Traduzione dell’articolo di Fiona Harvey pubblicato sul Guardian con il titolo “Are we running out of water?” (18 giugno 2018).

L’acqua sembra la risorsa più rinnovabile di tutte. […]

Il problema è che la maggior parte delle risorse idriche sono talmente inaccessibili che è come se fossero su Marte e quelle che sono accessibili non sono distribuite in maniera regolare per il pianeta. L’acqua è difficile da trasportare per lunghe distanze e i nostri bisogni stanno aumentando, sia per il cibo che per l’industria. Tutto ciò che facciamo ha bisogno di acqua: per bere, per lavare, per far crescere il cibo e per l’industria, costruzioni e manifatturiero. Con più di 7,5 miliardi di persone sul pianeta – destinate a diventare 10 miliardi entro il 2050 – la situazione è destinata a diventare ancora più urgente.

Attualmente, 844 milioni di persone – quasi una persona su nove della popolazione mondiale – non hanno l’accesso ad acqua pulita e a costi ragionevoli entro mezz’ora da casa loro, e ogni anno quasi 300.000 bambini sotto i cinque anni muoiono di dissenteria, a causa dell’acqua sporca e delle scarse condizioni igieniche. Fornire acqua a coloro che ne hanno bisogno non è solo vitale per la sicurezza umana, ma ha anche grossi benefici sociali ed economici. […] Fornire acqua a costi ragionevoli salva vite e riduce il carico sulla sanità, oltre a liberare risorse economiche. […]

Costerebbe poco più di 21 miliardi all’anno fino al 2030, o lo 0,1% del PIL globale, fornire acqua e igiene a tutti coloro che ne hanno bisogno, ma la Banca Mondiale stima che i benefici economici sarebbero di 60 miliardi l’anno.

Il cambiamento climatico sta peggiorando le cose?

Il cambiamento climatico genera siccità e ondate di calore in giro per il mondo, oltre ad alluvioni e all’innalzamento del livello dei mari. L’inquinamento sta aumentando, sia delle forniture d’acqua dolce che delle falde acquifere sotterranee. Lo sfruttamento eccessivo di quelle falde acquifere può anche rendere l’acqua restante più salata. Anche i fertilizzanti che infiltrano il nitrato in quelle riserve possono rendere l’acqua non potabile o non adatta all’irrigazione. […]

Chi rischia di più?

I poveri sono quelli più colpiti. Jonathan Farr, analista politico senior di WaterAid, dice: “Richieste per l’acqua in concorrenza fra loro significano che coloro che sono poveri o marginalizzati trovano più difficile avere accesso all’acqua rispetto ai ricchi e ai potenti”. Molti governi e aziende idriche private concentrano le loro forniture sull’aree più ricche e danno la priorità all’agricoltura e all’industria piuttosto che alle persone povere, mentre chiudono un occhio su chi inquina e su quelli che estraggono più acqua di quanto sia permesso dalle fonti sotterranee. Condividere l’accesso all’acqua in maniera equa necessita di buona governance, strette regolamentazioni, investimenti e attuazione delle leggi, tutte qualità che scarseggiano in alcune delle aree più povere e con meno acqua del mondo.

Il numero di zone dove l’acqua scarseggia sta aumentando. […] Uno nuovo studio rivoluzionario, basato sui dati raccolti dai satelliti GRACE – Gravity Recovery And Climate Experiment – della Nasa per un periodo della durata di quattordici anni, ha scoperto diciannove hotspot in tutto il mondo dove le risorse idriche stanno rapidamente scarseggiando, con risultati potenzialmente disastrosi. […] Gli autori sono stati inflessibili: i risultati mostravano che “l’acqua è la questione ambientale centrale di questo secolo”.

Come possono essere gestite al meglio le risorse d’acqua dolce?

Alcuni dei metodi più efficaci per gestire le risorse idriche sono anche i più semplici. Riparare le perdite nelle tubature è un buon esempio – infrastrutture vecchie e non sottoposte a una manutenzione adeguata sprecano enormi quantità d’acqua. Un rubinetto che perde può sprecare anche 300 litri all’anno. […]

L’irrigazione ha permesso agli agricoltori di far crescere una più ampia gamma di raccolti anche nelle regioni più aride. Alcuni metodi d’irrigazione, però, sono altamente inefficienti – nei paesi dove fa caldo, l’acqua spruzzata sulle coltivazioni evapora prima che possa raggiungere le radici. Un’alternativa è l’irrigazione a goccia, un sistema di tubi che porta l’acqua direttamente alla radice di ogni singola pianta, ma anche questo è incline allo spreco. […]

I progressi nella tecnologia dei sensori offrono una via d’uscita. Questi sensori – a circa 2 dollari l’anno – possono monitorare l’umidità del suolo, facendo così sapere agli agricoltori se c’è bisogno d’acqua e permettendo così loro di calibrare l’irrigazione con maggiore precisione di quanto fosse possibile fare in passato. […]

Ma la scienza e la tecnologia possono arrivare solo fino a un certo punto. Come per molte questioni che riguardano l’acqua, il problema principale è sempre la governance e l’equità. Gli agricoltori coltiveranno quello che possono per guadagnare qualcosa e tanti non hanno molte alternative che utilizzare le scarse risorse delle acque sotterranee. Senza una forte governance, questo può portare a disastri  visto che la scarsità idrica ha effetti diffusi sull’intera comunità locale.

E le alluvioni?

Il cambiamento climatico non significherà solo più siccità, ma anche alluvioni più frequenti. Queste possono essere devastanti per l’agricoltura e le città, soprattutto per quelle città costiere che già sono minacciate dall’innalzamento del livello del mare e da temporali più violenti. […]

E adesso?

Il sesto obiettivo dell’ONU per lo sviluppo sostenibile riguarda l’acqua: acqua pulita e per l’igiene dovrebbe essere disponibile per tutti entro il 2030. Ma Farr di WaterAid sottolinea che, al ritmo attuale, alcuni paesi mancheranno la scadenza di secoli. I governi mondiali s’incontreranno presso le Nazioni Unite quest’estate per discutere i progressi fatti.

Foto in evidenza: Waldo Swiegers/Bloomberg/Getty Images

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