Enrico Rossi e Massimo Giannini

Rossi: “No alle rivincite, sì al Congresso”

L’idea di andare subito ad elezioni è un pò come quella di chiedere la rivincita. Questo può avvenire, forse, in qualche campetto di  periferia, ma penso che già tra i dilettanti, quando si subisce una sconfitta, si debba aprire una discussione, per cercare di capire come organizzarsi meglio, quali schemi cambiare. Penso, dunque, che il Pd abbia bisogno di un congresso e di sostenere il governo Gentiloni, affinché faccia cose importanti per il Paese“.

Enrico Rossi, il Presidente della Toscana che ha lanciato la sfida a Matteo Renzi per la segreteria del Pd, ospite del videoforum di Repubblica.tv all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum, ricorre ad una metafora calcistica per rispondere ad una domanda di Massimo Giannini sul destino della legislatura e sull’eventualità delle elezioni anticipate. E spiega perché ritiene un errore andare a votare subito, come chiede Matteo Renzi: “Abbiamo tanto da lavorare, rischiare le elezioni ora, con il fatto che tante cose fatte da questo riformismo velocista renziano sono state smentite e addirittura vanificate, io penso sarebbe un errore”.

Quanto deve durare il Governo Gentiloni?

Deve durare se fa le cose che all’inizio diceva, dall’intervento sui voucher alla disoccupazione giovanile, dal terremoto alla gestione dei rapporti internazionali“.

Sui voucher, a proposito del referendum della Cgil per abolirli, Rossi annuncia che voterebbe sì all’abolizione: “Occorre cambiargli nome, limitando l’uso a determinati settori perché può essere strumento efficace per far emergere lavoro nero come nel turismo e nell’agricoltura“.

La Consulta ha scritto che la parte residua dell’Italicum è suscettibile di immediata applicazione.

La vera sfida per il Parlamento è di fare una buona legge elettorale per il Paese. In 11 anni abbiamo cambiato 5 leggi elettorali e penso  che questo sia anche un insulto verso i cittadini che, invece, hanno bisogno di capire. La  sentenza della Consulta è per forza auto applicativa, ma il Parlamento tutto deve approvare una legge che dia il senso che si cambia. Condivido l’idea di Renzi di puntare sul  Mattarellum, che però va corretto. Dicendo, magari, che un candidato deve essere residente da 5 anni in un territorio, per evitare lottizzazioni. Una delle cose da cambiare nella legge elettorale sono i capilista bloccati che producono un Parlamento di nominati. La politica si assuma le sue responsabilità e cambi questa cosa. Avere capilista bloccati significa consegnare al segretario del partito la nomina di 100 persone“.

Cosa dovrebbe fare in concreto Renzi?

Renzi in questa fase dovrebbe costruire una serie di rapporti, deve parlare con le forze politiche e in tempi più rapidi possibili consegnare una legge che sia stabile, almeno per un decennio, se questo non verra fatto, sarà un errore“. Anche perché “rischiamo di trovarci nella richiesta delle elezioni con Grillo e Salvini e penso che questo non sia una buona compagnia. Ci deve essere una responsabilità’ politica che il Pd deve mostrare“.

In questa fase, sostiene Rossi, occorrono più che le doti di comando, quelle di federatore, per raggiungere compromessi che siano stabili per il Paese. “Questa – per il Presidente della Toscana –  è la sfida che ha Renzi, e se lui l’accetterà, avrà dietro anche un partito unito e questo penso che potrà avere il suo peso“.

Ma c’è un ostacolo che sembra insormontabile: “Renzi dovrebbe cambiare la sua natura, parlare al Pd e lavorare perché il Parlamento approvi una legge elettorale stabile per il Paese. Questo non è stato fatto ed è un erroreIl Pd deve guardare a sinistra e, perché no, verso il centro e provare a costruire una colazione che raggiunga il 40%.  Altrimenti andando sul proporzionale , occorre una buona legge. Dovremmo puntare a recuperare i voti persi e che sono confluiti nel M5s, per esempio. Un terzo di quelli che votano M5Stelle si dichiara di sinistra. Abbiamo perso nelle periferie, nei territori. Renzi ha perso la sfida in questo senso ma un’analisi profonda della sconfitta non è stata fatta. E, lo ripeto, serve un congresso“.

Rossi riconferma che si presenterà come “alternativa a Renzi” alla guida del Pd. Si sente il nuovo Prodi?

Non mi sento il nuovo Prodi e mi candido su contenuti alternativi a Renzi. Non sono d’accordo col l’Ulivo. Le parole contano. L’Ulivo rimanda ad un’esperienza che nasce già prima di Renzi per la verità, molto promossa da Prodi e dai Ds, che era quella di inserirsi dentro una sinistra blairiana e clintoniana che alla lunga ha però mostrato la corda per aver messo da parte la questione sociale, il rapporto con i ceti popolari. Noi abbiamo bisogno di una riassetto della politica del Pd, sia in  termini di identità, sia in termini di riferimenti sociali. Renzi dovrebbe passare da una funzione di comando ad una funzione diversa che è quella di direzione. Si e’ conclusa la fase del leader che parla direttamente al popolo tramite la comunicazione perché tra i cittadini c’e’ una grande richiesta di partecipazione. In questo modo si sconfiggono i populismi“, la  cui forza “è stata gonfiata” anche per effetto “delle larghe intese“.

Sabato a Roma ci sarà l’Assemblea nazionale dei comitati “Scelgo no” con Massimo D’Alema, a Rimini si vedranno invece gli amministratori del Pd con Matteo Renzi. Rossi dove andrà?

Sabato sarò a Roma all’iniziativa organizzata da D’Alema. Poi, se avrò tempo, andrò a Rimini“.

Nella foto: Enrico Rossi durante il videofurm di Repubblica.tv intervistato da Massimo Giannini

Commenti