I giovani di MSG, il movimento giovanile di Articolo Uno-Mdp che partecipano ad Auroza7 in corso di svolgimento a Marina di Pisa

Rosa Fioravante: Interrogarsi su cosa significhi essere giovani

Non vi parlerò oggi di globalizzazione, ideologie, conflitto, delle cose insomma di cui ho la fortuna e l’onere e l’onore di parlare spesso – anche perché ormai mi sono annoiata da sola di ripeterle e perché credo che voi le sappiate forse già quasi tutte; l’analisi della fase, il “che fare”, il perché farlo, son cose che ci andiamo ripetendo da molto tempo, e anche se alcuni da più anni e altri solo da pochi mesi, io credo ci sia grande comunanza di intenti e vedute in questa platea. Così ho deciso di interrogarmi su cosa voglia dire oggi “essere giovani”, costituire una qualche organizzazione giovanile come qui si sta facendo.

Fino a qualche tempo fa pensavo che si smettesse di essere giovani quando, per esempio, si inizia a fare una propria dichiarazione dei redditi o quando si va via da casa dei genitori. Poi ci si rende conto che nel caso proprio e della maggior parte delle persone che si conosce, anche facendo cinque o sei lavoretti, da casa non si riesce ad andare via, a meno che i genitori non comprino casa ai figli, e l’esser considerati dallo Stato “fuori” dallo stato di famiglia è un esercizio burocratico lontano anni luce dalle condizioni materiali. Ve lo dico forse un po’ da “sorella maggiore”: finiti gli studi si vive in quel limbo nel quale allo stesso tempo l’adolescenza sembra non finire mai e la vita da adulti esser cominciata da un pezzo.

Questo significa che le cose di cui parliamo nei nostri incontri, nelle nostre discussioni, persino nelle nostre teorie, sono maledettamente reali. Reali come la vignetta di Zerocalcare in cui dice all’armadillo: “mi sono fidato dei cortei studenteschi in cui si diceva che ci avevano rubato il futuro, NO FUTURE UN CAZZO! Il futuro invece è arrivato e chi se lo ruba? È come una Panda dell’86. Almeno ce lo avessero rubato si poteva fare un impiccio con l’assicurazione”.


Nella foto: La prima iniziativa di Aurora17, la tre giorni di MGS, il movimento giovanile di Articolo Uno Mpd a Marina di Pisa, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente della Toscana e l’europarlamentare Massimo Paolucci

Approposito di cortei studenteschi: le piazze contro la Buona Scuola che fa risparmiare agli imprenditori e alle multinazionali milioni di euro impiegando forza lavoro – cioè studenti – gratis, sono una delle migliori notizie di questi anni bui. Quella alternanza è l’esatto opposto di come dovrebbero andare le cose: si fanno lavorare gli studenti in posizioni dequalificate invece che formare cittadini e lavoratori per posizioni molto qualificate. Per questo quelle manifestazioni sono così importanti: perché non è la stessa cosa se la voce dei giovani c’è o no. In che senso?

L’altro giorno ero ad un convegno, una cosa molto istituzionale, c’erano personalità di varie sensibilità presenti. Si discuteva di disoccupazione giovanile all’interno di uno specifico settore ma non è qui importante quale. Uno degli oratori ha iniziato a sciorinare tutte le solite posizioni ideologiche neoliberiste: bisogna adeguare il mercato del lavoro agli standard esteri, bisogna flessibilizzarlo, precarizzare, ecc. ecc. Ad un certo punto interviene un distinto signore anziano e gli risponde che in realtà il problema della disoccupazione giovanile è dettato innanzitutto dal fatto che la politica abbia abdicato alla sua funzione di creare opportunità, sviluppo, regolare le storture del sistema ecc. L’oratore di prima gli ha subito risposto a sua volta: liquidandolo, con disprezzo, proprio perché questo secondo era un intervento fatto da un anziano. Così il neoliberista diceva all’altro: vivi nel ‘900, non capisci il mondo di oggi ecc. ovviamente senza rendersi conto che quello che non capisce alcunché del mondo di oggi è proprio lui invece. In quel momento avrei desiderato fortissimamente vedere un gruppo di giovani che si alzassero e dicessero con più forza e più decisione quello che l’anziano intervenuto aveva comunque solo accennato. Sarebbe stato importante perché non sarebbero stati accusabili di vivere nel ‘900 o di volersi tenere delle “rendite di posizione” o tutte le cose che ci tocca sentire non appena qualcuno dica qualcosa di sinistra. E per quanto ci vogliano dipingere come “giovani vecchi” noi sappiamo benissimo che i vecchi, ideologicamente parlando, sono altri: sono quelli che ci propongono oggi ricette fallite vent’anni fa, adatte per un mondo che non è mai esistito e che ogni volta che vengono applicate risultano in un aumento esponenziale di razzismi, fascismi e regressione civile.

Nella foto: Un gruppo di partecipanti ad Aurora17, la tre giorni di MGS, il movimento giovanile di Articolo Uno Mpd, a Marina di Pisa

D’altra parte persino il Fondo Monetario Internazionale ha scoperto (pensate un po’!) che se si tassano i super ricchi la diseguaglianza diminuisce e la crescita ne giova. Incredibile eh?! Allo stesso modo vi sono oggi degli studi – recentemente ne è uscito uno sul The New York Times, non esattamente la Pravda – che spiegano come i salari nel mondo occidentale non stiano salendo nonostante la disoccupazione scenda. (Vi ricorda qualcosa, rispetto ai famosi dati Istat sbandierati dal Governo anche in Italia)?

Come mai? Perché in molti paesi sta aumentando il lavoro a bassa qualificazione e ad altissima specializzazione, eliminando quello medio, così i lavoratori di fascia bassa non hanno potere contrattuale, quelli dell’alta succhiano un po’ di salari dal totale, e quelli medi declinano. Senza contare che coloro che si trovano in lavori dequalificati hanno anche la concorrenza dell’immigrazione, che percepisce salari sotto il livello del salario minimo (dove c’è); In più il declinare di contrattazione collettiva e adesione al sindacato fa sì che la somma totale dei differenziali di crescita sia depressiva per i salari e i lavoratori. Così noi che non viviamo una grande stagione di conflitto né generazionale né sociale, l’unica cosa che viviamo è l’ennesimo scontro fra poveri, perché di tutta questa storia i media e le destre hanno interesse a far capire non che si debba creare lavoro buono e dignitoso per tutti, cosa tranquillamente fattibile con un po’ di volontà politica, ma che la colpa sia dell’immigrato. D’altro canto anche gli studenti in alternanza scuola lavoro che friggono patatine da Mc Donald’s stanno rubando lavoro a qualcuno no?

Essere giovani allora è importante perché si ha tempo. Tempo per cercare di ribaltare la narrazione quotidiana alla quale siamo sottoposti. Io penso che voi non avrete raggiunto il vostro obiettivo a meno che non sappiate divenire pietra d’inciampo per l’equazione modernità = precarietà, futuro = meno diritti. Io sono uscita dal Partito Democratico nel 2015 e voglio dirvelo, la cosa che ho sempre rimproverato alla generazione dei dirigenti GD di allora è stata di AVER SCELTO deliberatamente di non rottamare il rottamatore. Colui, insieme a tutti i suoi accoliti e non solo, che ha più di altri cercato di portare avanti quell’equazione. I nostri dirigenti di allora si sono adeguati, anche prima della base che li ha poi seguiti. Non si possono ripetere gli stessi errori. Non si possono ripetere a parole, nella teoria del giustificare sempre l’esistente e mai provare a cambiarlo, né fattualmente, nella dialettica e nel conflitto politico soffocati sul nascere, perché è invece proprio in queste due propensioni che si fa un pezzo importante anche della formazione, ed è lì che si creano le leadership, quelle vere. Per questo è importante che i processi che caratterizzano questo percorso giovanile siano autenticamente democratici, diano la possibilità ai territori di scegliere chi li rappresenta, diano anche modo di sanare quel deficit democratico che ha caratterizzato – per motivi contingenti che sappiamo – Art.UNO e il processo della costituente a sinistra in genere.

In chiusura quindi, sempre a proposito di cosa significhi essere giovani, vorrei dirvi questo: la verità è che si smette di essere giovani – non quando si smette di imparare perché quello non può succedere mai -, ma quando si può insegnare qualcosa. Stare dall’altra parte della cattedra ti costringe ad accorgerti che del te “più giovane” non rimane molto perché le generazioni cambiano in fretta. Per cui, prima di arrivarci dall’altra parte, è bene premunirsi di alcune grandi storie da raccontare. Non importa se le battaglie che farete saranno vincenti o perdenti e se andranno tutte a segno o magari solo in parte. Quello che importa veramente e che se darete battaglia potrete dire di aver provato a cambiare la politica in meglio e provando a farlo, senza nemmeno accorgervene, avrete costruito delle grandi storie da raccontare un domani.


* Intervento che avrei voluto fare come saluto a Marina di Pisa, dove si avvia il percorso di MGS giovanile di Art.UNO, ma che a causa di una brutta febbre riporto qui, sperando che valga comunque come in bocca al lupo e buon lavoro.

Nella foto di copertina: Pieno di giovani di MGS, il movimento giovanile di Articolo Uno Mdp, a Marina di Pisa per Aurora17

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