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Rosatellum trappola per chi l’ha ideato: implode la coalizione a trazione renziana

Angelino Alfano da una parte e Pisapia dall’altra, non saranno nella coalizione di centrosinistra (?) a immagine e somiglianza di Renzi, in occasione delle ormai immanenti elezioni politiche. Quella coalizione (per dare spazio e vantaggi alla quale si era fatta approvare a colpi di fiducia una brutta legge elettorale) ieri sera si è frantumata. Giuliano Pisapia, avendo finalmente capito che lo ius soli non sarebbe stato approvato, ha annunciato il ritiro. Angelino Alfano, dopo la dura sconfitta elettorale in Sicilia e le susseguenti tensioni e divisioni nel suo pur piccolo partito, ha annunciato che non si candiderà pur partecipando alla campagna elettorale. Tutto questo è accaduto solo a tre giorni dal varo nell’assemblea dell’Atlantico di “Liberi e uguali“, la lista guidata da Piero Grasso di quella che, con analisi improvvisate e sbrigative, veniva definita “la sinistra massimalista e rancorosa“.

Fa una certa impressione in questo contesto rileggere il titolo con il quale un grande giornale, molto attento alla politica, dava la notizia di quel fatto: “Grasso in campo Pisapia lo sfida: alleanza con il Pd“. Come dire: previsione più azzardata che azzeccata. Infatti neanche la grande pazienza di Piero Fassino, peraltro accompagnata dal non celato scetticismo dello stesso Renzi, è riuscito a convincere l’ex sindaco di Milano ad essere della partita per sfidare (come titolava “Repubblica“) Piero Grasso e Liberi e uguali.

Allo stesso modo colpisce che il forfait di Pisapia dipenda dal fatto che esso sia dovuto non soltanto, ma soprattutto all’impossibilità di calanderizzare al meglio lo ius soli per le resistenze di Alfano e degli altri centristi. Quello stesso Alfano, la cui forza Renzi aveva probabilmente sopravvalutato, visto che il ministro degli Esteri, indebolito dal voto siciliano e incalzato da coloro che nel suo partito si considerano vedovi di Berlusconi, ha dovuto addirittura annunciare che non si ricandiderà.

A questo punto Renzi rimane senza coalizione (forse sopravviverà qualche fragile lista civetta) e, per di più con quel Rosatellum tutto imperniato sulle coalizioni, per fare approvare il quale si era fatto votare per otto volte la fiducia dalle assemblee parlamentari. Un bel risultato. Proprio come accadeva nei fumetti Willy il coyote, specialista nell’approntare trappole nelle quali alla fine cadeva lui stesso.

Adesso che succede? Quelli di campo progressista, dopo l’abbandono di Pisapia sembrano (al netto di Tabacci) attratti da Liberi e Uguali. E magari altrettanto potrebbe essere per il presidente della Camera Laura Boldrini. Dalle parti di Alfano tutto lascia intendere che alcuni (Cicchitto e Casini) guardano a Renzi. Altri (Lupi, Formigoni) si orientano verso Berlusconi. Ampia scomposizione. Altro che ampia coalizione! Ma intanto, come ha osservato questa mattina Massimo Franco sul “Corriere della sera“, comincia ad appalesarsi “un malumore nelle file del Pd che solo la viglia delle elezioni arginerà“. Poi si tornerà a parlare di politica.

Questo il quadro, questo lo stato dell’arte. Con una rilervante novità che per tutti sarà difficile cercare di sottovalutare: a sinistra, nel centrosinistra, è in campo un nuovo protagonista politico: Liberi e uguali. E, come hanno spiegato domenica scorsa Piero Grasso, Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e Pippo Civati, questo soggetto tutto sarà meno che il partitino della sinistra massimalista. Nel campo riformista, nel centrosinistra si è aperto un grande vuoto. E, come diceva Pietro Nenni, quando in politica si apre un vuoto, qualcuno poi va a coprirlo.

Foto di copertina: Angelino Alfano e Giuliano Pisapia

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