Mauro Polato

Mauro Polato: Qualche piccola, parziale, verità

Il problema della verità è se dirla o non dirla.
Lo afferma Edoardo Albinati ne “La scuola cattolica” e proviamo a sperimentare cosa vuol dire questa frase.
Siccome non abbiamo la presunzione di conoscere la verità assoluta, e nemmeno pensiamo che esista, se non in una dimensione diversa da quella umana, allora proviamo a dire qualche piccola verità parziale.
Per intenderci meglio, stiamo parlando di ArticoloUNO – MDP, non di metafisica.
La verità è che una conseguenza logica e coerente, successiva a Fondamenta, avrebbe imposto di arrivare a un Congresso o a un’Assemblea costituente in tempi abbastanza rapidi, diciamo entro luglio. Ciò avrebbe garantito un processo democratico di scelta dei rappresentanti locali e, possibilmente, di un direttivo democraticamente eletto, all’interno del quale trovare un segretario, o portavoce. Ma soprattutto avrebbe garantito una discussione partecipata e, forse, l’approvazione, di quello che i dirigenti pensavano di fare, cioè tentare un allargamento del movimento ad altre forze del centro sinistra, in primis “Campo progressista” di Pisapia, e di tutti gli altri partiti o movimenti che gravitano in quest’area.

Così non è stato. Si è preferito agire in modo opposto, che è consistito nel proporre e, successivamente, quasi imporre, un nome come possibile federatore, convinti (i dirigenti di Articolo UNO) che quel nome avrebbe messo tutti d’accordo. Così non è stato.
La verità è che il nome di Pisapia ha creato fin dall’inizio malumori tra alcuni militanti di base di Articolo UNO. Un’altra verità è che altri militanti hanno accettato questa opzione, anche convintamente, ma solo perché proveniva da Bersani e D’Alema, ritenuti i garanti di questa scelta.

In ogni caso, non sarebbe stato pensabile che, soprattutto sui social, dove Articolo UNO è molto attivo, si manifestasse una reazione così veemente contro Pisapia, soprattutto dopo i noti abbracci con la Boschi, se la scelta di delegarlo come federatore fosse avvenuta a seguito di una votazione democratica all’interno di Articolo UNO.

Un’altra piccola verità è che, in Articolo UNO, esistono due anime, che per un certo periodo hanno convissuto in perfetta armonia: quella degli idealisti e quella dei pragmatisti.
L’anima degli idealisti è composta dai militanti che non hanno niente da perdere, che non fanno calcoli elettorali, che credono e combattono per un’idea. Questa idea era perfettamente espressa nella Carta dei valori di Articolo UNO.
L’altra anima, quella dei pragmatisti, da un certo momento in poi ha cominciato a fare qualche calcolo, ha cominciato a prestare fede ai sondaggi, e si è resa conto che questo “partitino del 3%”, come dice con un certo disprezzo Pisapia, se voleva aspirare a diventare una vera forza politica, possibilmente di governo, doveva per forza di cose “allargarsi”.

Ora, è pacifico che anche il più idealista degli idealisti preferirebbe avere il 30% nei sondaggi piuttosto che il 3%. Però è altrettanto vero che gli idealisti non sono disposti a sacrificare tutto pur di racimolare voti. Il che, tradotto in termini politici, significa che non sono disposti a dare credito a chi quel credito ha dimostrato di non meritarlo. E che lo voglia o no, Maria Elena Boschi è diventata il simbolo di una politica a cui i militanti di Articolo UNO hanno detto definitivamente no, cioè no all’arroganza, no al pressapochismo costituzionale e soprattutto no alla stupidità di certe riforme.

Un’ultima, piccola verità, è che non è troppo tardi. Siamo ancora in tempo a fare un congresso o un’assemblea nazionale, ad eleggere i nostri leader nazionali e locali, e non è detto che da un congresso non possano venire anche sorprese.

Nella foto di copertina: Mauro Polato, coordinatore Articolo Uno per la zona dolomitica.

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