Senzasinistra?

Senza sinistra? Ecco i primi commenti dei lettori

Due giorni fa abbiamo lanciato una riflessione collettiva (http://www.largine.it/index.php/largine-lancia-una-riflessione-collettiva-come-evitare-una-societa-senza-sinistra/) per capire le ragioni che hanno portato alla (quasi) scomparsa della sinistra in Italia. Ai nostri lettori e collaboratori chiediamo degli “appunti” su come ripartire, su come ricostruire – mattone dopo mattone – un soggetto politico della sinistra nel nostro paese. Partecipare è semplicissimo, basta inviare un testo di (massimo) due pagine a redazione@largine.it.

In queste ore molti di voi stanno intervenendo anche su Facebook, nelle pagine dell’Argine, sotto i post, nelle bacheche… ci sembra utile pubblicare qui i commenti più significativi, invitando gli autori a scrivere un testo più articolato e ad inviarlo alla redazione!

Giovanni Pellegrini

«La sinistra è in natura. E in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Si trasforma. Ora basta con operazioni trasformistiche acchiappavoti che non acchiappano più nulla. La Sinistra come portatrice di valori e di istanze di giustizia sociale e libertà c’è eccome… occorre semplicemente organizzarla e incanalarla. Basta avventure e relativi avventurieri».

Francesco Pelliccia

«Abbiamo perso i contatti con la base e con il territorio. Ritorniamo a fare politica attiva nelle periferie, nei grossi centri urbani, nelle fabbriche, tra i lavoratori e la gente comune. Mettiamo al centro temi trascurati come scuola, lavoro e rilancio del Mezzogiorno, dando un senso vero alla parola Sinistra, che ha sempre significato giustizia sociale, onestà e speranza in un futuro migliore».

Paola G. Giorgi

«Ritorniamo nel territorio, con nuovi militanti. Recuperiamo insieme i valori e le tradizioni della sinistra».

Nonna Elvira Orsi

«Ripartire significa anche ripristinare il senso dello Stato. Come? Evitando le denigrazioni e stando attenti al rispetto delle regole dal singolo cittadino a coloro che occupano posizioni di rilievo. La giustizia è anche disincentivare le prepotenze, lavorare per ottenere una maggiore uguaglianza sociale anche se questo dovrà necessariamente far contribuire maggiormente chi ha di più. È solo l’inizio, ma bisogna coinvolgere maggiormente i giovani che hanno più risorse fisiche e intellettuali».

Antonio Staffiero

«In tanti anni di militanza le delusioni sono state frequenti. Ritengo che il gruppo dirigente deve essere composto da persone che amano i loro militanti e li rispettano, che si riducano i compensi per metterli a disposizione delle periferie, che le sezioni siano luogo di ascolto e di risposte concrete alle difficoltà (con un personale competente organizzato come i CAF), basato sul volontariato e collegato con il centro. Scuole di politica, dirigenti non omologati (anche se poi deve emergere la sintesi). Quindi direzione collegiale e centralismo veramente democratico, educazione al pensiero critico e prassi di servizio. Investimento sul territorio di risorse culturali, economiche e partecipative. Delle risposte collettive. Solo così la politica ritornerà ad avere un senso».

Claudio Menegazzi

«La parola compagno ha ancora senso nel PD? Gli operai hanno voltato la schiena, irretiti dal populismo, ma anche schifati dalla sinistra».

Federico Binetti

«La sinistra c’è e non è mai stata così viva e ha fame di GIUSTIZIA SOCIALE!!! non di essere accompagnata dal banchiere Serra e l’imprenditore Farinetti…SVEGLIAAAA».

Aldo Mattei

«Sinistra è universalismo, cervello. Destra è individualismo, pancia. Sinistra è rispetto e considerazione dell’altro. Destra è prevaricazione e menefreghismo del prossimo. Siccome nell’essere umano è forte l’istinto animale, raggiunto un certo livello sociale, prevale la prevaricazione tramite il materialismo! Per questo fa breccia il populismo! L’esempio viene dal sindacato: finché si scioperava per avere più soldi, tutti tesserati. Quando si trattava di scioperare per i diritti, gran parte ha strappato la tessera!».

Tiziano Biella

«Analizzare il sistema economico per sviluppare occupazione, piccola imprenditoria, mercati locali e globali basati su turismo, tipicità, arte, artigianato. Il tutto burocraticamente semplificato, economicamente facilitato e lontano dal liberismo e capitalismo».

Fabrizio Savini

«Non sono sparite le ingiustizie sociali, non sono stati raggiunti tutti i diritti civili, non è sparita la sinistra. Sono finiti i gruppi che la rappresentano che usano metodologie del novecento».

Alberto Reverberi

«Partiti che dicono di essere di sinistra, ma promuovono azioni di governo di destra. E la gente di sinistra se ne va…».

Carlo Mariotti

«Il problema è proprio questo: nessuno al mondo è in grado di elaborare uno straccio di teoria (e pratica) per contrastare il neoliberismo e la finanza di questo inizio di millennio. E pure fanno tanti think-thank. Ci sono tanti intellettuali pagati profumatamente. Se fossi in grado di dettare una nuova strategia per la sinistra i vari Stiglitz, Varoufakis, Krugman, Brancaccio, Piketty, Sanders, Corbyn e chi più ne ha ne metta, andrebbero per cartoni (come si dice a Roma)».

Davide Cicco

«Basta con le primarie».

Carolina Corvisieri
«Ripartiamo dalle periferie, con iniziative culturali e dibattiti».

Annamaria Cassatella

«Ci vuole una seria opposizione nel Paese e in Europa al neoliberismo. Il governo dovrebbe promuovere politiche keynesiane tese allo sviluppo dell’occupazione».

Lorenzo Boncinelli

«Occorre recuperare tutti i compagni che sono andati in potere al popolo, comunisti italiani ecc. Solo facendo un’operazione unitaria possiamo ricreare una sinistra nuova che abbia un peso in Italia».

Loris Atti

«La sinistra non deve essere mortifica. Deve muoversi affinché i principi per cui è nata vengano attuati. In poche parole si debbono redistribuire i grandi profitti e investirli per lo sviluppo tecnologico, posti di lavoro, una sanità ed istruzione che non lascino indietro nessuno. Tutto qui!».

Ivano Guiducci

«L’Italia purtroppo non brilla, almeno non più, per buon senso. Non siamo una Nazione e quindi non c’è nulla di collettivo nel nostro modo di pensare. La destra vince perché culturalmente ha vinto l’individualismo (berlusconismo), inoltre siamo usi alla delega piuttosto che alla partecipazione, se i 5Stelle pensano che siano stati votati con convinzione avranno un brusco risveglio. Vogliamo metterci pure che invece di guardare al futuro perennemente guardiamo al passato? Il 25 Aprile potrebbe essere l’occasione per riunire quel popolo che mal digerisce tutte queste divisioni. Ma già so che invece [queste divisioni] si riprodurranno perché “Quelli sono un po’ troppi e quegli altri sono un po’ meno”. In altre parole gli attuali dirigenti hanno fallito e, quindi, a casa. È ora di riprenderci ciò che è sempre stato nostro e riunirci cucendo insieme le nostre Belle Bandiere, ripartendo dai territori, dalle persone. Siamo scesi all’inferno dobbiamo avere la forza di risollevarci TUTTI INSIEME. HASTA LA VICTORIA SIEMPRE».

Commenti