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Mandato a Fico: verificare in 48 ore se è possibile una maggioranza tra 5Stelle e Pd

Riuscirà il presidente della Camera Roberto Fico a individuare in due giorni la possibilità di un’intesa parlamentare tra 5Stelle e Pd? E’ questo, infatti, il compito che gli ha affidato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, da una parte, ha scelto una strada parallela e simmetrica a quella seguita nell’affidamento della precedente esplorazione alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, delimitando, quindi, il perimetro del mandato ad una sola ipotesi politica, dall’altra ha ricondotto il tempo affidato all’esploratore a sole 48 ore per ribadire che ora bisogna aggire con la massima urgenza. Se anche questo tentativo dovesse fallire, allora tutto lascia intendere che il capo dello Stato si sentirebbe ad agire a schema libero in prima persona, provando a creare nel dialoco con i partiti (tutti) le condizioni per quello che a vario titolo, e non del tutto correttamente, viene indicato come il Governo del presidente.

Certo è che il quadro politico si presenta ancora più ingarbugliato di qualche giorno fa. Nè le elezioni del Molise hanno dato significative e precise indicazioni. E questo francamente era scontato. Intanto pesa il fallimento dell’esplorazione Casellati, non certo per responsabilità della presidente del Senato ma per il permanere e il rafforzarsi dei veti incrociati tra Forza Italia, Lega e 5Stelle. In più, il tentativo Fico in direzione Pd rischia da un lato di infrangersi nella scelta dello splendido isolamento finora scelta dal Pd, dall’altro di sovrapporsi a quei canali ancora aperti di Salvini con i 5Stelle, sui quali soprattutto il leader leghista mostra di voler ancora puntare. Non a caso il democratico Rosato ha detto che prima di avviare qualsiasi discorso con il Pd i 5Stelle dovranno chiudere il forno della Lega e del centrodestra.

Come si vede la confusione non manca. E pesa, davvero nel suo piccolo, anche il risultato del Molise: dove il candidato del Centrodestra ha vinto grazie ad un accrocco di 9 liste. Oltre a Forza Italia che segna un modesto vantaggio sulla Lega e ai 5Sstelle si sono aggiunte ben 5 liste tra il civico e il clientelare, a giudizio di Berlusconi riconducibili soprattutto a Forza Italia e a lui stesso. Intanto, i 5Stelle pur perdendo rispetto al risultato delle politiche, sono ancora il primo partito con il loro candidato al 38 per cento e la lista al 31. Quanto al Pd la flessione è più che notevole visto che la lista non è andata oltre il 9 per cento. Quanto a LeU, questa volta in alleanza con il Pd, la quota è quella nazionale attorno al 3 e mezzo per cento.

Fico ha detto che il suo lavoro comincia da subito. E, come ha spiegato, dopo aver ringraziato Mattarella per la fiducia accordatagli, comincerà da tre punti: i temi, i programmi e l’interesse del Paese. Naturalmente partendo dal documento messo a punto dai saggi del movimento coordinati da Giacinto della Cananea. Un documento che però già molti hanno definito quanto mai generico. Purtroppo la buona volontà non sempre basta per formare le maggioranze parlamentari che diano la fiducia a un governo. E se l’interlocutore è poi un Pd in caduta libera il compito dell’esploratore è ancora più difficile. Intanto dal Centrodestra Berlusconi, che si è intestato la vittoria del Molise, continua a dire che i 5Stelle sono stati battuti e che, quindi, fare il Governo “spetta a noi“. Intendendo al centrodestra in formazione completa. E domenica si volta per le regionali del Friuli Venezia Giulia. Conteranno poco. Ma è difficile essere ottimisti se questo è lo stato dell’arte.

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