Sergio_Mattarella

Mattarella, la campagna elettorale e gli italiani da riportare a votare

Non è facile il compito del Presidente della Repubblica che questa sera parlerà in televisione agli italiani per i consueti auguri di fine anno: le Camere sono appena state sciolte e si è praticamente in campagna elettorale; i problemi del Paese sono molti e aperti (persino il Presidente del Consiglio Gentiloni ha detto che il più è ancora da fare) e tra essi campeggia quello del lavoro, tutt’altro che risolto con il cosiddetto jobs act. E c’è soprattutto la questione della disaffezione degli italiani dalla politica testimoniata e ribadita dalla bassa partecipazione al voto in precedenti turni elettorali e tuttora ribadita dai sondaggi.

C’è, quindi, all’avvio della campagna elettorale il problema di riportare gli italiani alle urne. Problema che non tocca certo al Presidente della Repubblica risolvere, ma ai partiti e alle coalizioni che si presentano alle elezioni. Tutto lascia, però, intendere che parte del messaggio presidenziale sarà dedicato a questo tema. Come? Innanzitutto cercando di normalizzare e sdrammatizzare il più possibile la scadenza elettorale. La quale è, e dovrebbe restare una scadenza “nobile“, e non necessariamente aritmeticamente risolutiva della vita politica del Paese. Le elezioni determinano e raffigurano i rapporti di forza tra i partiti nel Parlamento e tocca, poi, a questi (partiti e gruppi parlamentari) determinare gli equilibri di governo. Oggi il Corriere della sera, non a caso, presentando l’appello televisivo, ipotizzava in un titolo che Mattarella avrebbe affidato al “nuovo Parlamento” l’invito a saper “costruire il futuro“. Non dimentichiamo che nelle elezioni si scelgono i parlamentari e non il Governo.
Riportare gli italiani alle urne passa quindi, secondo il presidente della Repubblica, anche e soprattutto per una campagna elettorale concreta, realistica e soprattutto con indicazioni credibili che non siano soltanto asserzioni propagandistiche. Meno slogan, insomma, e più conti con la realtà. In questi giorni molti dei concorrenti alla prossima scadenza elettorale hanno annunciato che ridurranno le tasse. Ma non hanno spiegato come. Non lo hanno fatto neanche le forze politiche che sostengono l’attuale Governo. Forze politiche che, mentre propongono meno tasse per tutti o velleitari redditi di cittadinanza, avranno qualche difficoltà a spiegare i nuovi rilevanti (e come!) aumenti di luce gas e pedaggi autostradali. Come dire: mentre si promettono meno tasse per tutti nel prossimo futuro si decide per più bollette per tutti nell’immediato presente.

C’è poi un’altra questione che rischia di non favorire certamente il ritorno alle urne degli italiani. Molti commentatori e protagonisti del dibattito politico più volte si mostrano rassegnati e, purtroppo, anche rassicurati da un assunto: se come sembra dopo il voto non si troverà una maggioranza per fare il governo, può restare in carica l’attuale governo Gentiloni. Un modo per considerare irrilevanti le prossime elezioni. Francamente non il miglior modo per riportare gli italiani alle urne.
E qui naturalmente le responsabilità sono prima di tutto dei partiti. I quali devono essere in grado sì di proposte politiche realistiche sui contenuti, ma anche di fare un’operazione verità sullo stato reale del Paese. Non basta dire, come ha fatto Gentiloni nella conferenza stampa di qualche giorno fa che “il più è ancora da fare” se poi si spiega che questo più si farà in continuità cone le scelte sul lavoro e, magari anche sulla scuola, dei governi che lo hanno preceduto a cominciare da quello di Renzi. Nè si offre agli elettori una quadro realistico se si dice che il problema della disoccupazione è avviato a soluzione sulla base di dati che considerano come occupati anche coloro che lavorano poche ore alla settimana. Una sorta di elogio del precariato permanente.

E’ l’offerta politica complessiva troppe volte autoassolutoria e degradante in un generico populismo, ad aver determinato il nascondersi nel bosco del popolo delle elezioni. Riportarli fuori del bosco è compito arduo ma non impossibile. Per realizzare il quale serviranno sì i toni di una campagna elettorale non rissosa, come Mattarella, e non solo lui ha più volte auspicato, ma anche soprattutto un recupero di cultura politica in grado di restituire, se non convinzioni, almeno solide speranze alle ragioni dell’andare a votare.

Nella foto di copertina: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Commenti