E anche Genova è andata. Insieme a Pistoia, Carrarra e altri “roccaforti rosse”. Provare ad analizzare le cause di una sconfitta, soprattutto a caldo, è esercizio complicato e difficile: la tensione e l’emotività del momento, prendono inevitabilmente il sopravvento sulla lucidità che deve (dovrebbe) guidare la ragione. Per quanto possa sembrare assurdo, Renzi ha già individuato la causa della debacle: l’alleanza con le altre forze di centrosinistra non funziona, è perdente. Immagino che questo ragionamento possa valere anche per gli altri, e cioè che laddove ci sono stati candidati appoggiati o che facessero riferimento ad Art. 1, l’alleanza elettorale con il PD li ha penalizzati. Una tale semplificazione dell’attualità politica è assolutamente fuori luogo, sbagliata.
Il mantra recitato stancamente da alcuni politici e commentatori secondo cui il risultato elettorale e l’ennesima conferma che le scissioni e le divisioni sono l’unica ed indiscutibile causa della sconfitta, è di una superficialità allarmante, perché non tiene conto né della storia né dell’oggi. Mortifica la storia perché le ragioni che hanno portato alla fuoriuscita di donne e uomini dal PD ha dei tratti e delle ragioni assolutamente originali rispetto a quelle del passato, da Livorno alla Bolognina. Per dirlo con le parole di Veltroni (si, proprio lui) “il PD non ha più un’identità. Da anni la sinistra ha perso, persino nel calore delle parole, la capacità di condividere il disagio e l’insicurezza, che ormai ha tratti quasi antropologici, degli strati più deboli della società “.
Ecco, se tale consapevolezza fosse stata maggiormente diffusa, se si fosse capito per tempo che la mucca nel corridoio c’era davvero, oggi probabilmente si discuterebbe d’altro e, ad esempio, il capogruppo PD nel consiglio regionale della Toscana avrebbe evitato la figura meschina di mettere in discussione la presidenza di Enrico Rossi. Sia detto per inciso, io so per certo, e per questo l’ho preso scherzosamente in giro, che Enrico Rossi, Pierluigi Bersani e altri, hanno generosamente e “fisicamente” sostenuto diversi candidati sindaco di centrosinistra. Leonardo Marras, non lo so.
Oggi è più che mai urgente interrogarsi su un punto, e la domanda non riguarda solo il PD ma l’intera sinistra: le strategie e le scelte politiche messe in campo negli ultimi due decenni sono state argine o risolutive degli enormi e drammatici problemi che globalizzazione e circa fiducia nel mercato e nella finanza hanno prodotto? Credo che la risposta possa essere unanimemente negativa. E volgendo lo sguardo al nostro “orticello”, possiamo finalmente è serenamente dire che bonus, riforma del mercato del lavoro, eliminazione della tassazione immobiliare anche per i redditi più alti non hanno prodotto nulla né in termini di miglioramenti delle condizioni di vita reale né in termini di consenso?
Quindi, se tutto ciò è vero e sfido chiunque a dimostrare con i fatti il contrario, il problema non è il destino personale di Renzi e della sua leadership, questa è cosa che riguarda il PD, quanto, piuttosto, quali politiche nuove mettere in campo, quale programma condiviso porre a base dell’offerta politica della sinistra, per tentare di recuperare un elettorato che non vota per la destra o per i 5 Stelle, semplicemente non vota più. Una democrazia dove complessivamente vota circa la metà degli aventi diritto, dove vengono eletti sindaci in città dove si recano al voto poco più del 20% degli elettori, è una democrazia pericolosamente malata. Trump e, purtroppo, moltissimi altri ci stanno dimostrando che il tentativo “macronista”di considerare superare le categorie destra/sinistra e’ fuffa. Ambiente, lavoro, immigrazione, sanità, Mezzogiorno meritano scelte nette e chiare il cui sbocco è inequivocabile o di destra o di sinistra. Tertium non datur. Il solipsismo degli ultimi anni dovrà necessariamente essere sostituito da una nuova stagione politica che anziché di dividersi su chi sarà il prossimo inquilino di Palazzo Chigi, dovrà privilegiare il cosa dovrà fare, chi rappresentare e come.
Speriamo che il primo luglio questa necessità sia colta.
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Nella foto di copertina: Una veduta della Lanterna di Genova