Amministrative11

Sempre più destra leghista. Grillini in difficoltà. A sinistra servirebbe qualcosa di nuovo e forte, come a Brescia

Trarre indicazioni certe di politica generale da un turno, pur rilevante ma parziale, di elezioni amministrative, talvolta si rivela un errore. Eppure, se ci si ferma alle maggiori evidenze, nel risultato del voto di domenica scorsa qualcosa sulla quale ragionare, con la doverosa prudenza, c’è.

La prima indicazione è che tre mesi dopo il voto delle politiche l’Italia continua ad andare a destra. Ed è una destra a forte trazione leghista che dopo aver messo in difficoltà il tradizionale alleato berlusconiano nella formazione del Governo, ora sta facendo pagare un prezzo non indifferente al nuovo alleato del contratto di programma. E’ evidente infatti che i cinquestelle escono piuttosto malconci da questo turno elettorale. Intendiamoci, deboli sul territorio i grillini lo sono sempre stati, a conferma del fatto che non bastano i click per farsi percepire come credibili dalla gente. E certamente nel deludente risultato hanno pesato le non buone prove amministrative mostrate laddove erano stati chiamati a governare. A cominciare dalla giunta Raggi a Roma. Non è un caso che nei due municipi della capitale il centrosinistra abbia dato sintomi di ripresa nonostante un Pd ammaccato a livello locale e nazionale. Se però i grillini non si ponessero il problema di quanto abbia pesato nel deludente risultato l’alleanza di governo così fortemente orientato a destra, farebbero un grave errore politico. Un modo per evitare di schiacciarsi sul modello salviniano di politica, tutto lotta all’immigazione e legittima difesa in nome della sicurezza, Di Maio e Fico, dovrebbero provare a trovarlo.

Diversa la situazione per Berlusconi e per Forza Italia che invece alla ruota di Salvini potrebbero essere tentati di riagganciarsi. Non è un caso che proprio mentre Berlusconi cerca di riaccreditarsi, con una lettera al Corriere della sera, come colui che, in nome del moderatismo riformerà e rilancerà Forza Italia, oggi il Giornale di Sallusti titoli, a proposito del dramma dell’Aquarius, un eloquente: “Forza Salvini“.
Naturalmente tutto questo non vuol dire che i cinquestelle debbano mandare a carte quarantotto un governo appena faticosamente formato e per il quale hanno anche indicato e scelto il presidente del Consiglio, e magari dividersi o scindersi. Ma una attenta analisi di quello che ha significato il voto di ieri per quella che in questo momento è la prima formazione di governo appare quanto mai necessaria. Addirittura indifferibile.

E veniamo ora al centrosinistra. Dei due municipi di Roma abbiamo detto. E certamente lìcontano gli errori della giunta Raggi e il fatto che il Pd di Zingaretti abbia migliore presentabilità di quello di Orfini e del giglio magico.


Nella foto: Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, riconfermato al primo turno

Al tempo stesso c’è l’ottimo risultato di Brescia dove il sindaco Del Bono è eletto al primo turno, dopo una consiliatura di buona amministrazione che ha anche consentito una buona compattezza a sinistra. Male invece in Sicilia, dove si è persa anche la Catania del sindaco Bianco, al quale non è bastato presentarsi come candidato di liste civiche piuttosto che come leader del , cittadino. A conferma del fatto che soprattutto nel Mezzogiorno questo partito e oramai al limite della sopravvivenza. Talvolta anche oltre.
Eppure in questa Italia a trazione di destra (la tragedia in corso dei migranti dell’Aquarius tuttora in corso lo conferma) di sinistra ci sarebbe tanto bisogno. E subito. Così come ci sarebbe bisogno di ricominciare da semplici concetti di tutela del lavoro per riprendere con un partito o anche due quella che è stata la grande tradizione e storia del socialismo democratico: E ad avvantaggiarsene sarebbe, oltre all’Italia, soprattutto l’Europa.

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