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Rossi: “Sanità universalistica e uguale per tutti”

Bisogna riproporre una prospettiva politica di difesa e rilancio del servizio sanitario nazionale, e riprendere la battaglia per una sanità universalistica, uguale per tutti, sostenuta dalla fiscalità generale. Non può basarsi nè sulle assicurazioni nè sui ticket. I ticket possono essere un contributo, ma la base deve essere la fiscalità generale”.

Il presidente della Toscana Enrico Rossi, fondatore, insieme a Roberto Speranza ed Arturo Scotto, di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista, partecipa ad una iniziativa dello Spi, il sindacato pensionati della Cgil. Che offrono spunti e fanno proposte ed anche critiche, ma quasi scusandosi con Rossi (“la critica, Presidente, non è rivolta a lei”).
I sindacati chiedono che su questi temi sia rilanciato il metodo della concertazione, che, denunciano, è stato abbandonato negli ultimi tempi. Rossi, che, ricordiamo, per ben due mandati è stato anche assessore regionale alla sanità, non si tira indietro. “Questa idea che si è diffusa in questi anni per cui discutere con i sindacati è tempo perso ha fatto tanta strada. Diversamente da altri ritengo che il dialogo sociale sia fondamentale. E mi impegno sin da ora a rilanciarlo”.“Io – ribadisce – quando ho la richiesta di un incontro con i sindacati mi fermo. E faccio l’incontro”. E invita i sindacati a mandare una nota alla Presidenza per richiedere che il dialogo sociale riprenda. “Me ne faccio carico”.
Ieri, sui temi sanitari, l’argomento del giorno erano state le vaccinazioni, dopo l’improvvida iniziativa alla Camera del deputato di MDP Adriano Zaccagnini, ex M5S e Sinistra Italiana, che ha organizzato un incontro sulla “Libertà di scelta per vaccinarsi in sicurezza”, in pratica, un convegno contro le vaccinazioni. Ma si è trattato di una iniziativa personale, non del gruppo Art.1-MDP, da cui si era prontamente dissociato il capogruppo Francesco Laforgia (“è personale e non ha niente a che vedere con la posizione del gruppo e di Articolo 1 su questo tema”), e per ben due volte, nella stessa giornata, Enrico Rossi.

Nella foto: I partecipanti al convegno dello Spi-Cgil “Il paziente è sempre al centro”, a cui ha partecipato il Presidente della Toscana Enrico Rossi

Nessun dubbio, dunque, sulla posizione di Enrico Rossi e di Art.1-MDP sulle vaccinazioni. Molta strumentalizzazione, invece, da parte del Pd. Sull’argomento si è infatti buttato a capofitto lo stesso Matteo Renzi ad Otto e Mezzo, il programma della Sette di Lilly Gruber (“Mdp è contrario alle vaccinazioni”, il teorema di Renzi). Piuttosto Renzi convinca i consiglieri regionali del Pd toscano ad approvare senza esitazioni la proposta di legge, primo firmatario Enrico Rossi, che rende obbligatoria la vaccinazione per l’accesso agli asili nido e alle materne, sia per i vaccini obbligatori che per quelli raccomandati.

All’iniziativa dello Spi-Cgil non sono stati evidentemente ignorati i continui tagli del Governo alla sanità. “Sulla sanita’ – dichiara Rossi – bisogna spendere di più. Noi siamo fermi al 2011. Nonostante l’ultimo governo abbia messo qualche soldo in più. Dal 2011 la spesa sanitaria è di circa 113 miliardi. Veniamo da sette anni di spesa sanitaria ferma con annate nelle quali e’ andata anche indietro. Bisogna spendere di più perché questa situazione ha colpito la nostra sanità”.

Ma come si fa a rilanciare la sanità pubblica? Per esempio, con una revisione dei ticket. Rossi ricorda come in Toscana sia stato tutelato più che altrove chi ha un reddito basso, ma la strada rimane la revisione dei ticket nazionali e regionali basata sulla progressività, in modo da garantire la parità di accesso al servizio. “E comunque – sottolinea – i ticket possono essere un contributo al sistema sanitario, ma la base deve essere garantita dalla fiscalità generale”.

E in questo ambito Rossi si mostra preoccupato per il progetto di defiscalizzazione degli oneri fiscali per l’assistenza integrativa. “Questa – dice – può diventare la porta con cui, facendo mancare le risorse al servizio sanitario nazionale, si costruisce una ‘gamba privata’ per l’assistenza sanitaria che finirà per scaricare le prestazioni più gravose sul pubblico relegandolo a strumento per il soddisfacimento dei livelli minimi di servizio per i più poveri”.
“L’Italia – ricorda il Presidente della Toscana – ha 4,5 milioni di poveri. Adesso è stato annunciato un primo intervento che, però, avrà una copertura ancora limitata su questa popolazione”. La conseguenza? “Significa che 11 milioni di persone nel nostro Paese rinunciano alle cure”.

Rossi rilancia la sua proposta di una graduale abolizione della libera professione dei medici del servizio pubblico: “Non ho nulla contro i medici che fanno la libera professione. Certo, l’esperienza dei cittadini è che a pagamento il servizio lo si ottiene in due giorni, o in una settimana al massimo. Quando, invece, lo si deve fare in regime pubblico ordinario a volte la risposta comporta una lista di attesa lunga, anche di mesi. Sono per superare, anzi, per abolire gradualmente la libera professione perché è una picconata al servizio sanitario nazionale e a un’idea di una sanità pubblica per tutti. Su questo presenterò anche una proposta di legge da avanzare al Parlamento. La libera professione è una picconata al servizio sanitario nazionale e a un’idea di una sanità pubblica per tutti”. “Non c’e’ Paese d’Europa che abbia un sistema come il nostro”, fa notare.

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