Da mesi siamo in movimento per l’Italia. Giovani delusi dalle politiche messe in atto dal PD, ragazzi confluiti da altre formazioni politiche di sinistra e dell’associazionismo, e tanti altri che hanno iniziato ad appassionarsi attivamente alla politica negli ultimi mesi per via del disagio, della frustrazione di una generazione a cui è stato tolto tutto ma a cui è rimasta la speranza che una lotta seria e appassionata serva ancora a cambiare qualcosa.
È in movimento qualcosa di grande, di radicale e potente dal punto di vista politico, partecipativo e dei contenuti.
Solo poche settimane fa è nato il Movimento giovanile della Sinistra, un movimento largo e plurale che vuole raccogliere e mobilitare le tante ragazze e ragazzi che credono che sia possibile attivare un progetto politico radicale e improntato sui valori storici della sinistra, declinati nel presente e con lo sguardo rivolto al futuro.
Da dove abbiamo deciso di cominciare? Chiaramente dalla formazione. E allora dopo la tre giorni di approfondimento sui temi di governance europea svoltasi Bruxelles, adesso è arrivato il momento di un grande appuntamento nazionale: Marina di Pisa, il 13/14/15 ottobre, tre giorni di formazione politica per 300 ragazzi provenienti da tutta Italia che vogliono mettersi in gioco, formarsi e dare il loro contributo nella costruzione di una lista unitaria di sinistra per le prossime elezioni politiche.
Siamo in un periodo storico in cui sono diventati sempre più rapidi i ritmi dei cambiamenti che viviamo come singoli nella costruzione dei nostri destini individuali e collettivi e più rapidamente si delineano orizzonti nuovi con tutte le loro contraddizioni. La velocità è stato un valore col quale abbiamo misurato tutto. Oggi anche la politica ha bisogno di fermarsi a ragionare, per capire dove stiamo andando, quale è l’orizzonte e rimettere in discussione tutto. Oggi la politica ha bisogno di creatività, concretezza e parole significative ed evocative, per riuscire a trovare la leva politica che riunisca la maggioranza silenziosa degli italiani che da tempo non vota più.
Per cosa e per chi lotti? I nostri giovani hanno voglia di essere e sentirsi di parte, vorrebbero far parte di un partito partigiano, non contiguo con i potenti e orgogliosamente di Sinistra.
Non per un semplice gioco di dialettica politica ma perché banalmente in questo nuovo mondo noi dobbiamo capire come ci poniamo. La sinistra può avere il coraggio di dire che nell’era della disintermediazione e dei leaderismi, c’è bisogno di un nuovo progetto collettivo di carattere politico e sociale che abbatta l’illusione dell’individualismo e che torni a parlare del Noi?
Un nuovo socialismo per i millennials può voler dire questo, come ci hanno insegnato altri leader politici in Europa e fuori dal vecchio continente. Ci vuole poco a mettere in movimento e liberare energie di una generazione nata durante i grandi sconvolgimenti politici e sociali e che è riuscita lo stesso a diventare una generazione democratica, pronta ad adattarsi a qualsiasi cambiamento e ad emozionarsi a progetti seri e innovativi.
I giovani, quindi, cresceranno solo se saranno messi nelle condizioni di misurarsi con le difficoltà delle sfide che la lotta politica pone innanzi a noi. I ragazzi di oggi chiedono mezzi e strumenti per liberare le proprie energie e iniziare a seminare con Articolo Uno e la lista di Sinistra una prospettiva nuova, una classe dirigente preparata e slegata dalle vecchie logiche che tanti danni hanno fatto alla sinistra.
Ecco le ragioni che ci hanno portato ad organizzare questa tre giorni di Marina di Pisa. Formarsi, riaccendere la passione, ritrovarsi come comunità che lotta prendendosi per mano e infine provare a provocare e accendere una miccia nell’andamento ambiguo del dibattito politico attuale.
In cambio, Articolo Uno e la lista unitaria riceveranno da questa generazione idee, entusiasmo e tanto impegno, quell’impegno che è anche sacrificio, che toglie tempo libero ad affetti e altre passioni.
Un generazione che sente tutto il peso della responsabilità di avere in mano il futuro dell’Europa, in quanto prima generazione vera di europei, nata con l’Euro, formatasi grazie ai soggiorni Erasmus.
I “giovani di Marina di Pisa” metteranno in campo la forza delle loro idee, la concretezza dei loro studi e la determinazione che li porta a vivere il mondo globale con la mente aperta, nonostante le tante incertezze, col fine ultimo di far crescere una classe dirigente seria, europea, radicata nel profondo della società italiana e sopratutto distante dalle divisioni che hanno caratterizzato la sinistra nel passato. Una generazione composta da ragazzi che hanno il cuore nei paesi di origine e la testa nel mondo, militanti globali che vanno in Erasmus, che vanno all’estero a lavorare, studiare e portare le proprie competenze, e spesso, in quel mondo governato dalla guerra, perdono la loro vita. Quei ragazzi, cittadini d’Italia e del mondo, sono i nuovi partigiani del nostro tempo, in un mondo incerto e spesso terribile. In questo, sentiamo l’esigenza di prenderci carico di questa generazione, attrezzarla alla battaglia politica e ascoltarla nella miriade di problemi e incertezze che ogni giorno la società pone.
A Marina di Pisa faremo tutto questo, studieremo il mondo per capirlo e affrontarlo.
Dall’America di Trump all’Italia, passando per la Brexit, il referendum Catalano, le varie spinte secessioniste e i problemi di governance europea, analizzando i continui legami tra politica ed economia. Tutto è collegato, tutto è governabile se si ha una visione di come sarà il mondo tra 20 anni, tutto è risolvibile se l’approccio cambia e si ribaltano le priorità. Il dato di fatto è che il mondo sta cambiando e bisogna studiare e immaginare come poter governare il cambiamento.
Dovremo portare la politica e la sinistra a parlare chiaramente di investimenti pubblici e intervento dello Stato, spesa improduttiva, evasione fiscale, lotta alla corruzione e criminalità organizzata, economia della condivisione, ecologia, scuola pubblica, industria 4.0, lotta alla povertà, rapporto tra innovazione e lavoro e tra innovazione e diritti, partite IVA, Sud e giovani. Dovremo concentrarci su alcune fasce sociali e generazionali: La questione più preoccupante ad esempio è che i neet vivono in una situazione di fragilità tale, definita in sociologia scarring effect, che vivono nell’incapacità di partecipare ed inserirsi nella vita sociale, economica e pubblica come gli altri cittadini.
Si è quindi capito he stiamo mettendo in campo un progetto serio ed ambizioso la cui sfida è altissima. Per farlo però non ci metteremo in fila dietro i capi-bastone di turno, non daremo vita ad una “giovanile di partito” che diventi il parco giochi delle correnti del partito stesso, non aspetteremo che qualcuno dica “avanti” ma porteremo noi stessi avanti le istanze che ci permetteranno di essere compresi dai nostri cittadini e dalla nostra generazione.
Metteremo in piedi uno sforzo collettivo in cui ognuno sarà pronto a fare la propria parte.
Siamo ufficialmente in movimento per l’Italia, in tutti quei luoghi e quelle realtà che combattono per i diritti civili, sociali e politici sotto un’unica bandiera, quella del riscatto e della solidarietà.
Saremo sempre dalla parte di quelle battaglie che stanno dalla parte giusta.
Avanti al Movimento giovanile della Sinistra, e avanti la Sinistra!
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Nella foto di copertina: Giovani partecipanti al seminario del Movimento giovanile della Sinistra a Bruxelles