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Rossi: “Prima i ballottaggi, ma apriamo un confronto sereno sul partito”

Inutile girarci attorno. Il risultato del Pd è deludente, “di grande sofferenza, molto al di sotto delle attese”, scrive Stefano Folli su Repubblica. Hai voglia a cercare di dimostrare che il Pd si attesta sul 40%, il primo partito italiano. A Roma, rispetto alle precedenti comunali, la lista del Pd ha perso il 25,20% di voti (pari a 67.426 voti), a Milano il 14.43%, a Napoli il 38.44, a Bologna il 16.98, a Trieste il 31.86, a Torino il 22.64, a Cagliari il 14.91, a Grosseto il 34.00, a Sesto Fiorentino il 52 e passa per cento. Nelle grandi città (ed anche nella piccola Sesto, ma significativa per la storia della sinistra) non appare una marcia trionfale: eccetto Cagliari, tutti ballottaggi e quasi nessuno con la vittoria di tasca.

Che fare? Intanto ventre a terra a fare campagna elettorale per far vincere i candidati del Pd e della sinistra nei ballottaggi del 19 giugno. “In questi 15 giorni – dice il presidente della Toscana Enrico Rossi, candidato alla segreteria del Pd alternativo a Matteo Renzi – bisogna mobilitarci, fare un appello al popolo della sinistra, perché siano fermate queste alternative di destra, populiste o localiste in molti casi”. “Come abbiamo visto – prosegue Rossi – quando sono alla prova del governo o dell’amministrazione non rappresentano certo un cambiamento positivo”.

Ma a chi deve rivolgersi il Pd?

“Al popolo della sinistra, a questo popolo a volte deluso e diviso perché si fermi questa ondata che abbiamo avuto anche in Toscana. In generale, io penso che ce la possiamo fare. Personalmente mi mobiliterò in questi giorni”.

Come giudica il risultato del Pd?

“Il Pd non ottiene un buon risultato: se lo paragoniamo, poi, alle elezioni precedenti, sia amministrative sia europee, c’é un evidente arretramento”.

Quali le cause?

“Non serve rincorrere il centro politico e sociale, specialmente in una fase in cui la politica tende a radicalizzarsi. I dirigenti del mio partito si ricordino che queste elezioni dimostrano anche come esiste una destra che, dove unita, ottiene buoni risultati elettorali. Dobbiamo fermarla”.

E’ il risultato dei 5 Stelle?

Giachetti ha recuperato (per Renzi ha fatto un “mezzo miracolo”, ndr) in una situazione molto problematica e negativa, ed é riuscito a diventare secondo, ma a Roma il M5S é diventato un partito di massa”.

Il Pd, in sintesi, non ha guadagnato a destra e ha perso a sinistra. Costringere gli italiani a discutere del referendum non ha evidentemente incontrato i favori degli elettori delle amministrative. Renzi dice che dare una lettura nazionale al voto di domenica “é da pazzi, è pura fantasia”. Ma la questione del partito, dopo le amministrative, si ritrova ancora più aperta e d’attualità. Sarà una questione da affrontare dopo il referendum costituzionale di Ottobre. Ma di questo passo, il Pd, segretario Matteo Renzi, rischia, da un lato, di spezzare tutte le sue radici tradizionali, soprattutto con il territorio, senza dare, dall’altro, secondo il parere di Stefano Folli, “un senso al profilo del nuovo partito, quello della nazione, quello del leader”.

Dopo aver ribadito che la prossima sfida è ai ballottaggi, Enrico Rossi, su Facebook, ritorna sulle elezioni e ribadisce che il Pd “va male” e che “spostare il partito verso il centro politico e sociale e allearsi con Verdini ci disconnette dal nostro popolo. Ci vuole un Pd più a sinistra. Io l’ho sempre sostenuto”.

Il video nel quale Enrico Rossi commenta i risultati del Pd alle elezioni amministrative del 5 giugno 2016:

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