Per me Fondamenta è stato approfondimento e senso di comunità.
È stato approfondimento perché abbiamo iniziato, seppur lentamente, a sviscerare tutti i macro-problemi che hanno portato il nostro paese, l’Europa e il mondo intero a vivere questa drammatica fase di incertezze, paure e recessione. Siamo riusciti finalmente ad approcciarci criticamente al mondo che si è palesato ai nostri occhi senza che noi quasi ce ne accorgessimo.
La fase di grande recessione iniziata nel 2007 ha avuto conseguenze che ancor oggi si ripercuotono in misura più o meno drammatica con interessanti analogie nel mondo occidentale e differenti reazioni nel resto del mondo.
La grande recessione analizzata nelle sue cause ha radici che si possono già porre negli anni ’80 con le politiche economiche di USA e Gran Bretagna che inesorabilmente si ripercuotono a cascata anche in Europa. Ad accelerare la brusca transizione negli anni ’90 il crollo del Muro di Berlino e l’avvento di nuove tecnologie sovvertono completamente ii cardini della società occidentale, introducendo il fenomeno ben descritto da Baumann della società liquida.
In quegli anni il mondo e l’Italia, con una sua crisi aggiuntiva ma strettamente connessa a quanto accadeva altrove, si trovano coinvolte in una rivoluzione tecnologica, economica, politica e sociale i cui effetti e soprattutto le evoluzioni che questi avranno nel prossimo decennio ancora non sono del tutto evidenti. Il Neo Liberismo, La Deregulation, la crisi dello stato hanno creato un divario tra cittadino e istituzioni che ad oggi non sembra ancora superabile ma soprattutto la perdita di punti di riferimento certi. Il modello dei consumi è cambiato, così come quello della società dove anche i rapporti interpersonali sembrano soggetti alla logica consumistica usa e getta.
In questo quadro già abbastanza gravoso incombono, oltretutto, fenomeni migratori di dimensioni epocali e l’insorgere di un clima del terrore da parte di forze estremistiche Islamiche.
Non è quindi sorprendente l’ascesa di forze politiche cosiddette populiste, che trascinano elettorati più che trasversali nella speranza di un recupero della dignità del proprio Paese e salvaguardia degli interessi personali.
Il nostro Paese vede acuiti tutti questi problemi, vivendo una fase di recessione molto più grave del resto della Comunità Europea, vittima di una politica che poco è riuscita a fare negli ultimi decenni se non che esasperare una situazione già alquanto precaria.
In un mondo che la globalizzazione ha reso più piccolo ma non meno soggetto alle enormi disuguaglianze e contraddizioni che da sempre governano incontrollate il susseguirsi della storia, ritengo sia stato utile fermarsi a riflettere su quello che è stato, sugli errori commessi e sulle possibili vie d’uscita a questa ennesima crisi economia, sociale e politica che sta caratterizzando ormai da troppi anni il nostro paese, l’Italia, e il mondo intero, e in questo “Fondamenta” è stato un primo grande passo avanti.
Manca ancora tanto per arrivare alla definizione di un progetto politico e programmatico valido, che riaccenda negli italiani il desiderio di un cambiamento e la non accettazione di tutto quello che è così com’è. Mancano ancora tanti temi da affrontare, penso all’economica della condivisione, la democrazia digitale, il rapporto tra tecnologie e lavoro e infine una sana e coraggiosa riflessione su cosa voglia dire oggi un “nuovo socialismo”.
In seconda istanza “Fondamenta” è stato per me un ritrovato senso di comunità, la voglia di rimettersi in gioco e conoscere gente nuova con cui condividere sogni, speranze e progettazione di un futuro comune e migliore.
Conoscere tanti ragazzi venuti da tutta Italia, sacrificando tempo e risorse per potersi confrontare con coetanei sui proprio problemi, sogni, incertezze. I cardini di una generazione nata durante i grandi sconvolgimenti politici e sociali e che a fatica sta riuscendo ad emergere dalla sabbie mobili di una società che negli ultimi decenni ha creato le condizioni perché questa generazione fosse definita perduta, priva non solo dell’orizzonte di una banale pensione, ma addirittura priva di qualsiasi speranza e orizzonte per il futuro.
“Fondamenta” ha offerto, per la prima volta dopo tanto tempo, una casa aperta e appassionata a tanti amici e compagni che da anni non riuscivano più ad avvicinarsi ad un’iniziativa di partito e discutere, “Fondamenta” è stata la casa per chi non si è mai avvicinato alla politica e ha visto in questo evento un’occasione di confronto e approfondimento, di apertura al mondo della politica, con le sue note dolenti e affascinanti.
“Fondamenta” per me è stato questo, il primo mattone per la costruzione si un soggetto politico nuovo, alternativo e rivoluzionario, un rinato senso di appartenenza e di comunità, una nuova storia che inizia e che avrà la sua conclusione, forse, quando ci saranno meno ingiustizie, più lavoro e più speranza nel futuro.
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Nella foto di copertina: Carlo Notarpietro ad una manifestazione di Articolo Uno con Enrico Rossi