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L’Argine mondo: Turchia post-golpe, le purghe dopo gli arresti

MASSA E POTERE. GUERRA ED ECONOMIA.

Turchia. Continuano le purghe nel post-golpe. Licenziati 15.000 insegnanti, 257 funzionari dell’ufficio del primo ministro, 492 chierici della Direzione per gli Affari Religiosi, 1.500 presidi di facoltà. Sospesi fra i 25.000 e i 35.000 dipendenti pubblici. Questi numeri si aggiungono al licenziamento di quasi 8.800 poliziotti, all’arresto di 6.000 soldati, 2.700 giudici e procuratori, dozzine di governatori e più di 100 generali – ossia un terzo del numero dei generali dell’esercito turco. (The Guardian)
Inoltre, l’autorità audiovisiva ha annunciato di avere revocato “i diritti di trasmissione e le licenze a tutte le radio e televisioni legate, in relazione o che sostengono il FETÖ/PDY”, gli acronimi che designano il movimento di Fethullah Gülen, che secondo Erdoğan sarebbe dietro il fallito golpe. Secondo l’agenzia Anadolu, questa decisione riguarda un totale di 24 catene televisive e radio. Inoltre, 34 giornalisti considerati vicini a Gülen si sono visti ritirare il tesserino. (Libération)
Gli accademici, poi, non potranno – per il momento, si dice – lasciare il paese per motivi di lavoro, e a quelli che sono attualmente all’estero è stato imposto di rientrare. (Al Jazeera)

Turchia. WikiLeaks ha pubblicato la prima mandata di mail dell’archivio dell’AKP. In risposta, il governo Turco ha bloccato l’accesso al sito. L’archivio può essere consultato qui: https://wikileaks.org/akp-emails.
“Oggi, alle 11pm, ora di Ankara – si legge sul sito – WikiLeaks ha pubblicato la prima parte delle e-mail dall’AKP, il partito di governo della Turchia e la forza politica dietro il presidente del paese, Recep Tayyip Erdoğan. La prima parte della serie copre il contenuto di 762 caselle di posta dalla ‘a’ alla ‘i’ per un totale di 294.548 mail, assieme a molte migliaia di allegati. Le mail arrivano da akparti.org.tr, il dominio principale dell’AKP. La più recente è stata spedita il 6 luglio del 2016. La più vecchia risale al 2010. Bisogna tenere a mente che le mail associate con quel dominio sono utilizzate principalmente per comunicazioni esterne e non per le questioni interne più sensibili.
Il materiale è stato ottenuto una settimana prima del tentato golpe. Tuttavia, WikiLeaks ne ha anticipato la pubblicazione come risposta alle purghe del governo, nel dopo-golpe. Abbiamo verificato il materiale e la fonte, che non è connessa, in alcun modo, con gli elementi dietro il tentato golpe o a un partito politico o stato rivale”.

USA, Convention Nazionale Repubblicana. Donald Trump è ufficialmente il candidato presidente del Partito Repubblicano. (The Guardian)

Regno Unito. Theresa May in Germania per un incontro con Angela Merkel. Durante l’incontro il tema centrale sarà, ovviamente, la Brexit. Così come durante l’incontro di domani a Parigi con François Hollande. Nel corso di entrambe le riunioni, il primo ministro del Regno Unito molto probabilmente avvertirà che ha bisogno di consultarsi con Scozia, Galles e Irlanda del Nord, così come con varie industrie, prima di dare il via ai negoziati formali per l’uscita dall’Unione Europea. I legali del governo hanno infatti confermato che la May non attiverà l’articolo 50 del trattato di Lisbona, che dà il via alla Brexit, prima della fine dell’anno. (The Guardian)

Regno Unito. Angela Eagle si fa da parte nella corsa alla leadership del Labour. Contro l’attuale segretario, Jeremy Corbyn, si candida Owen Smith, per riunire tutti gli oppositori interni del leader laburista. Jeremy Corbyn non ha la maggioranza in parlamento, ma gode del sostegno della stragrande maggioranza dei militanti (sostegno costantemente in crescita, basti pensare che nelle ultime settimana si sono iscritte più di 100.000 persone, facendo raggiungere al Labour quota mezzo milione di iscritti – il numero più alto nella storia moderna del partito).
Lanciando la sua candidatura, Owen Smith ha affermato: “Voglio dire a tutti i membri del partito laburista, giovani e vecchi, storici e nuovi: posso essere il vostro campione. Sono radicale almeno quanto Jeremy Corbyn” (The Guardian). In passato, Owen Smith ha difeso l’austerity, la privatizzazione della sanità e  i tagli al welfare.

Francia. L’assemblea nazionale francese ha votato per estendere di altri sei mesi lo stato di emergenza dopo l’attentato di Nizza, che rimarrà in essere fino al termine di Gennaio 2017. Lo stato di emergenza dà maggiori poteri alla polizia per portare avanti perquisizioni e mettere le persone ai domiciliari. (Le Monde)

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