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L’Argine mondo: per la stampa estera è una “batosta” per Renzi

Una batosta, una débâcle, uno shock. La stampa estera non ha dubbi: quella di ieri è stata una sconfitta per il Partito Democratico e per Matteo Renzi, che apre scenari imprevedibili per il referendum costituzionale di ottobre e per le elezioni politiche, con il Movimento 5 Stelle che si consolida come alternativa di governo. Il Partito Democratico di due anni fa, quello del trionfale 40,8% delle Europee, è ora “dissanguato”. Anche oggi abbiamo, come due settimane fa, dopo il primo turno delle amministrative, raccolto alcuni articoli usciti sui principali quotidiani internazionali, così da dare la misura di come è stato percepito il voto del 19 giugno. È chiaramente finito l’innamoramento della stampa estera per Matteo Renzi, fino a qualche mese fa pronta a tesserne le lodi e restituirne le mosse in una luce spesso positiva.

Sul Guardian, in un articolo dal titolo “Virginia Raggi eletta primo sindaco donna di Roma”, Rosie Scammell scrive che Renzi ha seguito le elezioni “con circospezione”, perché “un’amministrazione di successo del Movimento 5 Stelle nella Capitale rappresenterebbe un pericolo per il suo partito”. Descrive poi come “la più scioccante” la sconfitta di Torino, “tradizionale roccaforte del centro-sinistra”.

Politico titola: “Roma elegge il primo sindaco donna e il Movimento 5 Stelle sconvolge Renzi”. Scrive Jacopo Barigazzi: “Il primo ministro esce malconcio dal voto di domenica”.

Secondo la BBC, la vittoria della Raggi è “una batosta per il Partito Democratico di Matteo Renzi”.

Anche l’Independent parla di una “batosta” per Matteo Renzi, in merito alla vittoria della Raggi a Roma. E pubblica un articolo molto duro: “Ecco perché l’economia italiana sta per collassare“.

Anche secondo Al Jazeera il risultato dei ballottaggi è una “batosta” per Renzi. Stessa terminologia utilizzata dal Financial Times.

Secondo El País, il Partito Democratico, ieri, si è dissanguato. Quello stesso Partito Democratico che alle Europee è stato in grado di raggiungere il 40,8% dei consensi, adesso ha subito una sconfitta di vaste dimensioni. “L’analisi – scrive il corrispondente Pablo Ordaz – è chiara. Nonostante Renzi insista nello svincolarsi dal risultati delle municipali, il test di domenica […] certifica il malessere dei cittadini di fronte al suo modo di governare, per alcuni impulsivo, per altri arrogante, e pone il Movimento 5 Stelle […] come alternativa chiara di governo”.

Le Monde definisce il risultato di ieri come “una brusca frenata nella traiettoria finora ascensionale del primo ministro Matteo Renzi”, una “sconfitta personale amplificata da quella del sindaco uscente di Torino, Piero Fassino“.

Secondo Le Figaro, che solitamente segue con molto interesse e ammirazione i passi di Matteo Renzi, il Movimento 5 Stelle ha “inflitto una grande umiliazione al Partito Democratico”.

Sul New York Times leggiamo che Renzi “deve lottare per la propria vita (politica) dopo il risultato elettorale” di ieri, il quale rappresenta una “forte batosta” per la sua carriera.

Il Frankfurter Allgemeine Zeitung parla di una “lezione amara” per gli elettori del Partito Democratico e il Süddeutsche Zeitung di una “grande sconfitta”.

Libération scrive: “In Italia, il conto elettorale è salato per Matteo Renzi”. E “la luna di miele tra il capo del governo Matteo Renzi e gli elettori sembra decisamente terminata“.

Sarà così?

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