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Morte per austerità. Il caso inglese

Traduzione dell’articolo di Alex Matthews-King pubblicato sull’Independent con il titolo “Landmark study links Tory austerity to 120,000 deaths” (15 novembre 2017).

I Tory sono stati accusati di “omicidio economico” per le politiche di austerità che – secondo uno studio congiunto di Oxford, CambridgeUniversity College London, pubblicato ieri dal British Medical Journal su BMJ Open – hanno causato 120.000 morti. Dalla ricerca emerge che nei primi quattro anni delle “razionalizzazioni” realizzate dai Conservatori si sono verificate 45.000 morti in più rispetto a quelle “preventivate” se i fondi fossero rimasti ai livelli pre-elettorali.

Se si continuasse per questa strada, si potrebbe arrivare a 200.000 morti in più per la fine del 2020, nonostante l’aumento dei fondi ai servizi pubblici stabilito quest’anno. Dal 2010, i finanziamenti per l’assistenza sociale e la sanità sono diminuiti notevolmente sotto il governo guidato dai Tory e i ricercatori sostengono che ciò “possa aver prodotto” questo notevole aumento nelle morti.

La ricerca sottolinea come il tasso di mortalità nel Regno Unito sia diminuito costantemente fra il 2001 e il 2010, ma abbia conosciuto una brusca inversione di rotta con l’inizio del periodo di austerità. Da quel momento, sono state 45.368 le morti in più, rispetto a quelle previste fra il 2010 e il 2014, anche se gli autori non si spingono a chiamarle “evitabili”. Basandosi su queste tendenze, lo studio prevede che nei cinque anni successivi – dal 2015 al 2020 – ci saranno 152.141 morti in più – 100 al giorno – una cifra che gli autori hanno definito “omicidio economico”.

Il governo ha iniziato quest’anno ad allentare le misure di austerità, annunciando la fine del tetto sull’aumento dei salari nel settore pubblico e 1,3 miliardi extra di sterline per l’assistenza sociale, che saranno inseriti nel bilancio primaverile. In tre anni, i fondi extra per l’assistenza sociale dovrebbero raggiungere i 2 miliardi di sterline, cifra che il leader del Labour, Jeremy Corbyn, ha definito “una pezza su una piccola parte del danno” causato dai tagli per £4,6 miliardi. Secondo la ricerca, per riportare il tasso di mortalità ai livelli pre-2010, la spesa dovrebbe aumentare di 25,3 miliardi di sterline.

Il Ministero della Salute ha dichiarato che da questo lavoro non possono essere tratte “conclusioni definitive” e accademici indipendenti hanno messo in guardia sul rischio che i numeri fossero “speculativi”. Tuttavia, i Consigli locali, che con il taglio dei bilanci hanno avuto grossi problemi nel finanziare l’assistenza, hanno fatto pressione sul governo affinché prenda seriamente in considerazione la ricerca.

Il ministro ombra della Sanità, Jonathan Ashworth, ha affermato che il governo deve seguire i piani di spesa del Labour nel suo bilancio autunnale. La spesa procapite per la sanità pubblica fra il 2001 e il 2010 è aumentata del 3,8% l’anno, ma secondo i ricercatori della University College London nei primi quattro anni della coalizione a guida Tory, l’aumento è stato solo dello 0,41%.

Gli aumenti del budget annuale per il sociale sono passati dal 2,20% a una diminuzione dell’1,57%. I ricercatori hanno scoperto che questo ha coinciso con i tassi di mortalità, che fino al 2010 erano diminuiti di circa lo 0,77% l’anno e dopo hanno iniziato ad aumentare dello 0,87%. E la maggior parte di queste morti erano persone che facevano affidamento sull’assistenza sociale. […]

Lo studio nota anche che una diminuzione degli infermieri potrebbe aver causato il 10% delle morti, concludendo: “Abbiamo scoperto che le limitazioni nella spesa dal 2010, soprattutto la spesa pubblica sull’assistenza sociale, potrebbero aver prodotto un aumento notevole della mortalità in Inghilterra”.

Ben Maruthappu, l’autore principale dello studio e ricercatore all’UCL, ha affermato che nonostante questo lavoro non possa “provare il legame di causa-effetto”, sicuramente mostra un collegamento. E ha aggiunto che questa tendenza può essere osservata altrove, dove le misure di austerità sono state applicate. […]

Secondo uno dei suoi co-autori, il professor Lawrence King dell’Unità di Ricerca sulla Sanità Applicata dell’Università di Cambridge, lo studio mostra i danni dell’austerità. “Adesso è molto chiaro che l’austerità non promuove la crescita né riduce il deficit – è solo cattiva economia. […] Questo studio dimostra che è anche un disastro per la sanità pubblica. Non è esagerato parlare di omicidio economico”. […]

Accademici indipendenti fanno però notare che è difficile provare un legame di causa-effetto in questo tipo di studi, anche se i presupposti di base possono essere corretti. Martin Roland, professore emerito di Ricerca sui Servizi Sanitari dell’Università di Cambridge ha affermato che “questo studio evidenzia che c’è stato un cambiamento, cambiamento che, attorno al 2014, ha messo fine al trend di diminuzione delle morti. Questa scoperta è sicuramente corretta. Tuttavia, il collegamento con la spesa sanitaria e per il sociale è meramente speculativo poiché studi osservazionali di questo tipo non possono mai provare un legame di causa-effetto”. […]

(Foto: Austerity Kills | Miss Pokeno)

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