
L’attentato fascista di Macerata visto da El País
Traduzione dell’articolo di Gonzalo Fanjul pubblicato sul blog 3500 Millones de El País con il titolo “Terrorismo antinmigrazione” (8 febbraio 2018).
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Quando i media evitano di utilizzare il termine “attentato” per descrivere l’attacco razzista avvenuto a Macerata, non c’impediscono comunque di vederlo per quello che è: terrorismo dell’ultradestra. Sei immigrati neri sono stati colpiti dagli spari di Luca Traini, un neonazista che in passato era stato candidato con la Lega Nord. E il leader di quel partito nazionalista e xenofobo, Matteo Salvini, ci ha messo pochissime ore per presentare la sua interpretazione particolare dei fatti: “È chiaro che l’invasione e l’immigrazione senza controllo portano al conflitto sociale. […] Se bisogna dare la colpa a qualcuno, è il governo che ha permesso che centinaia di migliaia di immigrati clandestini venissero qui senza alcun freno”. […]
Nell’Europa del 2018, personaggi come Salvini cominciano a essere la norma, non l’eccezione. Suprematisti e xenofobi, bulli con il manganello o dal colletto bianco, godono di un’estrema libertà nei governi, nelle associazioni e nei mezzi di comunicazione. E l’Italia – che andrà al voto fra un mese – è uno dei fronti caldi di questa epidemia. Questo è quello che ho imparato leggendo la stupenda relazione, realizzata dalle mie colleghe di porCausa, che fa parte del nostro progetto Antinmigración:
- Ovunque l’ascesa diretta e indiretta della xenofobia è il risultato dell’equazione di due variabili: la vulnerabilità sociale e il populismo. L’Italia ha entrambe le cose. Un italiano su tre vive in povertà o a rischio di esclusione sociale; un partito su tre ha fatto degli stranieri e di chi li sostiene la fonte di tutti i mali del paese.
- La proporzione di immigrati rispetto alla popolazione totale dell’Italia non è particolarmente alta (10%, meno della Spagna o della Francia). Però il peso della responsabilità che l’Italia si è vista costretta ad assumere durante la crisi dei rifugiati è molto sproporzionato: delle 10.000 richieste di asilo del 2010 alle 122.960 del 2016. […]
- Mentre chiedevano maggiore solidarietà, i governi di centro-sinistra del Partito Democratico hanno attuato negli ultimi anni una politica di rigida gestione delle frontiere (la dottrina Minniti, dal ministro che l’ha promossa) che coniuga la restrizioni delle condizioni per ottenere l’asilo, l’aumento dei centri di detenzione e gli accordi per il rimpatrio e i controlli con il diavolo in persona (la Libia, che, nel concreto, ha aiutato a ridurre gli arrivi del 35%, nel 2017).
- Secondo un recente sondaggio commissionato da alcuni quotidiani (Swg, 2 febbraio 2018), i partiti con una “linea dura contro gli immigrati” potranno ottenere un 30% dell’appoggio elettorale. Vedendo dove sono andati a parare in questi anni anche coloro che difendevano una linea “più morbida”, è ragionevole presumere che qualsiasi opzione di governo rappresenta un problema per i migranti.
Silvio Berlusconi […] ha così dichiarato a La Stampa: “Solo il 5% di coloro che stanno in Italia, e sono circa 30.000, ha il diritto di rimanere con lo status di rifugiato. Gli altri 600.000 rappresentano una bomba sociale pronta ad esplodere che solo un governo di centro-destra ha intenzione di disattivare”.
A questo si riduce il dilemma dell’Europa: assomigliare o meno a Salvini e Berlusconi.
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Nella foto: L’arresto di Luca Traini (dal Resto del Carlin0)