L’unica buona notizia che viene dal fronte del referendum è che è finalmente finita la campagna elettorale. Si dice che sia stata la più brutta, temo che le prossime batteranno questo infame record. Probabilmente è stata la più “falsificata” perché non è mai stato vero che chi voterà SI sarà un nemico della democrazia e chi voterà NO sarà ostile al cambiamento. Le due parti si sono combattute alla maniera di oggi, non per vincere ma per annichilirsi. Leoni e leonesse da tastiera hanno rovesciato nei social le proprie spiritosaggini infantili, i propri rancori, le proprie approssimazioni culturali. Bufale su bufale si sono sovrapposte. In questo clima quello che si è mosso più a suo agio è stato Beppe Grillo e il suo “movimentaccio” ormai pieni di guai da cui distrarre la pubblica opinione.
Ci sono alcuni dati di fatto che tuttavia vanno raccolti. Nel fronte del SI è radunato tutto l’elettorato del Pd o la sua gran parte. Ci sono anche personalità indipendenti come Rossi, Letta, Cuperlo, Barca, Cacciari e buon ultimo, insistendo sul “buon” piuttosto che sull’ “ultimo”, Romano Prodi. La destra che c’è in questa parte, è una destra non aggressiva.
Nel NO c’è tutta la destra, ma proprio tutta, tutto il grillismo, e una parte importante della sinistra che si oppone a Renzi, a lui medesimo più che alla sua riforma.
Si dice che il voto referendario come tutti i voti referendari soppianti i partiti che sostengono l’una o l’altra tesi. E’ vero solo in parte. Quando vinse il divorzio, fu battuto Fanfani e una sua nuova ipotesi di egemonia dc sul paese. I partiti che conferiscono voti, quindi, contano. Quando si dovranno fare i tavoli di negoziazione post referendari, alla tavola del centro-sinistra ci saranno personaggi di un Pd plurale sostenitori del SI, mentre dall’altra parte i “compagni del NO” dovranno trovare uno strapuntino fra la destra e il grillismo straripanti.
Renzi, comunque vada, ha prodotto due effetti. Una concentrazione sulla sua leadership della battaglia politica e una devastazione a sinistra. Il suo difetto non è stata la personalizzazione. Era ovvio che si dovesse personalizzare. Era meno ovvio che il premier indicasse i suoi compagni contrari come il peggio dell’umanità. Altrettanto indecente è stata la propaganda dei “compagni del NO” tesa a descrivere il segretario del Pd come un nemico del popolo.
Queste due vergogne saranno incancellabili.
Il tema del giorno dopo non sarà quindi “ricucire” ma “ricostruire” con idee e leader nuovi. Lo dico con affetto a D’Alema: dopo questa battaglia non si organizzerà attorno a lui la rivincita della sinistra. Lo dico a Renzi: avrai accumulato tanto ostilità che non sarai tu il federatore della sinistra.
Avanti un altro. Noi ce l’abbiamo.