmente, l’improbabile alleanza USA-Russia con la costituzione di un unico centro di coordinamento. Dopo sette giorni di tregua gli Stati Uniti e la Russia effettueranno attacchi aerei congiunti contro lo Stato islamico e Jabhat Fateh al-Sham. Gli obiettivi di questo accordo sono quelli di raggiungere il controllo di quell’80% di territorio sotto il controllo jihadista e di spaccare le opposizioni ad Assad. Inoltre, questa alleanza è vista positivamente dalle forze sciite, Iran ed Hezbollah libanesi alleati di Assad. Sostanzialmente sembra che si prospetti uno scenario corrispondente agli obiettivi che la Russia si è data dal momento del suo coinvolgimento in Siria.

Per Washington non sarà indolore quest’intesa con la nemica Russia. Si incrineranno i rapporti con Arabia Saudita e Qatar che hanno investito non poco per portare la sharia in Siria. La NATO accuserà gli USA di mettere a rischio la sicurezza europea, da tempo si sta discutendo il modo più efficace per scoraggiare la Russia affinché non agisca sugli Stati baltici e dell’Europa orientale. Ma l’amministrazione Obama ha disperatamente bisogno di un successo in Medio Oriente per aiutare Hillary Clinton in difficoltà alla corsa alla Casa Bianca. Concludere la guerra in Siria potrebbe essere la chiave del successo nelle elezioni presidenziali americane. E per questo è accettabile anche un aumento del potere russo sull’area araba e una vittoria diplomatica della Russia su tutti i fronti.

Bisogna anche considerare che l’accordo russo-americano è stato accolto in maniera non negativa dagli europei, mentre a vera incognita rimane la Turchia che ha come obiettivo quello di eliminare le opposizioni ad Erdoğan per accrescere il potere nella regione strategica fra Europa, Russia e Medio Oriente. Russia permettendo.

Ma le minacce alla fragile tregua non si sono fatte attendere, il presidente Bashar al Assad ha dichiarato di voler ora riprendere il controllo di tutti i territori controllati dai suoi avversari ed ha reso noto di aver abbattuto un caccia e un drone israeliani a sud-ovest di Qunaytra, il capoluogo dell’omonima regione confinante con le alture del Golan. Effettivamente Israele è sempre stata assente dallo scacchiere siriano. Che sia giunto il momento di uscire allo scoperto? Chissà, di certo una guerra civile con tutte queste sfaccettature ed attori in campo non si era mai vista, forse per gli interessi in gioco, per le strategie geopolitiche, più probabilmente perché nessuno ha mai voluto prendere le difese della Siria e del popolo siriano.

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