L’Argine mondo: Erdoğan insiste sulla pena di morte
DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.
Turchia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si rifiuta di escludere la possibilità che venga reintrodotta la pena di morte. Parlando con Becky Anderson della CNN, ieri sera, Erdoğan ha affermato che “le persone credono che questi terroristi debbano essere uccisi. Perché dovrei tenerli in prigione e sfamarli durante i prossimi anni? Questo è ciò che dice la gente”. Ma, continua, l’ultima parola ce l’ha il parlamento e “come presidente, non posso che approvare ogni decisione che viene presa in quella sede”.
Erdoğan ha poi parlato della propria “stima per la stampa libera” e per i “media privati”, affermando che in “14 anni di governo, abbiamo sempre coadiuvato queste cose. Abbiamo rimosso alcuni ostacoli e supportato certi imprenditori”. La Turchia, nel rapporto 2016 dei Report Senza Frontiere, è al 151 posto su 180 paesi per la libertà di stampa. La scorsa settimana, di fronte al Comitato per gli Affari Esteri degli Stati Uniti, un ufficiale del Comitato per la protezione dei giornalisti ha elencato nel dettaglio le “azioni repressive della Turchia contro la stampa” (Politico). Si teme infatti, nel post-golpe, una serie di arresti fra i giornalisti non allineati. La dissidenza a Erdoğan equiparata al terrorismo. (The Guardian)
Germania. Ieri sera, su un treno in Bavaria, un diciassettenne di origini afghane ha ferito 5 persone con un’ascia. Il ragazzo è stato poi ucciso della polizia. Due delle persone ferite sono in condizioni gravi. In camera sua è stata ritrovata una bandiera dell’ISIS dipinta a mano (The Guardian). L’attacco è stato rivendicato dallo Stato Islamico, che afferma che il ragazzo era un loro soldato che ha deciso di rispondere all’appello a prendere di mira le nazioni nella coalizione che lo contrastano. (The Independent)
MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.
Stati Uniti. È iniziata ieri, a Cleveland, e finirà giovedì 21, la Convention Nazionale Repubblicana, durante la quale sarà ufficializzata la candidatura di Donald Trump e quella del suo running mate, il governatore dell’Indiana Mike Pence. (Vox)
Germania. Lutz Bachmann, il leader di Pegida, un movimento anti-islamico e anti-immigrazione di estrema destra, ha fondato un partito politico e vuole unirsi al partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), secondo quanto riportato dal Süddeutsche Zeitung. Il nuovo partito si chiamerà Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia Diretta (FDDV), un nome molto simile a quello del gruppo all’europarlamento (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta) di cui fanno parte, fra gli altri, anche il Movimento 5 Stelle, l’Ukip e i Democratici Svedesi.